di Alessandro Serena
Un festival davvero notevole. Se qualcuno avesse temuto un calo di attenzione alla qualità dopo i festeggiamenti dei due giubilei dello scorso anno, ora potrebbe tirare un sospiro di sollievo, in qualche modo travolto da un’edizione con un cast di grande spessore, varietà e come sempre accade nel principato, in grado di raccontare molto della situazione attuale, come in una sfera di cristallo che racconta il presente dell’arte circense nel mondo. L’Italia aggiunge un altro trofeo al suo già straordinario palmarès con l’Argento al numero di animali esotici di Massimiliano Martini del Circo Madagascar. Un’esibizione, più che una performance, di esemplari in perfetto stato di salute, non ammaestrati per presentare particolari exploit ma come a mostrare la meraviglia del loro stesso essere, nel trend attuale, con una sfarzosa pantomima etnica. Registriamo che i complessi in grado di presentare grandi tableaux al festival sono di solito quelli in maggiore salute. Con ogni evidenza le imprese gestite oggi da componenti della famiglia Martini animano con vivacità il panorama della nostra nazione.
Tre Oro, anch’essi a raccontarci qualcosa di importante del panorama globale. Oro ai cosacchi del Turkmenistan con i bellissimi cavalli “presidenziali” Akha Teke. Venti minuti di adrenalina pura con questi scatenati centauri che avevano già conquistato l’Oro all’International Circus Festival di Latina. Si sono aggiudicati anche il premio della giuria Junior e quello del pubblico. Interessante per un’esibizione dove uomini e animali lavorano insieme. È solo la seconda volta che questa disciplina vince l’Oro, l’altro era andato al leggendario Tamerlan Nougzarov, del Circo di Mosca. Da annotare il fermento delle ex repubbliche sovietiche, in alcuni casi poco inclini ad esportare all’estero, anche se, quando succede, colgono spesso nel segno.
Un Oro anche agli acrobati su bicicletta della troupe acrobatica cinese, fra le più premiate al Festival. Un numero ritmato, disegnato alla perfezione, anche difficile dal punto di vista estetico visto che i ciclisti a volte sembravano dei cartoni animati giapponesi. Ma la meraviglia degli esercizi presentati ha fatto dimenticare tutto, in particolare la corsa dell’artista sulla schiena dei colleghi disposti in fila. La Cina è in prima fila in quanto a sviluppo e gestione anche di marketing delle imprese circensi.
Oro alla troupe al trapezio volante dei Caballeros. È vero che al circo si dice “sempre più difficile” ma questa volta si è passato il limite. In questo dream team tre degli agili sono in grado di eseguire il quadruplo salto mortale. Oltre ad un repertorio incredibile che comprende anche il triplo femminile di Judit e due tripli salti mortali in piroetta. Un nucleo famigliare messicano, attivo ora negli Stati Uniti. Un’altra annotazione di come si muove il mondo.
Altri tre Argento. Alla troupe Scandinavian Boards di bascula coreana, un gioiello del circo contemporaneo con sei ragazzi e tre bascule in una performance armoniosa tutta in chiaroscuro e con un coefficiente di difficoltà alto. Il Nord Europa è molto attivo nei linguaggi dell’avanguardia. Poi al Trio di Zheijang in un numero tipico dello stile cinese, con esercizi di antipodismo di ombrellini e mano a mano. Argento anche per Pastelito e Junior. L’artista, scoperto al Festival di Figueres e consacrato a Latina, è riuscito a trascinare anche il difficile pubblico di Fontvieille. Il personaggio di un bambino dispettoso, che presenta meccanismi classici ma in maniera del tutto personale. Con doti di musicista, cantante, acrobata, comico e soprattutto un’energia debordante che in qualche modo è stata ereditata dal figlio. Buona anche la sintonia con Petit Gougou nel ruolo di spalla. I Maluenda hanno in Cile il più importante complesso della loro nazione e uno dei maggiori del Sud America, area geografica dove il settore è in buona salute.
Quattro Bronzo. Ai funamboli uzbeki Triple Breath con un originale adattamento del repertorio delle troupe orientali. Ai fratelli colombiani del Duo Acero, con un mano a mano solido ed elegante. Ai cani ammaestrati di Wolfgang Lauenburger che hanno mandato in visibilio gli spettatori. E al brasiliano Alan Silva, un metro e dieci di statura e tanto talento ai tessuti aerei.
Nella sezione New Generation l’Oro è andato alle contorsioniste della troupe Bud-X Roses, su hoverboard. Argento ai pattini del Trio Balkanski e al bambino prodigio Dmitro Onyshchenko, che univa giocoleria a cinghie aeree. Bronzo alla Troupe Erdene – Ultra Jumps, acrobati con un particolare attrezzo con due specie di bascule con elastici al lato di una piattaforma, che permettono di eseguire esercizi originali.
Fuori dal podio da segnalare comunque almeno anche gli altri comici, i Full House con una serie di interventi efficaci e ben presentati. Marina e Marika del Duo Luna ad un raffinato cerchio aereo (con regia e colonna sonora già utilizzate al Salieri Circus Award). Alexander Lichner con figure da brivido al trapezio. Il bell’adagio alla ruota Cyr del Duo Unity. La tecnica e la personalità del francese Joulot Cousin, perfettamente a suo agio sull’alto sway pole. Il forzuto Tulga, dalla Mongolia, con esercizi inediti di un’antica disciplina. Zdenek Polach con un ritmato numero di giocoleria con grandi sfere. Buon successo anche per il brillante numero di monociclo di Emi Velkova e Steven Carroli, anche coinvolto nella direzione di pista con i veterani Daris Huesca, Enrico Caroli e Tommy Cardarelli.
Rigging delle discipline aeree padroneggiato da Kristian Kristof. L’orchestra era diretta da Vladi Jaggi. Presenti anche i simpatici comici musicisti Clowns en Folie e soprattutto i Bingo, interpreti indispensabili di opening e chiusure. Il motto “sempre più difficile” vale anche per il coordinatore Urs Pilz, che riesce anche quest’anno nell’impresa di soddisfare gli alti standard richiesti da SAS la Principessa Stephanie. Ancora una volta il mondo della pista si svela a Monte Carlo, come accade, dal 1974, per volere di Ranieri III, il Principe che ha creato un regno, quello del circo, affascinante come in una sfera di cristallo con la neve.