Ogni tanto spunta un film che ha il circo nel nome, e allora ti chiedi se sia giunto il momento in cui il cinema si rivela finalmente complice della tua arte preferita per una riconferma dei suoi valori. Poi entri in sala, le luci si spengono, e scopri che il momento non è giunto, che del circo il regista ha fatto uso solo per certe smodatezze apparenti ben guardandosi dal puntare la cinepresa su ciò in cui il circo si sostanzia svelando la propria identità creativa. La recente Mostra di Venezia ha premiato, fra l’altro, il film dello spagnolo Alex de la Iglesia intitolato “Balada triste de trompeta” dove, ancora una volta, il circo è usato per far baccano e non per farsi protagonista di se stesso. Qualche anno fa avevo sperato in un film del francese Rivette, “Questione di punti di vista”, protagonista Sergio Castellitto, ma anche in quel caso la delusione era stata totale. Forse, per trovare un qualcosa di cinematografico che si sia avvicinato all’anima del circo, bisogna tornare, “obtorto collo”, al solito Fellini. Non per il film dedicato al mondo dei clown, dove il regista si fece catturare da certa vernice funerea, non difficile da vedere quando si resta in superficie, ignorando la felicità corporea, infrangibile, che l’artista di circo porta al diapason quando indossa il naso rosso. Parlo invece del film “La strada”, favola dura in cui però i viaggianti si muovono come dentro una musica. Non è un caso se il copione di Federico Fellini e Tullio Pinelli attrasse poi l’attenzione di un compositore sensibile come Nino Rota, che con la sua opera “La strada” messa in scena nel 1966 alla Scala di Milano ebbe uno successo tale da indurre Mario Soldati a questa singolare riflessione: “La strada di Nino Rota è un capolavoro. Il film di Fellini è, forse, soltanto il libretto di quel capolavoro”.
Dunque, la poesia del viaggiante che diventa musica del viaggiante. Un binomio, musica e viaggio, su cui mille pagine non sono bastanti. Però è importante che qualcuno, almeno ogni tanto, parlando di circo se ne ricordi.
Ruggero Leonardi