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Moira più il Circo di Mosca, il Circo sul ghiaccio di Moira Orfei, Moira degli elefanti. L’ultimo è solo uno dei tanti appellativi guadagnati dalla regina del circo Moira Orfei, gli altri si riferiscono ad alcune delle produzioni che hanno fatto la storia di questo complesso. Dopo il recente “il bacio del leone”, momentaneamente accantonato, si è ritornati al classico spettacolo arricchito di musiche, balletti e scenografie molto attuali ed originali. Le coreografie sono affidate al belga Francis Demarteau, le musiche al compositore Osvaldo Camahue. Questa è la prova che molto spesso la scelta di affidarsi a dei professionisti esterni al mondo del circo, invece di improvvisarsi presuntuosamente registi, produce i suoi frutti.
La passerella iniziale di alcuni degli artisti, accompagnati da graziose ballerine, dà inizio allo show. Al tappeto elastico dei Wulber in versione Blues Brothers viene affidato il compito di scaldare il numeroso pubblico. Un susseguirsi di salti mortali vari e ripetuti eseguiti con tempi perfetti, culminanti con il tanto acclamato triplo salto mortale.

Gyula Saly (Foto Giovanni Lagorio)
Al termine, fa la sua prima apparizione in pista il clown Gyula Saly seguito successivamente dai cavallini pony del duo Jostmann e in sequenza dagli eleganti cavalli in libertà del tedesco Gerd Koch. Quest’ultimo, più che un addestratore sembra un provetto direttore d’orchestra. I cavalli eseguono con ordine e disciplina le indicazioni del maestro, il quale pur se non immune da una marcata teatralità, riesce ad ottenere un buon risultato di classe e dinamicità. Liberata di gran carriera la pista, con l’ausilio di Gyula Saly che intrattiene il pubblico, è la volta del giocoliere Michael Olivares. Numero ben eseguito. Prima cinque palloni da calcio più palline da ping pong lanciate in aria contemporaneamente, e poi le clave. Elevata velocità e buona tecnica. Sembra che riesca a jonglare ad un certo punto perfino con i piedi. Si prosegue con lo show e con l’eleganza grazie al trasformismo del duo russo Monastirsky. Lontani dai goffi cambi di abiti che si vedono solitamente in giro, si destreggiano con disinvoltura e sicurezza in una performance molto riuscita. Si rivede, dopo tanto sfoggiare di colori, Gyula Saly accompagnato dalla moglie Elisa alle prese con diversi strumenti musicali. Non è la classica ed esilarante entrata musicale stile Rastelli alla quale si è abituati, ma è più che altro un campionario di virtuosismi molto apprezzati.
Stefano Nones Orfei (foto Giovanni Lagorio)
A questo punto è la volta della vedette Stefano Orfei Nones con l’alta scuola di equitazione e di seguito con l’elefante impegnato nello spericolato passaggio della morte. E’ il momento di volgere gli occhi al cielo per ammirare il duo aereo Dea Faggioni – Michael Olivares. Numero farcito di romanticismo e canzoni sdolcinate (queste ultime un po’ discutibili) eseguito con garbo ed ottima tecnica. Sicuramente uno dei migliori. Dopo i canonici quindici minuti d’intervallo, con l’immancabile visita allo zoo, si ritorna a passo di musica con l’orchestra dal vivo diretta dal maestro Richard Rejdjch che introduce la gabbia di Stefano Orfei Nones. Un folto gruppo di nove tigri tra siberiane e del Bengala alle prese con diversi esercizi. Il tutto con un finale mozzafiato e inusuale per un numero di gabbia che vede Stefano impavidamente trasportare su una moto due splendide tigri e addirittura baciare con sicurezza un bell’esemplare di leone bianco.
Michael Olivares
Terminato il numero, fa capolinea ancora una volta il clown Gyula Saly. Con la complicità della moglie inscena un’entrata dei campanelli molto credibile e molto apprezzata dal pubblico.
Al trapezio volante dei Wulber il compito di chiudere lo spettacolo col botto. Passaggi precisi ed essenziali, con annesso triplo salto mortale, mettono in risalto la forma sempre smagliante di Gilda dei leoni (un importante passato da addestratrice di belve feroci) e dei suoi fratelli. Il puntuale ringmaster Giorgio Vidali conduce tutti nel suggestivo finale. E’ uno show confezionato in maniera professionale, seppur lontano dai fasti del passato, che di sicuro soddisfa le aspettative del pubblico, ma non guasterebbe un ricambio nell’ossatura artistica, invariata ormai da anni, in controtendenza rispetto a ciò che avviene nei grandi circhi europei.
Michele Casale

Spettacolo visto a Potenza il 31 maggio.