di Alessandro Serena
Aria di festa. Non si sono ancora spente tutte le luci degli addobbi natalizi e non sono ancora state tolte tutte le statuette dal presepe che inizia un’attesa diversa. Quella per l’evento circense più acclamato: il Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo. Dopo l’edizione dell’anno passato, quella dei due giubilei, i cinquant’anni dalla fondazione e i cento dalla nascita del Principe Ranieri, si torna a correre con il contatore che punta deciso verso le 50 edizioni. Ora tocca alla numero 47, ma proprio gli anni di mezzo sono quelli che hanno la responsabilità di confermare la qualità della rassegna e la continuità nel tempo. E anche con un numero dispari il Festival non perde l’occasione per celebrare il circo. Se la rassegna monegasca è un indicatore dell’arte circense, allora si può ben dire che questa sia in continuo fermento in tutto il mondo.
Il leggendario Urs Pilz, deus ex machina, segue ed anticipa i desideri di SAS la Principessa Stephanie allestendo anche quest’anno un programma straordinario con ampia varietà di discipline, tecniche e con molte performance originali. Nel grande chapiteau di Fontvieille gli spettatori potranno ammirare grandi troupe provenienti dai luoghi più lontani ed esotici, ammaestratori di animali, virtuosi del corpo, campioni della comicità. E molti stili a confronto: dalla sperimentazione del circo contemporaneo, al classico che affonda le radici nelle tradizioni più antiche. Guardando in alto, al cielo dello chapiteau, la sfida sarà molto aperta, con il trapezio dello spericolato spagnolo Alexander Lichner. I tessuti del piccolo grande brasiliano Alan Silva. Il filo alto degli uzbechi Triple Breath. La pertica oscillante del francese Joulot Cousin. Le sensuali movenze al cerchio aereo del Duo Luna (USA e Thailandia). Ma soprattutto l’attesissima troupe al trapezio volante dei Flying Caballeros, con tre agili in grado di eseguire, fra l’altro, ciascuno di loro l’incredibile quadruplo salto mortale. Con ogni probabilità la più forte troupe del momento e forse una fra le più complete di sempre. Fra i principali candidati ad un Clown d’Oro.
Riguardo alla comicità, bello il confronto fra due stili molto diversi, quello più da club di Manhattan del Duo Full House e quello viscerale di Pastelito e Junior, della famiglia Maluenda, dal Cile. E ancora, dall’Oriente, la stupefacente troupe di acrobati su biciclette della China National Acrobatic Troupe. E il Duo del Khejiang di antipodismo con ombrellini. Oltre alle dimostrazioni di forza dell’erculeo Tulga, dalla Mongolia. Dal Nord Europa (Svezia, Finlandia e Paesi Bassi) sette acrobati che saltano e danzano utilizzando tre bascule “coreane”. Dalla Guinea, la Troupe Baobab, una vera e propria festa acrobatica a corpo libero con 13 artisti. Poi la danza alla ruota Cyr del Duo Unity, in forze al leggendario Moulin Rouge. Dalla Colombia il duo di equilibrismi dei Fratelli Acero.
Dalla Repubblica Ceca Il giocoliere Zdenek Polach. Per l’Italia il brillante numero di monociclo di Steven Carroli e Emi Velkova. Manca una grande famiglia del centro Europa, come nel recente passato con Gruss, Knie, Togni, ma il cast è talmente forte da non farne sentire l’assenza. Non molti i numeri con animali. Il trend verso una diminuzione di questi generi è presente anche nel principato dei sogni. Si tratta però di performance rimarchevoli. Il divertente numero di cani del tedesco Wolfgang Launburger. Il notevole gruppo di animali esotici presentato con sfarzo dal nostro Massimiliano Martini del circo Madagascar.
E i cosacchi del Turkmenistan della Troupe Galkinish con i loro cavalli dal manto di seta. Un’attrazione come poche al mondo, candidata anch’essa al primo posto del podio. Da notare che, ancora una volta, molti dei numeri in gara si sono distinti in altre rassegne e in particolare all’International Circus Festival of Italy, a Latina. Nella sezione New Generation, riservata ai giovani talenti, quattro performance che potrebbero ben competere con gli adulti. I pattinatori acrobatici del Trio Balkansky, dalla Bulgaria. L’originale giocoliere alle cinghie aeree, l’ucraino Dmytro Onyshchenko. E due nutrite troupe dalla Mongolia, gli Ultra Jump, 13 ragazzi alle bascule incrociate e le dieci contorsioniste Xspiders con evoluzioni su overboard.
La giuria tecnica presieduta dalla principessa Stephanie, sarà composta, secondo le ultime indiscrezioni, da: Li Chi, presidente della Troupe Nazionale Acrobatica di Cina, Sujit Dilip, direttore dell’indiano Rambo Circus, Martin Burton direttore dell’inglese Zippos Circus, Carmen Lupascu, dalla Svezia, direttrice del Circus Brazil Jack, e dall’australiano Craig Bullen, allevatore ed educatore di animali.
Gli intermezzi acrobatici, le parate e il finale sono affidati ai Bingo Circus Theater con le coreografie di Iryna Herman. L’orchestra diretta da Vladi Jaggi accompagnerà anche le transizioni dei Clowns en Folie, atte a rendere allegri i momenti di preparazione degli attrezzi. Direzione di pista saldamente in mano agli italiani Daris Huesca, Enrico Caroli e Tommy Cardarelli, con lo spazio aereo governato da Kristian Kristof. Un cast e uno staff d’eccezione per dare al circo, e al Festival di Monte Carlo, l’importanza che merita in Italia e nel mondo.