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AARAU – Trovarsi all’interno di un immenso e curato prato verde, con intorno un imponente complesso circense a far da cornice, è una sensazione quantomeno spiazzante per chi è abituato in Italia all’ubicazione dei circhi in periferie cittadine non esattamente pulitissime. E se a questo aggiungiamo la gente in fila alla cassa fin dal mattino per prenotare i biglietti e visitare lo zoo, e i carrozzoni fiammanti adibiti ad uffici di vario genere, allora l’eventualità di sentirsi catapultati su marte diventa davvero concreta.
Sull’ineccepibilità svizzera non si nutrivano certo dubbi, ma sul fatto che questa coinvolgesse anche il mondo del circo non era poi così scontato. Già ad un’ora prima dello spettacolo la banda cittadina accoglie il pubblico all’interno del foyer. I più autorevoli, usufruiscono del ricco buffet nella zona vip (ogni mondo è paese), mentre per gli altri, salsicce e bevande consumate in un clima conviviale e festoso (altra situazione per noi anomala).
La produzione 2012 di casa Knie si chiama “Passion cirque” e questa passione sarà fin troppo evidente per tutta la durata dello spettacolo.

I fratelli Errani
Si inizia con l’ouverture dell’orchestra del circo Knie diretta dal maestro Ruslan Fil, seguita dalla bravura e dalla tecnica del circo teatro bingo in un fine charivari acrobatico d’apertura insieme ai fratelli Errani e ai White Gold. Inizio senza dubbio frizzate, con qualcuno tra il pubblico già intento a spellarsi le mani, proprio mentre fa il suo primo ingresso in pista il comico Michel Gammenthaler.
Michel Grammenthaler
Anche in questa edizione, come da alcuni anni a questa parte, un comico proveniente dal varietà e dal cabaret viene inserito nel programma. Di solito, viene affiancato da un clown di provenienza circense (come in passato Marie-Thérèse Porchet e Fumagalli/Daris), ma questa volta la figura classica del clown è assente. Ci ha confidato dietro le quinte Micheal Errani che non è così facile trovare in giro bravi clown, tenendo contro soprattutto dei gusti notoriamente raffinati del direttore artistico Fredy Knie.
Il giocoliere russo Semeon Krachinov
Si prosegue con il ritmo e la velocità del giocoliere russo Semeon Krachinov. Il ragazzo ha talento da vendere e lo dimostra indipendentemente dalle nove palline e dalle sette clave con le quali riesce a gionglare, e poco importa se in alcuni momenti commette qualche errore di troppo.
La temperatura e l’adrenalina aumentano sempre di più, ed una buona dose arriva dalla signorile Mary–Josè Knie accompagnata dai cavalli in libertà. Immancabile il seguito con la figlia Geraldine Knie in un incantevole quadro formato da frisoni neri e cavalli bianchi arabi, con l’aggiunta di zebre che prodigiosamente vanno a completare l’opera. Un altro intervento comico di Michel Gammenthaler introduce gli elefanti di Franco Knie Junior.
Marie Josè Knie
Quello degli elefanti, così come dei cavalli, è un marchio di fabbrica Knie, e Franco Junior, accompagnato dalla moglie e dal simpatico figlioletto Chris Rui, non fa certo rimpiangere l’assenza di Franco Knie Senior, impegnato alla realizzazione del parco degli elefanti allo zoo di Rapperswill. Una spettacolare spaccata della moglie Linna fra due elefanti, senza l’ausilio del cavo di sicurezza, risulterà essere uno dei momenti più intensi della serata.
Preparata di gran carriera la pista, ecco apparire il palo verticale dei cubani Leosvel & Diosmani, premiati con il Latina d’argento allo scorso festival. Performance di forza e abilità, con una dimostrazione di notevole preparazione fisica e atletica. Al termine, si rivedono i cavalli, questa volta cavalcati da Maycol e Wioris Errani nella difficilissima quanto affascinante posta ungherese, sotto l’attenta regia dell’addestratore Fredy Knie. I successivi quindici minuti d’intervallo serviranno a tutti per mettere ordine sulle piacevolissime cose appena viste e per preparasi al meglio alla seconda parte.
Leosvel & Diosmani
La Troupe Bingo
Ci si ritrova sotto il confortevole chapiteau, sulle comodissime poltroncine presenti in tutti i settori, e si rivedono quelli del circo teatro Bingo per un’altra performance d’indiscutibile fattura. Da questo secondo Opening, rimangono in pista gli Ucraini Whithe Gold con un numero di bilanciamento, acrobazie ed equilibrismo di forte spessore artistico. Si continua con la classe dei fratelli Errani al trampolino elastico. Questa volta si aggiunge al gruppo lo scatenato e spericolato Guido. Si tratta di un trampolino particolare, con al centro una trinka, a ricordarci che sono dei fuoriclasse ai giochi icariani.
Ma quando si pensa che le emozioni stiano per volgere al termine, ecco apparire come in un sogno a rassicurare tutti, la straordinaria Valerie Inertie alla ruota. Leggiadria, leggerezza, talento, forza e una coreografia mozzafiato, la rendono una figura eterea da ammirare e contemplare in tutta la sua bellezza. Il pubblico, ormai letteralmente in visibilio, si ritrova poi ad accogliere il trio Tereshenko. Un sostenuto aereo composto da un porteur e due acrobate in un tourbillon di volteggi culminanti in un lancio finale ad effetto di una delle due graziose fanciulle.
Ancora una volta, ci pensa la simpatia e l’ironia di Michel Gammenthaler a riportare tutti sulla terra, prima del gran finale con le acrobazie in bicicletta delle cinesi Dalian Girls.
Le Dalian Girls
Numero di grande destrezza, condito di disciplina e rigore (quale caratteristica peculiare della scuola cinese) e con risultati sicuramente soddisfacenti. Il finale dello spettacolo serve a suggellare, qualora ce ne fosse bisogno, un successo ampiamente meritato e annunciato. Tocca di nuovo ai ragazzi del circo teatro Bingo, coadiuvati da tutti gli artisti, mettere in campo la genialità necessaria a raccogliere applausi scroscianti e interminabili. Si fa fatica ad intravedere qualcuno annoiato o deluso. Si evince un giusto dosaggio fra il classico e il moderno, con il chiaro intento di non scontentare nessuno. L’unica riserva riguarda la scelta di alcune musiche che in certi momenti sono sembrate non all’altezza dello show. Ma di fronte a tanto splendore, risulta davvero essere un peccatuccio veniale.
Michele Casale