di Maria Vittoria Vittori
Tutte le foto a corredo dell’articolo sono di Camilla Poli
Il network Pagliacce, istituito tre anni fa per iniziativa di Silvia Laniado e Martina Soragna, componenti del duo artistico Le due e un quarto, è ormai una realtà consolidata con 127 artiste iscritte, e l’omonimo festival che ne è l’espressione e che si svolge a Torino, anche con il sostegno del Ministero della Cultura, Fondazione CRT e Regione Piemonte, si è concluso da qualche giorno con un successo straordinario.
Non potendo raccontare tutto, si procederà per flash catturati all’interno dello Chapiteau Madera e nei giardini Edisu/Off topic, luoghi deputati alle performance delle artiste ma anche all’indispensabile attività di organizzazione e supporto delle tante pagliacce volontarie. E allora, ecco avanzare curva sotto un carico strabordante di panni la strepitosa Giovanna d’Arpo, lavandaia di Gardi Hutter, e agitarsi dal palco del Potere l’indimenticabile Presidente di Colette Gomette; ecco l’irruzione delle irriverenti B.O.B.A.S celebratrici di funerali e dell’inedita Penelope con il naso rosso di Pepa Plana; ecco la delicata performance, sospesa tra clownerie e acrobatica, di Selvaggia Mezzapesa e la scatenata esibizione del folletto Maite Guevara. La conferenza Clown crossing ha messo a confronto artiste, produttrici e studiose sul tema della comicità, mentre i workshop condotti da clown di fama internazionale hanno consentito alle partecipanti di affinare le loro qualità.
Lo spettacolo finale, Pagliacce Cabaret, condotto da Silvia Laniado e Martina Soragna, ha visto le esibizioni di veterane della scena quali Gardi Hutter, B.O.B.A.S, Maite Guevara, e delle partecipanti ai workshop-Minerva Alvarez, Mili Gobbi, Irene Contadini, Verena Paula Simeoni- in un crescendo di numeri esilaranti e tutti collegati tra loro dal filo rosso di una comicità che vale a liberare da condizionamenti e tabù.
Divertimento all’insegna del cambiamento culturale, rovesciamento di stereotipi e ricerca di nuove praticabili prospettive di arte clownesca e di convivenza sociale, questo è l’inconfondibile timbro del Festival Pagliacce. Appuntamento alla prossima edizione!