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Se il fachiro fa lezione in Università

Gli studenti all'esterno dell'università per il laboratorio di Daniel Romila (servizio fotografico di Stefania Ciocca)

Interventi ricchi anche oggi alla terza giornata di studio sulle arti circensi.
La giocoleria e l’insegnamento hanno tenuto banco in tre diversi momenti della giornata, prima con il proseguimento del laboratorio di Daniel Romila che grazie al tempo clemente si è spostato nel cortile dell’università; poi, a metà giornata, quando Daniel si è trasformato in conferenziere per parlare della sua storia personale e del suo lavoro con Parada; e infine al termine degli incontri con Adolfo Rossomando, direttore di Juggling Magazine e dell’associazione Giocolieri e Dintorni che da tempo porta testimonianza del ruolo che l’insegnamento delle arti circensi, soprattutto in ambito universitario e abbinato ad altre situazioni (come quelle mediche), sta assumendo. Dunque un diverso modo per indicare una via a chi in queste mattine sta scoprendo qualcosa di nuovo e che in futuro potrebbe occupare un ruolo diverso.
Nel pomeriggio i ragazzi non hanno potuto fare a meno di riconoscere un beniamino d’infanzia in Carlo Rossi, bravissimo attore già membro della storica Filarmonica Clown, ma ricordato dagli studenti (per ragioni anagrafiche) per il ruolo di Empirio nel programma targato Rai L’Albero Azzurro.

Carlo Rossi

Carlo Rossi ha parlato di che cosa, o meglio di chi sia il clown per lui e di quali sono stati i suoi inizi. E salta subito all’occhio notare come davvero il piccolo e il grande abbiano le stesse origini e rispondano alle stesse ricette, perché dall’esperienza raccontata dall’attore emerge che la strada per arrivare ad essere quello che si è parte da un fallimento, passa da un ripensamento (o rinnovamento) e prende il via col rischio. Proprio come ieri raccontava Patrick Flynn del Cirque du Soleil: strade e percorsi differenti ma modalità di affrontare la vita più simili di quanto non si pensi. Poi naturalmente ci devono essere fortune e predisposizioni, le ultime come ricorda Carlo Rossi erano presenti in lui già da bambino, le prime sono arrivate in corrispondenza degli esordi da ventenne quando incontrò Bolek Polivka, il maestro e fautore dei primi successi della Filarmonica Clown. Un intervento infarcito di esperienza personale che ha saputo riscontrare interessi e curiosità soprattutto da parte di quei ragazzi che in questi anni hanno iniziato un proprio percorso di esplorazione artistica, nel circo o nel teatro.

L'intervento di Francesco Mocellin.

Si sono accese anche delle polemiche quando Francesco Mocellin ha dato avvio al proprio intervento riguardante gli animali nel circo: pur spiegando quali siano le origini e le modalità di attuazione dell’addestramento che oggi consente e permette quella che i circensi chiamano la perfetta armonia tra uomo e animale, non sono mancati degli attimi di dibattito acceso, poiché l’imperante animalismo, moderato o più spesso esagerato, diffonde idee sbagliate che pervadono il senso comune. In questi casi è difficile arrivare ad un’unica risoluzione e il finale di partita si conclude con una parità.
Inutile dire che con un fachiro in programma le attenzioni siano state tutte per lui, Tom Blackthorn. Già il solo fatto che un tizio vestito di pelle nera, coi capelli lunghi striati di bianco e trattenuti da una bandana nera coi teschi si aggirasse per l’università con una spada in mano destava di per sé attenzione.

Il fachiro Tom Blackthorn

Poi la spada l’ha ingoiata e esortando indirettamente a non lesinare su applausi si è piegato in avanti. Sempre con la spada all’interno del suo esofago, probabilmente divenuto dopo anni naturale fodero della stessa. Tom Blackthorn ha un carisma direttamente proporzionale al suo aspetto: si fa notare e non manca di conquistare l’uditorio. Rappresenta la tipica incarnazione del sogno di bambino perché mostra delle sue fotografie da piccolo in cui si ravvisavano tutti gli elementi che poi lo avrebbero caratterizzato da grande: il bambino che reggeva in mano una biscia d’acqua anni dopo avrebbe avuto sulle spalle un pitone, il piccolo rapace di un tempo è divenuto un enorme gufo, la passione per un cartone animato incentrato sul travestimento carnevalesco si è trasformato in realtà. La dimostrazione di come ingoiare con semplicità una spada si è accompagnata alla visione di alcuni video dove si vedevano prodezze di questo genere in quanto Blackthorn è detentore di otto guinness mondiali tra cui sollevare 12 chili con la lingua o ingoiare martelli pneumatici. Naturalmente accesi.
Le domande sono state numerose: le risposte sono state spesso ironiche ma non hanno nascosto che dietro alla scelta di intraprendere una carriera artistica estrema c’è comunque una mente calcolatrice, consapevole e comunque desiderosa di un esibizionismo mirato a compiacere il pubblico.

Carlo Rossi

Un desiderio di esibizionismo nato in Blackthorn quando a cinque anni i genitori lo hanno messo su un palco con una chitarra; da quel momento Blackthorne realizzò che qualunque cosa avesse fatto nella vita sarebbe stata davanti ad un pubblico di occhi attenti. Il calcolo avviene proprio attraverso lo studio e la valorizzazione del proprio numero se pensato per il pubblico, la consapevolezza è quella di sapere che ci si può danneggiare (e che un giorno la lingua potrebbe dividersi a metà rendendola simile a quella dei rettili). E l’ironia, non manca mai: alla domanda “è capitato che qualche fachiro morisse?” la risposta è stata “si, ma così c’è più lavoro per noi!”.
Stefania Ciocca

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