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Pellegrini Brothers: scolpire il destino

Ciò che ritengo drammatico è che l’uomo di questo secolo ha perduto la facoltà di aprirsi al mondo, ed è sempre meno disponibile nei confronti dell’immaginario, della poesia, del linguaggio, del Caso. Dico questo perché il Caso esiste: ma non intendo qui caso nel puro significato linguistico del termine, in quanto il Caso è sempre una specie di Destino. Non si incontra questa o quella persona a quell’ora e in quel luogo senza che ciò non rivesta un significato particolare.
Dimitri (da Dimitri clown di Patrick Ferla, 1979, Pierre-Marcel Favre)

Ivan, Erdeo, Andrea e Natale (foto Erica Abelardo)

Nell’ambito del Festival Internazionale del nuovo circo “Funambolika”, lo scorso mercoledì 4 luglio si è svolto a Pescara il Gran Gala du Cirque. Cast stellare, impreziosito quest’anno dal miglior numero di mano a mano in circolazione, quello dei fratelli Pellegrini: Ivan, Erdeo, Andrea e Natale. La loro è una storia interessante. Una storia di talento e creatività, di volontà e costanza, di impegno e di amore per il proprio lavoro. Iniziata, come avviene nelle famiglie circensi, attraverso la trasmissione dei saperi dai genitori ai figli accompagnata dalla consapevolezza che umiltà e sacrificio, al pari dell’allenamento quotidiano, sono valori fondamentali e ciò basta a spiegare come mai i grandi risultati non sopravvengono niente affatto per caso. I quattro fratelli Pellegrini non hanno frequentato scuole di circo, la pista è stata la loro scuola.
Nel 1978 i due maggiori lavoravano da Nando Orfei con un numero di bolas e di corde. Nel cast di quella produzione c’erano le Alexis Sisters (sorelle dei non meno celebri Alexis Bros.) con un numero di mano a mano che aveva attirato la loro ammirazione. Una volta deciso di cominciare a prepararsi per affrontare quella specialità hanno iniziato un allenamento specifico sotto la guida del padre. All’epoca facevano le verticali per puro piacere, ma il duro addestramento mirato a scolpire la muscolatura per affrontare gli sforzi tremendi richiesti da quel genere di prova atletica lo intrapresero solo dal 1978. Conclusa la stagione da Nando Orfei passarono al circo Takimiri. Lì, provando tenacemente figure di mano a mano di loro creazione sempre in due – gli altri fratelli erano all’epoca ancora piccoli – avevano iniziato a mettere a punto quello che in seguito sarebbe divenuto uno stile praticamente inimitabile. Nell’arco di qualche mese si sentirono atleticamente pronti. Le basi per disegnare le figure non gliele aveva spiegate nessuno. L’unico modello restava il numero delle Alexis e una volontà creativa fuori dalla norma.

I Fratelli Pellegrini a Italia's Got Talent (foto Virginia Farneti)

Le loro figure sono state sin dagli esordi l’espressione di una visione artistica e professionale affatto personale. Dopo il debutto da Takimiri nel novembre 1979 e tre anni sempre in due, dal novembre 1982 hanno iniziato a presentarsi in quattro: i due fratelli più giovani adesso erano pronti. Nel corso degli anni Ottanta il loro ambito lavorativo sono stati i night-club. Lavoravano nei migliori locali italiani, ma non avevano contatti con l’estero. L’avvio della loro seconda vita professionale è avvenuto nell’estate 1988. Avevano ottenuto un ingaggio di due mesi a Fiabilandia, un parco tematico nei pressi di Rimini. Lì furono visti da un collaboratore di Liana Orfei che offrì loro un contratto per il Golden Circus. Avrebbero debuttato quello stesso dicembre. Nell’autunno 1988 ancora night-club e, per ambientarsi alla pista col numero in quattro, prima di recarsi a Roma avevano lavorato per tutto novembre al circo Tribertis. Dove si manifestò la seconda magica concomitanza del 1988. Un agente di Ringling Bros. and Barnum & Bailey proprio quel mese era passato da Tribertis per visionare un numero con uno scimpanzè ammaestrato, ma quella sera, dopo lo spettacolo, andò invece da loro per proporgli di recarsi negli Stati Uniti. Infine, a dicembre, arrivò il momento del debutto al Golden Circus. La produzione era straordinaria. I fratelli Pellegrini erano quasi intimiditi dalla sua ricchezza. La prima sera Moira Orfei e sua figlia Lara vollero assistere allo spettacolo. I fratelli Pellegrini iniziavano allora il numero sfilando un fiore dal taschino della giacca per offrirlo a una signora. Natale Pellegrini si avvicinò a un palchetto di bordo pista e consegnò il suo a Lara Orfei. Natale Pellegrini e Lara Orfei si sarebbero sposati nel novembre del 1989.
Non solo Lara, ma quella sera anche Moira era rimasta particolarmente colpita da loro e gli propose un contratto. E come se non bastasse, esattamente come aveva promesso, l’agente di Ringling si recò effettivamente a Roma in quei giorni proprio per perfezionare il contratto americano. Chiusa la stagione al Golden Circus, nei primi mesi del 1989 i Pellegrini ripresero il lavoro nei night-club con una serie di spettacoli, anche al Casino di Saint-Vincent, e da maggio a novembre divennero l’attrazione di forza nello spettacolo di Moira Orfei.

Davanti a Benedetto XVI

Finalmente, il 19 novembre 1989 avvenne la partenza per gli Stati Uniti. Non erano mai stati oltre i confini italiani prima di allora. Non solo gli Stati Uniti gli apparvero come una dimensione geografica distante anni luce dai parametri sperimentati sino a quel momento, ma capirono subito che anche quello di Ringling era un mondo a parte.
Si viveva in treno, il convoglio dedicato che Ringling utilizza per i lunghi spostamenti sul territorio di uomini, animali e attrezzature. Camere, docce e cucine si trovavano nei vagoni. Sovente si viaggiava per due o tre giorni. L’impatto con le 12 mila persone che usualmente affollavano le gradinate fu impressionante. L’esperienza con un grande chapiteau si limitava sino a quel momento al Golden Circus e a Moira Orfei. La tradizione americana di Ringling vuole che sulle tre piste si esibiscano contemporaneamente tre attrazioni dello stesso genere. Ma solo chi occupa la pista centrale può concordare con l’orchestra un accompagnamento specifico, calcolato nel ritmo, nella partitura e nel minutaggio. Gli altri artisti, ai due lati, si devono adattare. I fratelli Pellegrini avevano ottenuto la pista centrale.
Dopo due anni negli Stati Uniti rientrarono in Europa con le credenziali adatte a intraprendere una carriera di primissimo livello. Ecco alcuni tasselli. Nel 1993 hanno partecipato per la prima volta al Festival di Monte Carlo, dopo di che numerosi anni al Lido di Parigi, nel 1998 hanno trascorso la stagione col circo nazionale svizzero Knie e nel 2008, sempre a Monte Carlo, si sono aggiudicati il Clown d’Oro.

Nella loro carriera anche il Clown d'Oro conquistato a Montecarlo (foto Charlie Gallo)

Da settembre 2009 sono, senza interruzioni, il numero di punta dello spettacolo che si tiene ogni giorno, da settembre a fine giugno, nel teatro di Phantasialand (a Bruhl, presso Colonia, Germania), e là resteranno almeno sino a giugno 2014. Nel frattempo molte altre soddisfazioni anche molto diverse fra loro come il successo al Festival di Mosca, la partecipazione alle finali di Italia’s Got Talent, quella al Carnevale di Venezia in una festosa piazza San Marco e soprattutto l’esibizione di fronte al Santo Padre Benedetto XVI, con il pontefice ad applaudire con entusiasmo, uno dei momenti più toccanti della loro intera carriera.
Il numero ormai trentennale dei fratelli Pellegrini inizia con un’entrata in scena lenta e sicura. Sono elegantissimi in giacca e pantaloni candidi. Guardan- do davanti a sé, come prima cosa si tolgono le giacche mettendo in mostra un corpo michelangiolesco. Dopo essersi lasciati ammirare per qualche secondo si mettono in posizione per iniziare la costruzione di figure complesse molto belle e impegnative. Quei corpi, quegli sguardi fieri e seduttivi, quella stupefacente preparazione atletica e la sicurezza nei loro mezzi bastano da soli a raccontare una storia fuori dalla norma. Una storia di talento, caparbietà ed umiltà. Una storia di eccellenze artistiche italiane.
Massimo Locuratolo

Il servizio è stato pubblicato sulla Rivista Circo di agosto-settembre 2012.

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