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Platinette: “Il mio amore per Moira e per il circo”

Platinette con Lele Mora e Moira al circo Orfei (foto Olycom)

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Canta bene. Conduce benissimo. Scrive con classe. Conquista dai microfoni della radio e dai salotti televisivi con la stessa “natural”. E’ un talento genuino. E’ parmigiana e se ne vanta. Sa stare nel gran circo dello showbiz senza la spocchia di una divetta, come invece capita a molte delle sue colleghe. Non mette mai il cervello all’ammasso e di questi tempi è una benedizione.
Non è Suzanne Stone, l’ambiziosa di provincia che farebbe di tutto per sfondare in televisione. E men che meno è la bambola di ghiaccio che Nicole Kidman impersona senza troppa fatica nel film Da morire. E’ lo show che ci ha guadagnato nel farsi sfondare dal ciclone Platinette. Una che sa riempire con leggerezza e con pose da Maya desnuda la copertina di Pride ma che sa anche far volare pensieri non scontati. Un po’ elefantina e un po’ farfalla. Ci scherziamo noi perché ci scherza per prima lei. La “ragazza” ride della sua “estensione da provincia”. Una e uno. Vive in un mondo doppio. “Due identità, entrambe vissute e spesso in contemporanea”, dice di sé.
Si presenta con i suoi connotati da Maurizio Coruzzi nel forum di platinette.it e nello stesso ristretto spazio web esplode nello splendore delle sue mille parrucche in versione Platy. Nere, bianche, rosse, platino, argento, gialle… Un po’ tigre di Goro, un po’ Marge Simpson, un po’ Tina Turner. Un po’ Moira Orfei.
C’è stato bisogno di prenderla alla larga. Platy & Moira. Molti punti di contatto. Platinette parla di sé come di “una vita in viaggio, destinazione ancora sconosciuta…”
E Moira è l’icona del mondo del viaggio.
Parte da qui l’intervista di Circo.it a Platinette, discorrendo della regina del circo italiano. Forse del circo tout court.
“Il mio rapporto col circo è legato soprattutto a Moira, che per me è una sorella”, attacca. Stop. Riavvolgiamo la pellicola.
Col circo che rapporto ha avuto Maurizio Coruzzi?
I ricordi che mi tornano alla mente da bambino non sono molto netti, direi che l’ho frequentato raramente. Però quando ho cominciato a lavorare alla radio, a metà degli anni 70, andavano molto di moda le radiocronache. Mi mandarono a fare una diretta dal circo Orfei e fu un’esperienza un po’ paradossale, della serie: “Ecco, il leone apre la bocca” e così via.
Invece con Moira com’è andata?
A sancire la nostra amicizia è stato il programma di Rai 3 Milano-Roma, solo andata.
Ah sì, seicento chilometri di chiacchiere. Come nel caso di altre coppie famose: Fo-Ambra Angiolini, Corrado Guzzanti-Claudia Gerini e così via…
Esattamente!
Ma com’è Moira?
L’essenza stessa della donna. Se dovessi immaginare una novella Eva, non so di quale millennio dopo il nostro, la vedrei come Moira. Meravigliosamente eccessiva nell’aspetto ma fortemente salda nel rispetto delle tradizioni, dei valori, della famiglia. La famiglia come il luogo dal quale lei, indisturbata regina, controlla tutto. E’ molto tradizionale e al tempo stesso è una grande rivoluzionaria ed è questo il suo fascino. Nell’eccesso c’è una dose di buonsenso, di normalità e di rispetto per i valori che raramente si incontrano nel mondo dello spettacolo.
E poi come sanno tutti è una donna molto spiritosa e molto sincera, tanto da mettere a rischio dei rapporti a volte visto che non le manda certo a dire, e anche per questo mi piace. In lei vedo tutte le caratteristiche che rendono una donna interessante. Passare una sera nella sua roulotte al circo a fare due chiacchiere diventa un momento memorabile ….
Dai, facci capire ancora meglio per quale motivo.
Perché un po’ è bambina, un po’ è nonna, un po’ è donna seria, un po’ butta là delle cose che uno non ci può neanche credere. E’ un vulcano continuo che non si è spento nonostante i tanti anni di eruzione.
Cos’è il viaggio per Platinette?
Io non ho le roulotte ma le mie caravan sono le trasmissioni. Continuo a lavorare, come succede al circo, dove ciascuno ha un costume per fare il proprio numero. Io ho un mio costume quando metto su il circo della televisione che peraltro ha molte similitudini col circo vero, però è un po’ meno divertente. Anche in tv ci sono ballerine e trapezisti, …. è un continuo passaggio. Sono in viaggio continuamente alla ricerca di nuove mete.
Il tuo look quanto è debitore al circo?
Abbastanza, e uno dei miei riferimenti è proprio Moira. Il suo trucco, l’esagerazione nei dettagli, le sue unghie chilometriche, quei rossetti di colore improbabile e tutto il resto, fanno parte anche di me. Ed è quasi inevitabile che sia così perché Moira è un punto di riferimento, non a caso è diventata un’icona di quelle vere. Imperturbabile nel tempo, lei ha uno stile e siccome trovarlo uno stile proprio è molto difficile ci si rifà a quello altrui. Certo, io non sono una trapezista col costumino pronta a lanciarmi con o senza rete, anche perché la rete difficilmente mi reggerebbe…
Sulla tua pagina web campeggi vicino a una bella tigre (foto in home page, ndr). E’ un messaggio che ha a che fare con l’animalismo?
L’animalismo non mi appartiene. Io credo che non ci siano persone che abbiano più rispetto per gli animali di quelle del circo che con gli animali ci lavorano e dunque è loro cura, non fosse altro che per una forma di cinismo, tenerli al meglio perché costituiscono la loro risorsa, la loro fonte di sostentamento. Se uno non è completamente idiota capisce che chi deve lavorarci con gli animali non può che trattarli bene perché solo in quel modo gli renderanno. E poi ho visto Stefano Nones Orfei come si comporta con le tigri, lui si considera uno del branco, in un certo senso un animale fra gli animali… non penso ci possa essere una forma di immedesimazione maggiore. Devo anche dire che li ho visti come sono tenuti gli animali, ho fatto anche io il mio piccolo esercizio con le foche seppure per una sera sola …
Perché ridi?
Non è che mi sia riuscito benissimo perché purtroppo non ho molta dimestichezza. Ma ho visto l’amore che circonda queste bestie e mi dà un fastidio boia quando criminalizzano i circensi. Si sente dire spesso: “Lasciamoli tornare nel loro mondo… liberi”. Ma dove? Sono nati in cattività e il loro mondo è dove vivono, è quello del circo. Almeno stanno bene, sono curati, mangiano, fanno un “lavoretto”… Nessuno si scandalizza perché vengono addestrati i cani da salvataggio, ad esempio. Perché ci si deve scandalizzare se vengono addestrati gli animali per fare un numero, che poi fa divertire i bambini e i loro genitori?
Il sindaco di Parma, Pietro Vignali, ti ha fatto fare l’assessore alla cultura per un giorno. Un po’ per scherzo e un po’ per raccogliere da te suggerimenti utili per gestire al meglio quell’assessorato. Oggi alcuni comuni non trattano molto bene i circhi, li sbattono in periferia, pongono divieti. Se tu fossi davvero assessore come ti comporteresti?
Userei anzitutto la logica e il buonsenso, mettendo a disposizione i luoghi che hanno le caratteristiche per accogliere i circhi: facilmente raggiungibili, con un parcheggio adeguato e così via. Farei, insomma, come l’amministrazione di Parma che mi risulta si comporti bene perché il sindaco ha un grande amore per il circo. I divieti mi sembra siano forme travestite di animalismo, modalità per sabotare un po’ i risultati, non vedo altre ragioni.
Il tuo show a difesa di Diana ad Amici è stata una forte difesa della diversità e del talento contro l’omologazione. Ma oggi c’è spazio nello spettacolo per il talento?
Assolutamente sì. Non solo c’è spazio, ma c’è una coabitazione possibile tra chi il talento ce l’ha naturale come Diana e chi lo affina magari lavorando duramente. Anzi, non solo c’è spazio ma c’è necessità. Io non credo, come dicono in tanti, che i ragazzi che escono da Amici non abbiano talento, ne hanno eccome. Hanno scelto una strada diversa da quella del passato per farlo venir fuori, ma non ci trovo niente di male. C’è chi si scandalizza perché sarebbero dei ragazzini. Forse che per Morandi, la Pavone, Patty Pravo e compagnia cantante è stato diverso? La Pavone ha iniziato a 15 anni, Morandi a poco più, Patty ne aveva 18 appena compiuti. Ripeto, a quei tempi avevano solo un altro modo per far venire fuori il talento. Patty è stata “beccata” al Piper che ballava e cosa aveva di artistico? E’ stata messa alla prova e qualche mese dopo era Ragazza triste. Il modo di far venir fuori il talento anche in chi crede di non avercelo o non sa di avercelo, è cambiato nel corso degli anni e ben venga se oggi si è velocizzato. Fra l’altro i ragazzi non sono più ingenui e sanno benissimo che può durare o meno, come tutti i lavori che hanno a che fare con l’arte… la ruota gira.
Quindi tu hai un giudizio positivo dei giovani di oggi…
Certamente. I discorsi moralistici sul fatto che bisogna fare la gavetta non li condivido. Perché uno dovrebbe aspettare 4-5-10 anni e nel frattempo diventare frustrato, nevrotico, convincersi di non essere capace, se invece oggi i tempi richiedono un’altra velocità e ci sono delle possibilità per utilizzarle? Il bello dello spettacolo è questo: ognuno può scegliere la propria strada e il modo per arrivare a un obiettivo, sarà poi il tempo a dire se hai sbagliato qualcosa, se il talento non ce l’hai, se ti devi accontentare del cosiddetto sottobosco. Se non diventerai mai il numero uno te ne farai una ragione…

I talenti di Amici. Alessandra Amoroso

Magari al prezzo di una grande delusione, però!
Credo che non sia più come nelle prime edizioni, quando chi partecipava ad Amici era convinto di arrivare al successo. Amici non è un programma che regala illusioni ma una possibilità. Se sei bravo vieni fuori, altrimenti no. C’è gente che è venuta fuori all’inizio e tuttora lavora, molti altri si sono persi per strada. Ma quanti cantanti sono spariti anche solo dopo un’estate di successo? Tantissimi.
Hai seguito il dibattito sui tagli alla cultura, la levata di scudi del mondo dello spettacolo?
Si abbastanza…
Che idea ti sei fatta? Pensi che questi settori debbano continuare ad essere finanziati dallo stato a prescindere oppure no?
Penso vadano sorretti laddove c’è un bisogno reale. Quando per il cinema si decide di dare dei fondi a registi incapaci, magari solo per una serie di legami che hanno più a che fare con la politica che non con l’arte, allora non va bene. E per questo forse vedrei meglio a capo del ministero della Cultura un politico “tecnico” più che un politico puro. Nella cinematografia tante opere prime ce le potevamo risparmiare e finanziarle ha significato buttare via del denaro. E’ giusto che ci siano settori tutelati, ma con intelligenza.
Il circo è giusto che sia aiutato con i fondi del Fus?
Il circo ha una tradizione antica e non vedo perché se abbiamo sorretto l’Alitalia e la Fiat per decenni non possiamo tenere tra le nostre priorità anche un ambito come quello del circo che ha bisogno a volte di sostentamenti.
Che effetto ti fa sentire parlare di circo della politica?
A tutti i politici farebbe molto bene fare più spesso quello che ho fatto io per una sera da Moira, fra l’altro con molto divertimento. Sarebbe molto carino che per una sorta di paradosso di natura linguistica accadesse che i politici facessero un po’ di circo, non quello dell’aula parlamentare ma quello vero perché imparerebbero cosa vuol dire disciplina, regola, allenamento, sacrificio, cosa significa offrire al pubblico una buona prestazione …
Cos’è una buona prestazione per un politico?
Fare buone leggi. Se io ti voto è come se pago il biglietto per andare al circo e voglio vedere un bello spettacolo. Il politico deve fare bene il lavoro per il quale è entrato in parlamento, mentre spesso dopo qualche apparizione ci dobbiamo purtroppo ricredere sul suo conto. Lavorare al circo li aiuterebbe molto, non ho dubbi.”
Claudio Monti