Ha costruito la sua carriera politica sugli animali, Michela Vittoria Brambilla, anche se in parlamento dovrebbe rappresentare gli italiani che non arrivano alla fine mese, coi conti correnti prosciugati dalle banche in fallimento, i milioni di disoccupati, gli operai che perdono il lavoro, i pensionati costretti a mettersi in fila alle mense della Caritas.
Eppure apre bocca e televisioni e carta stampata le danno spazio, anziché chiederle conto di come impiega il suo tempo di deputata lautamente pagata dai contribuenti, considerato che secondo l’indice di produttività rilevato da Openpolis figura al 341° posto su 630 deputati, con l’1,83% di presenze (valore medio 67,38%), il 25,24% di assenze (valore medio 21,70%) e il 72,93% di missioni (valore medio 10,93%).
Oggi ha avuto la sua dose di pubblicità mediatica su Studio Aperto (e non deve aver fatto fatica ad ottenerla) dove ha sponsorizzato la sua proposta di legge per togliere gli animali dai circhi entro due anni. Animali che torneranno liberi nella savana? Macché! La paladina degli animali vorrebbe metterli in non meglio precisati “rifugi idonei”. Quali? Gestiti da chi? Forse dalle associazioni animaliste, magari grazie a sconsiderate e disinvolte elargizioni di denaro pubblico.
“L’onorevole Brambilla – nominata e quindi imposta, ovvero non eletta dai cittadini ma che siede in parlamento grazie alla casta della politica – può scordarsi di mettere le mani sugli animali dei circhi. Se dovremo prendere la via dell’esilio lo faremo in maniera dignitosa e fiera, dopo avere combattuto con ogni mezzo per opporci al sopruso, come si addice a chi voglia sottrarsi ad un regime illiberale ed oppressivo, e con noi verrà fino all’ultimo animale”, dichiara il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni. “Non permetteremo che i nostri animali, frutto di sacrifici e nati in cattività spesso all’interno dei circhi, vengano ‘ricoverati’ in lager anticamere della morte”. Buccioni aggiunge: “Rispediamo in toto al mittente il disprezzo che questo membro nominato del parlamento manifesta, non da oggi, nei confronti della gente del circo e confidiamo che non torni a sedere su quegli scranni nella prossima legislatura, visto anche il segno lasciato come pessimo ministro del Turismo, noto per avere fatto installare una quantomai kitsch e pletorica insegna di “ministro del turismo” in via della Ferratella, pur non essendoci nemmeno un ministero del turismo ma solo un dipartimento, e quindi la patacca dorata doveva servire a glorificare il titolare di una inesistente cattedra. Sarebbe il caso che la Corte dei Conti indagasse sulla vicenda, così come ha fatto sui “voli blu” della Brambilla, rinvenendo il danno erariale”.