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Quando sono giù mi ricarico al circo

Foto Maja Galli (anche in home page)

Quando sono triste, vado al circo. Adoro clown e acrobati. I primi strappano risate anche a chi ha tante ragioni per piangere. Ma grazie ai pagliacci per qualche ora non lo fa. Gli acrobati, poi. Quelli sono proprio angeli scesi dal cielo. Volano sui loro trapezi, sospesi tra il cielo e la terra. Leggeri come farfalle. Saggi come santoni. Colpiscono per la capacità di essere felici. Qualcosa di immenso. E semplice. Ero alla caffetteria di un famoso circo internazionale, nei giorni scorsi. Non ho creduto ai miei occhi quando ho visto la bellissima vedette del primo numero al bancone: quella ginnasta che volteggiava appesa a un sottile cavo d’acciaio, in barba alla forza di gravità, lavava le tazzine. Loro, questi artisti, non conoscono distinzione tra lavoro manuale e intellettuale. Nel loro essere, umile e insieme grandioso, hanno messo pace tra muscoli del corpo e coscienza di sé. Spesso senza neanche saperlo.
Oggi – il blog di Gabriella Montali

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