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di Maurizio Accattato

PIC – Pronto Intervento Clown è un’esperienza partita da un quartiere popolare che si è allargata a una città e poi diffusa in altre realtà, con Festival e manifestazioni che coniugano l’arte e l’attenzione verso il prossimo, diventando strumento educativo e di rinascita. 

Maurizio Accattato nei panni di Morris

Il Pronto Intervento Clown nasce a Milano nel 2006 per rispondere a un’esigenza culturale nell’allora quartiere popolare per eccellenza, l’Isola, zona in cui c’era la necessità di intervenire con una proposta dedicata ai giovani, capace di coinvolgerli attivamente per rispondere non solo alle loro urgenze, ma soprattutto facendo in modo che si mettessero in ascolto verso l’esterno. Negli ultimi tempi si sono si aggiunte le difficoltà di comunicazione con i giovani facenti parte di famiglie straniere, che faticano ad integrarsi e spesso scelgono di isolarsi nelle loro cerchie; ovunque si vedono assembramenti di minorenni, che usando la tecnica primordiale del branco, dimenticano il rispetto nei confronti del prossimo. La situazione è sotto gli occhi di tutti, e le istituzioni non hanno gli strumenti (e a volte la volontà) per affrontare questi problemi. Questa è diventata da tempo la nostra missione: ci impegniamo con progetti volti a coinvolgere prima di tutto i più piccoli, per poi arrivare gradualmente ai ragazzi e alle famiglie, lavorando nei territori dove c’è fragilità e bisogno. Questo accade sempre in occasione del Milano Clown Festival, perché attraverso gli spettacoli è più semplice avvicinare il pubblico, ma poi il percorso continua nel periodo successivo, nel quale, approfittando dell’attenzione ancora viva, si può proseguire con un lavoro educativo che tiene conto delle differenze culturali e sociali, rivolgendosi ad un pubblico molto ampio grazie all’uso del linguaggio non verbale.

Un’azione dei PIC fuori dalla Stazione Centrale di Milano

Il Milano Clown Festival nasce da un’esigenza artistica e sociale: è pensato da un clown che si è voluto ispirare a Paolo Grassi – io, nelle mie vesti di Moriss – e fatto da clown. La nostra sfida è quella di montare due chapiteau in mezzo ai grattacieli di una metropoli, creando un contatto o meglio uno scambio tra il pubblico e gli artisti. Siamo sin dall’inizio sostenuti dagli assessorati alla Cultura e Tempo Libero del Comune di Milano, a riprova del fatto che la mia e nostra missione, dopo quindici edizioni ininterrotte di festival, è realmente necessaria. Il desiderio di sensibilizzare la città e i suoi cittadini su un progetto territoriale di apertura al Teatro Urbano e Nuovo Circo per coinvolgere gli oziosi viandanti, le realtà circostanti, le diversità e i disequilibri della società attuale, trasformando gli ambienti e creando socialità, è divenuto un percorso vincente. Il Festival Internazionale sul Nuovo Clown e Teatro di Strada è diventato una tradizione che si rinnova durante il Carnevale ambrosiano, la festa popolare per eccellenza, in cui numerosi artisti e compagnie internazionali di nuovo circo, giungono in città con spettacoli, performance, musica, installazioni artistiche, narrazioni interattive e molto altro, durante i quattro giorni ininterrotti della kermesse, secondo un programma di ben 150 appuntamenti tutti a ingresso libero e gratuito. Gli spettacoli sono programmati in contemporanea in 21 luoghi, soprattutto al quartiere Isola di Milano dove la manifestazione ha il suo cuore, nelle location all’aperto e al chiuso tra giardini condivisi, teatri, aree pedonali, sagrati, piazze e pub. L’edizione 2024 è stata dedicata al clown al femminile e alla figura artistica e umana di Franca Rame scelta come portavoce ideale del messaggio. Con il titolo Speriamo che sia femmina! si è voluta pronunciare una dichiarazione di intenti offrendo una visione attuale dell’arte del clown, rappresentata dal coraggio, dalla creatività e da una autentica rottura degli schemi da parte delle artiste che scelgono questa forma espressiva. Se è vero che il clown è l’artista più libero, il clown al femminile lo è ancora di più perché riflette un’urgenza espressiva, una risposta spontanea e profonda alla retorica sul mondo femminile e sui gravi problemi dell’attualità, ma in chiave dissacrante e autoironica.

Il pulmino di PIC durante il Milano Clown Festival

Il Clown Festival è popolare per sua natura, nato per essere aperto a tutti e dove ciascuno può sentirsi come in una grande casa accogliente, ma senza porte. Riprendendo la sua storica azione culturale, ha portato in scena le speciali performance spettacolari “Educazione all’affettività” in programma ai Giardini Franca Rame al quartiere Adriano, al Parco Trotter e lungo il percorso della Parata capitanata dal PIC-bus con a bordo Artisti e musica live. La scelta degli spettacoli in programma è dunque andata nella stessa direzione, con proposte particolarmente suggestive – grande presenza delle strutture aeree e acrobatica – molta musica grazie alle band itineranti e la partecipazione di artisti internazionali. Con l’impegno e il patrocinio della Fondazione Fo-Rame si sono svolti gli appuntamenti socialmente più significativi del programma, con l’inaugurazione della XVII edizione ai Giardini Franca Rame del Municipio 2 come la giornata, intitolata FRANCAmente Day, che ha visto un programma dedicato quasi completamente alle realtà istituzionali più bisognose di attenzione, con un tour di spettacoli e musica che ha toccato la Casa della Carità, l’Ospedale Buzzi, il Geriatrico Redaelli, la Scuola Crespi-Lambruschini, le Scuole del Parco Trotter e via Padova.

Accattato e i PIC all’Università Statale di Milano durante le Giornate di Studio sull’arte circense

L’esperienza del Milano Clown Festival ci ha portato a un nuovo progetto, partito da una lettera di aiuto di una mamma di Anagni, Alessia Isopi, indirizzata a me e ai PIC, nella quale raccontava la situazione di disagio che vivono i giovani della città, con problematiche come il bullismo e vere e proprie forme di aggregazione violenta: […] La città non dispone di spazi di aggregazione per i ragazzi, di laboratori di quartiere, di luoghi di educazione diffusa dove proporre progetti di vita e ascolto attivo; le associazioni (sportive, culturali, di volontariato…) fanno un grande lavoro, le compagnie teatrali, la cui tradizione ad Anagni è molto forte e sentita, pure incanalano verso l’arte tante belle giovani energie, ma, ahimé, avverto che c’è ancora tanta disgregazione, troppo individualismo in ognuno di noi […] Abbiamo così pensato a qualcosa di nuovo, che ha preso il via con le due giornate dello Slam Clown Poetry Festival, ed è proseguito con un programma speciale di educazione all’affettività a partire dai più piccoli. L’idea del festival ha creato un fermento in tutta la città di Anagni, che ha coinvolto non solo i genitori, le associazioni, le compagnie teatrali, le biblioteche, le scuole, ma anche la banda e gli sbandieratori. Abbiamo attraversato tutte le periferie per diffondere il programma del Festival per invitare la popolazione ad assistere agli spettacoli, ad un convegno sull’affettività, e al debutto di un nuovo spettacolo dove ognuno ha avuto la possibilità di dire la propria sulla difficoltà di volersi bene oggi: lo Slam Clown Poetry aperto a tutti.

Alcuni bambini di Anagni in un momento di spettacolo

Abbiamo cercato di valorizzare tutte le realtà culturali, sociali ed educative della Città di Anagni e del territorio. Tra gli attori coinvolti ci sono state le scuole di musica locali, band e numerose compagnie teatrali. Alle loro esibizioni si sono aggiunte le parate capitanate dalla Murga Los Adoquines de Spartaco e l’appoggio di associazioni sociali ed educative che si occupano della salute psicologica e psicofisica come Universalmente Integrati che sono stati accompagnati da Giovanni Centanni, artista multiforme e musicista molto amato sul territorio. Erano presenti l’associazione Crescendo Insieme, con una coreografia con ragazzi diversamente abili, l’associazione Parole in Gioco, che si occupa del disagio degli adolescenti, e il Centro Diurno ANFFAS Fiuggi, che si sono esibiti insieme ai ragazzi del diurno, nelle vesti di Clown Dottori nel centro storico di Anagni cercando di far divertire i passanti. Lo Slam Clown Poetry Festival è stato molto di più di quanto potessimo desiderare. Ha dato modo di dare voce e di offrire ascolto incondizionato, abbracci, commozione e sorrisi e a parte l’evento “spettacolare”, che ha unito e messo in dialogo tra loro le tante realtà cittadine e sociali di Anagni, la nostra risposta è stata quella di creare appositamente per questa comunità il progetto “a.e.i.o.u. Circus”, e cioè un percorso formativo sull’alfabetizzazione all’affettività per i più piccini e i ragazzi. Vista l’accoglienza, l’interesse e i benefici che, grazie ad un approccio apparentemente giocoso siamo riusciti ad ottenere, vogliamo esportare questa nostra idea anche nella nostra città, che come sappiamo soffre delle stesse problematiche sociali, soprattutto tra i giovanissimi. Grazie alla nostra lunga storia sulla strada, nei quartieri difficili di Milano e delle periferie, all’attività nelle scuole di ogni grado, possiamo dire di conoscere bene il territorio. Infatti, collaborando con personalità e realtà milanesi con cui abbiamo un rapporto di reciproca fiducia, stiamo organizzando il progetto per i quartieri dei Municipi 2, 9 e 3.