Carlotta Parisi (www.carlottaparisi.it) forse come nome non è conosciuto ai più. Ma questo è solo questione di tempo perchè attualmente le sue opere ispirate al circo stanno girando l’Italia dando il benvenuto a tutti coloro che si recano a vedere il nuovo show di Arturo Brachetti, Ciak, si gira!
Questa colorata esposizione prende il nome di Paper Cirkus ed è soltanto l’ultima creazione di questa artista e artigiana di Montalcino alla quale la luce e il colore della sua terra sicuramente hanno donato quell’energia e quel tocco di solarità che i suoi lavori esprimono.
La nascita (nel 1975) e l’attuale quotidianità hanno luogo a Montalcino ma la formazione avviene alla Scuola del Fumetto di Milano dove si specializza come illustratrice, attività che smette di svolgere per circa sette anni dopo essere rientrata in Val d’Orcia. In questi anni apre la sua bottega ed esplora l’uso delle materie più diverse con le quali crea tutto ciò che le viene in mente. Poi, dopo i sette anni sabbatici, riprende a disegnare e torna al mondo dell’illustrazione per bambini dove riscuote successo venendo anche selezionata per la mostra di illustrazione per l’infanzia di Sarmedè e vincendo il secondo premio del concorso “Mestieri d’Autore” indetto dalla Camera di Commercio di Siena; nel contempo approfondisce le tecniche di utilizzo e creazione della cartapesta oltre che le tecniche murarie.
Molta voglia di sperimentare con i più disparati materiali, tanta curiosità, tanta energia, molto colore e una creatività che contamina tutte queste esperienze tra le quali si annovera quella nuovissima di Paper Cirkus, una serie di lavori coloratissimi che rappresentano i personaggi dell’immaginario circense più amati, dalle linee semplici ma tondeggianti e realizzati, naturalmente, in cartapesta.
L’illustrazione l’hai appresa a scuola, mentre dove hai imparato a giocare con i materiali?
Da mio padre, lui mi ha insegnato l’amore per il fare. In casa abbiamo sempre avuto una stanza dove creare e disegnare, io, lui e le mie due sorelle. Lui ha sempre spaziato molto tra varie tecniche e materiali: pelle, argilla, cuoio, fotografia, pietra, olio, legno.
Paper Cirkus è la tua prima prova di sapore circense o rispecchia una qualche tua passione latente?
Entrambe le cose: per ragioni logistiche sono vissuta a Montalcino fino ai vent’anni per cui non ho avuto molti incontri ravvicinati con il circo durante l’infanzia, anche se da ragazzina vidi il Cirque du Soleil a Chicago e ne rimasi affascinata. La curiosità di interpretare il circo mi è venuta apprezzando la bellezza e la magia delle opere d’arte di chi lo ha rappresentato in arte, primo tra tutti il grande Alexander Calder. E’ suo il circo che mi ha incantato.
Come hai iniziato a lavorarci?
Leggendo vari libri sul circo e documentandomi. L’idea delle sculture “volteggianti” è arrivata cercando un fil rouge che mi legasse ancora di più al grande artista al quale la mostra è collegata, avendo avuto l’onore di esporre nei foyer dei teatri coinvolti dalla tournée italiana di Arturo Brachetti. Lo spunto l’ho colto da una frase del grande Federico Fellini che metteva a confronto l’Augusto con il clown bianco… da lì mi si è accesa la lampadina delle sculture double face!
Qual è il pezzo della serie al quale sei più legata?
Il trampoliere e il nano. Poi c’è il leone al quale sono legata… sentimentalmente!
Da dove è nata l’occasione di esporre in concomitanza con lo spettacolo di Brachetti?
E’ nata grazie alla mia magica terra, la Val d’Orcia. E grazie a “Grazie”, la mostra che ho realizzato con mio padre Annibale nell’agosto del 2011 a Bagno Vignoni dove lui esponeva i suoi disegni ed io, per la prima volta seriamente, esponevo le mie sculture di carta. Il promotore di Brachetti ha visto i miei lavori e mi ha fatto la proposta.
E che cosa significa per te poter esporre un lavoro circense nei grandi teatri visitati da Brachetti?
Non posso dire che sia un sogno perchè non ero neppure arrivata a pensare a una cosa del genere. Di sicuro rappresenta un’opportunità unica per mettere alla prova il mio lavoro e la mia creatività in qualcosa di gigante, perchè le mie opere dovevano almeno un minimo reggere il confronto con un grandissimo artista quale è Brachetti. E poi rappresenta ovviamente una chance splendida per far vedere il mio lavoro a un pubblico vastissimo visto che nella torunée sono passati davanti ai miei circensi una media di 1600 spettatori a serata, un pubblico certamente attento e sensibile
I tuoi circensi sono tutti di cartapesta o hai realizzato qualcosa con altri materiali?
Per adesso sono tutti solo di cartapesta, ma anche fil di ferro e assemblaggi di materiali diversi che mi affascinano molto. Sono una persona che purtroppo si annoia facilmente e fare tante cose diverse e con differenti materiali tiene viva la mia curiosità. Il grande Calder è un maestro che mi piacerebbe omaggiare sperimentando qualche nuovo circense multimateriale.
C’è qualcosa che non hai ancora realizzato e che ti piacerebbe fare?
Si! Il funambolo in primis. Non l’ho fatto solo perchè nei foyer sarebbe stato difficile collocarlo date le svariate situazioni che ho incontrato. E poi mi piacerebbe fare anche l’elefante equilibrista, i trapezisti e tutto il pubblico intorno con le varie espressioni incantate. Presto il mio Paper Cirkus avrà nuovi elementi, è sicuro. Anche per questo non ho venduto i pezzi, perchè sono solo all’inizio.
Se dovessi descrivere ciò che fai e che ti caratterizza cosa diresti?
Direi che provo a interpretare la vita, le persone e le storie che mi capita di “raccontare” con la leggerezza dei bambini, e in questo la mia formazione di illustratrice è piuttosto evidente se non anche invadente. E cerco di realizzare anche i piccoli lavori di artigianato che riempiono la mia bottega con originalità, divertimento e quando ci riesco con un po’ di poesia.
Stefania Ciocca