di Antonio Buccioni
Ho appena assistito, ahimè, all’incontro Sassuolo-Lazio terminato 2 a 2 con una prestazione da vomito della mia amata squadra. Ne ho tratto tuttavia determinazione più che sufficiente per esprimere una serie di concetti maturati in me nelle ultime ore.
In queste ore Livio, Corrado e Davio Togni, stanno imbarcando il proprio storico complesso in quel di Livorno con destinazione regno del Marocco, avendo per altro già i loro giovani figli e nipoti un complesso di stanza in Algeria. Forse anche cedendo per un attimo a derive romantiche che non mi posso consentire quale presidente di organizzazione sindacale e anche non sfuggendomi le responsabilità organizzative che la direzione del complesso deve oggettivamente assumersi nella circostanza, non v’è dubbio che la mancanza dello storico marchio Darix Togni nel panorama nazionale nelle prossime solennità natalizie mi genera un profondo sentimento di tristezza. Nell’Italia del Natale 2013 non c’è posto per un complesso di siffatta storia.
Il primo: Civitavecchia costituisce un’area di transito soprattutto per le isole di straordinaria importanza strategica: ogni volta che un intervento possa costituire un beneficio del momento per un’impresa unito ad un corrispondente successo categoriale dimentico nell’interesse generale l’appartenenza o meno del richiedente all’organizzazione ritenendo l’eventuale successo un beneficio per tutto il circo italiano.
Secondo. Non v’è dubbio che da un punto di vista giudiziario l’anno sta al momento e con la dovuta cautela risultando addirittura trionfale per l’Ente e per le sue battaglie: se i fondi che i soci verseranno saranno sufficienti, sarà possibile perseverare in questa azione altrimenti, inesorabilmente, occorrerà successivamente limitarsi ai capoluoghi di provincia, poi ancora ai capoluoghi di regione, infine alle città più importanti. Personalmente non sono in grado, né nell’ordine di idee, di allestire una zecca clandestina.
La prima puntata sarà dedicata al Senatore Sandro Bondi, forse il peggior Ministro dei Beni e delle Attività culturali della storia della Repubblica, di cui riporteremo i reiterati indirizzi di saluto e di sostegno in occasione di diverse e successive edizioni del Festival del Circo Città di Latina, nonché le recentissime dichiarazioni probabilmente ispirate da nuovi affetti travolgenti il buon senso e l’intelletto rese la scorsa settimana nell’aula di Palazzo Madama.
Nella settimana che si va chiudendo un direttore mio amico ha ricevuto in dono per il suo compleanno, tra altri oggetti e pensieri, alcune rose ringraziando conseguentemente in via telematica l’anonima ammiratrice (o ammiratore che possa eventualmente essere l’artefice). Essendomene stata attribuita da qualcuno l’iniziativa, premesso che l’interessato, che non si dolerà delle mie parole, seppure molto simpatico non rappresenta da un punto di vista estetico esattamente la materializzazione del David di Michelangelo, debbo in ogni caso desolatamente confessare che sul tema dell’orientamento sessuale o sentimentale risulto radicalmente ancorato a valori tradizionali e per certi aspetti antiquati rispetto alle tendenze odierne di parte della società. Nel particolare non ho ritenuto inviare un fiore in tutta la mia vita, da vivo, ad un uomo, neanche a Senad Lulic quando con il suo goal, il 26 maggio scorso, ha permesso a me e al mio popolo biancoceleste di scagliare in faccia alla Roma giallorossa la Coppa Italia. Per la serie è meglio pascolare in altri campi.
Mi aspetta, anzi ci aspetta, una settimana di estenuanti battaglie parlamentari e fuori dalle sedi istituzionali. Chiunque desideri essermi minimamente di aiuto mi eviti attraverso un diverso e per quanto possibile più solidale rapporto con i colleghi di esaurire tempo, fantasia e voglia accesa di combattere in querelle al momento da soprassedere pur nell’impegno di non lasciarle sine die inevase. Buona settimana di lavoro a tutti.