La famiglia Pedersen al completo (foto Stefania Ciocca). Partendo da sinistra Terry, Angela, Teddy, Kim, Steven e la piccola Lia in basso. E’ proprio il caso di definirlo “ritratto di famiglia” (anche se non al completo) perché gli animali dei Pedersen sono considerati esattamente come i membri di una famiglia.
Steven Pedersen, da quattro generazioni vive e lavora con i leoni marini, e non solo: nel suo numero compaiono anche i pinguini e, come ammaestratore, gli capita spesso di lavorare con altri animali acquatici come i delfini e gli squali.
In questo momento è in tournèe con il circo di Moira Orfei.
Steven, lavori da tanto con questi leoni marini?
“La mia famiglia fa questo lavoro da quattro generazioni, sono cresciuto con questi animali. Durante il mio numero hai potuto vedere Teddy, una vera star (nella foto al centro), e Candy, che ha 25 anni! La mia figlia più grande, Terry, ha 22 anni… quindi in realtà la mia figlia maggiore è Candy”.
Questo la dice lunga sul rapporto affettivo che si instaura tra addestratore e animale…
“Dopo che un animale vive con te per così tanto tempo fa necessariamente parte della famiglia, e quando muore è davvero un famigliare che se ne va, dentro senti un grande senso di perdita”.
Nei giorni scorsi la Lav si è mobilitata per far si che il governo sospenda i finanziamenti ai circhi con animali, cosa ne pensi in proposito?
“Che non si limitino a fare una campagna di odio contro i circensi: se vai al parco qui a Milano potrebbe capitarti di vedere un padrone avere atteggiamenti brutali con il suo cane, ma questo non significa necessariamente che tutti i milanesi siano brutali! Gli slogan che loro gridano davanti al circo sono frasi di cattiveria che prendono di mira un’intera categoria, tanto che alle volte siamo costretti, prima di mandare i nostri figli a scuola, a informarci sul fatto che gli animalisti non siano stati a fare campagna denigratoria nei nostri confronti, perché purtroppo tutto questo potrebbe ripercuotersi sui bambini. E al limite siamo circensi, abbiamo sempre un posto in cui scappare, ma non sarebbe la soluzione giusta. Inoltre, se davvero i finanziamenti venissero eliminati le conseguenze non le pagheremmo solo noi: in primis ci rimetterebbero i fornitori di pesce nel nostro caso (e di cibo più in generale)”.
Che invito faresti agli animalisti?
“Li inviterei a venire a vedere. Ma non limitarsi a dare una veloce occhiata e basta, piuttosto di venire insieme a noi un mese, stare nel circo, in un camper e con un computer: alzarsi insieme a noi al mattino presto e vedere come ci prendiamo cura dei nostri animali, monitorarci e toccare con mano se davvero qualcosa non funziona. Noi siamo in regola e abbiamo i permessi: ovunque andiamo ci chiedono se siamo in regola, se abbiamo i timbri e i documenti necessari, ma nessuno viene a vedere e verificare di persona. Se quel qualcuno viene sporadicamente, quasi mai ha una preparazione adeguata: è capitato che un veterinario venisse e dicesse che i miei pinguini soffrivano a non stare al freddo. Peccato che non siano pinguini del Polo Nord e che abbiano bisogno di una temperatura di circa 16° per stare bene”.
Da parte mia posso aggiungere di essere stata a vedere di persona i leoni marini di Steven, di aver conosciuto la sua famiglia (quella umana) e di aver anche stretto la pinna alle star dello spettacolo, Teddy e la veterana Candy. Ho conosciuto anche China, l’ultima arrivata e anche la più suscettibile, presa da uno zoo dove non la volevano più per via del suo carattere un po’ troppo nervoso.
Nella scala di priorità dei Pedersen gli animali sono assolutamente al primo posto e lo si vede da tante piccole cose: dalla dedizione di tutti quanti nei loro confronti, dall’affetto che traspare, dalle varie foto esposte nel camper che ritraggono Steven da ragazzino con il suo primo leone marino…
L’augurio è che chi nutre dei dubbi vada a verificare coi propri occhi le reali condizioni. E prima ancora, di non fare di tutta l’erba un fascio, grossolano errore commesso ormai troppo spesso.
Stefania Ciocca