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Stéphanie di Monaco: “Montecarlo scommette sul circo tradizionale”

di Claudio Monti

Stéphanie fra Pauline e Alberto di Monaco (tutte le fotografie sono tratte dal sito del Festival di Monte-Carlo)
S’inaugura domani, per proseguire fino al 27 e passare poi il testimone a New Generation (2 e 3 febbraio), una nuova edizione del Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo, incamminato con leggerezza, classe e una invidiabile freschezza a tagliare l’ambizioso traguardo dei 40 anni. Come al solito sarà un evento seguitissimo da tutti gli amanti dell’arte circense, ma anche da tutti coloro che apprezzano la bellezza di uno spettacolo straordinario e senza tempo che continua a stupire e a convogliare nel circoscritto spazio circolare una infinità di abilità, suggestioni e sfide al limite dell’impossibile.
Pensato, voluto e tenacemente costruito dal principe Ranieri III per tenere alto il livello artistico e il valore del circo nel mondo in una fase in cui “la sopravvivenza del circo era in pericolo”, come spiegò nella intervista concessa a Roberto Bianchin per Repubblica, dal 1974 ad oggi (con la sola eccezione di tre anni senza Festival: 1982, 86 e 91 e sempre a causa di forza maggiore) ha offerto il meglio del meglio, dando visibilità ai “Nobel” della pista di segatura.
Ranieri e la principessa Grace
La decisione di Ranier Louis Henri Maxence Bertrand Grimaldi di creare un Festival che, anche nell’immaginario collettivo, collocasse il circo sullo stesso piano delle arti nobili, come il cinema, coniando il famoso Clown d’Oro (come l’Oscar per la settima arte), è stata vincente. Dalla edizione del trentennale, nel 2006, il Principe amante del circo non è più tra noi e a raccogliere quella importante eredità e passione sono stati i figli, Alberto e Stéphanie, ma in particolare la principessa, che ha assunto la presidenza del Festival. E proprio con lei Circo.it ha realizzato l’intervista esclusiva che pubblichiamo.
Tre i temi principali che emergono, tutti molto significativi. Primo: il Festival è stato e continua ad essere un investimento su ciò che di meglio il circo tradizionale continua ad offrire, nella convinzione che classico e tradizionale non sono sinonimo – quando bene interpretati – di vecchio e superato, ma anzi di continuamente nuovo. Secondo: circo e benessere degli animali possono benissimo convivere, ed anzi “devono”, come spiega la principessa nella intervista. E’ fuori dal mondo, e forse anche un po’ accecato dai pregiudizi, chi pensa il contrario.
Flavio Togni, Clown d'Oro al Festival di Montecarlo
Anche su questo aspetto il Festival ha ormai segnato la rotta mostrando come l’ammaestramento in dolcezza sia la cifra del circo. Nel corso degli anni sono stati decine e decine i Clown d’Oro, d’Argento e di Bronzo assegnati dalle giurie che si sono succedute ai numeri con animali, fra i quali svettano nomi italiani: Togni, Casartelli, Orfei, Nones. E fra l’altro, è bene ricordarlo, l’Italia si piazza al quarto posto nella classifica complessiva delle statuette assegnate al Festival (dopo Russia, Cina e Corea del Nord) e al primo posto fra le nazioni occidentali. Nella grande famiglia del circo non ci sono differenze fra la principessa che ama gli animali e le loro esibizioni sotto allo chapiteau, al pari di quelle con clown e acrobati, e chi il circo lo fa da generazioni. Lei si batte per gli animali, di recente ha preso posizione anche in difesa di Baby e Nepal, i due elefanti del circo Pinder che le autorità di Lione vorrebbero condannare a morte per una presunta tubercolosi, e sa bene che nei circhi le specie esotiche e non, vengono trattate con ogni cura. Terzo: la centralità delle scuole di circo e il loro peso sempre più decisivo nel tramandarsi di un’arte che ha bisogno di “palestre” e di maestri qualificati per continuare ad essere il più grande spettacolo del mondo.
Il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo si appresta a vivere la 37esima edizione, che si preannuncia come al solito molto qualificata. Quali criteri hanno fatto da guida nella scelta degli artisti che si potranno vedere sulla pista di Fontvieille dal 17 al 27 gennaio?
Direi sempre gli stessi criteri: presentare i migliori numeri del momento nelle discipline dell’acrobatica, della comicità e dell’ammaestramento degli animali, i tre pilastri del circo tradizionale.
Le sorelle Azzario con la principessa Stephanie e Pauline (foto Reuters-Eric Gaillard pubblicata da Paris Match)
Il Festival è anche una eccezionale vetrina che permette di leggere lo stato di salute del circo: quali ritiene siano le nazioni più interessanti e significative oggi sulla scena mondiale? Come valuta il ruolo dell’Italia?
Russia, Ucraina, Cina, grazie alle loro “scuole” di circo. Il circo italiano ha proposto e continua a proporre dei buoni numeri di giovani artisti, ma può fare molto di più.
Il tema del benessere degli animali ha assunto un impatto considerevole sull’opinione pubblica: a suo parere gli animali nei circhi sono un aspetto superato e da abolire oppure devono continuare ad essere parte integrante dello spettacolo sotto allo chapiteau? Ritiene possano coesistere il benessere degli animali e il loro impiego nei circhi?
Naturalmente tale coesistenza è possibile e necessaria. Per quanto riguarda il Festival diamo il nostro contributo in questa direzione, osserviamo i regolamenti europei e vigiliamo affinché tali regolamenti vengano rispettati da parte di tutti gli ammaestratori che portano in pista numeri con animali.
Braian Casartelli sulla pista del Festival di Montecarlo
Insieme al Festival principale, quest’anno si celebra la seconda edizione di New Generation: perché un Festival dedicato ai giovani artisti e come giudica il livello qualitativo delle nuove leve del circo? Quale ruolo vede per le scuole di circo nel formare gli artisti del domani?
New Generation è un evento importante sia per gli artisti che per noi. Mia figlia Pauline si occupa di questo Festival con passione ed entusiasmo. Le scuole del circo giocano un ruolo importante, che è quello di sviluppare numeri che possano affermarsi per la loro qualità e dunque favorire una carriera professionale dei giovani artisti. Io penso che la migliore riuscita di tali numeri sia di svilupparli con più immediatezza e meno “racconto”, che risulta difficile da seguire…
Lo scorso 1° dicembre Benedetto XVI ha accolto in Vaticano tutta la grande famiglia del circo, non solo italiana, ed ha pronunciato parole di forte sostegno e incoraggiamento ai circensi, ma ha anche valorizzato alcuni valori portanti che la gente del circo esprime: l’accoglienza, l’ospitalità, il coraggio, la capacità di stupire e suscitare meraviglia. Per lei qual è il Dna più autentico e profondo della gente del circo, e cosa la affascina di più?
Il Papa mentre accarezza il leoncino durante un momento dell'Udienza dello scorso dicembre

Il mondo del circo è prima di tutto una grande famiglia. I suoi valori fondanti sono il rispetto e la solidarietà ma, soprattutto, tutti i suoi componenti sono animati dalla stessa passione.
Quali nuovi traguardi immagina per il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo? Pensa che il modello attuale continuerà ad essere replicato ancora a lungo oppure le piacerebbe introdurre qualche innovazione?
Il Festival funziona molto bene così com’è e il nostro sforzo è quello di seguire le tendenze del momento preservando i valori del circo tradizionale.

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