di Flavio Michi
La Regina del Circo è stata spesso protagonista anche del grande schermo. Un rapporto analizzato in diverse occasioni. Questa volta, di fronte ad una intera carriera costellata da titoli come il cielo di stelle, si è scelto di pubblicare un ricordo entusiasta di chi l’aveva conosciuta bene. Come alzare il viso al firmamento e rimanere ogni volta stupiti. Ricordi di film e di vita, aneddoti che raccontano meglio di tanti saggi il carattere genuino di un’autentica “diva del popolo”.
Moira Orfei Alberto Lupo sul set di Ursus. 1961
La “Nazionale”, come veniva presentata in pista, l’affascinante Moira, Miranda all’anagrafe, poi detta “Mora” e da qui finalmente Moira. Un vero mito che continua a far parlare di sé anche a oltre sette anni dalla sua scomparsa. È sempre citata in tante trasmissioni televisive che la ricordano per essere stata un personaggio enorme sia del circo che della TV e del cinema.
Era vincente per essere sé stessa, simpatica e pungente all’occorrenza. Fabio Fazio e Baglioni la vollero in Anima mia nel ruolo di regina, che le si addiceva molto. Chi non ricorda il simpaticissimo episodio nel quale saliva sulla Prinz in compagnia di Massimo Boldi? Era preoccupata per la capigliatura, il “tuppo”.
Ne sa qualcosa anche il sottoscritto. Ero andato a trovarli a Jesolo, nell’agosto del 2003. Avevo una Punto. Stefano, suo figlio, mi chiese di accompagnarla in centro per la cena. “Ma che macchina è?” disse la Moira. “Una Punto”. “Ma io non c’entro! Come faccio col tuppo?”. Alla fine, riuscì a entrare, sbraitando. Quando fummo in centro non ce ne fu per nessuno. Tutti da lei. Non si poteva procedere.
Era anche il periodo della sua partecipazione a Domenica in. Erano soprattutto i ragazzini a volere foto con lei. Qualcosa di pazzesco. E lei sempre disponibile con tutti.
E il cinema. È stata proprio la “decima musa” a consacrare l’immagine di Moira, come lei ha sempre ricordato. “Dino Risi mi disse di rimanere così”. E lei ha sempre mantenuto l’immagine che ricordiamo tutti con affetto, con la particolare acconciatura. A parte qualche film dove l’abbiamo vista con i capelli sciolti, come nello straordinario Profumo di donna di Dino Risi, che girò a fianco di Vittorio Gassman nel 1974. Era molto bella anche con quel look. Un gran bel film che ebbe un successone. Moira ricordava sempre il giovanissimo attore Alessandro Momo, l’attendente di Gassman nel film, che scomparve tragicamente proprio nel 1974, a soli 22 anni, poco dopo l’uscita della pellicola nelle sale. Il suo ruolo era particolare: una prostituta che doveva intrattenersi con Gassman, non vedente.
Quando le chiedevano: “Cosa pensano i tuoi figli dei tuoi film?” Rispondeva, sempre sorridendo: “Non glieli faccio guardare. Perché o interpreto la prostituta o la regina cattiva, e in questo caso è pure peggio perché alla fine della storia magari muoio”.
Moira ha lavorato in tanti film, più di 40, dal 1960 fino a Vacanze in India del 2003. Nel 1960 aveva 29 anni e iniziò la sua carriera cinematografica con ben quattro produzioni. Lei ricordava sempre Sotto dieci bandiere di Duilio Coletti. Quattro film nel 1960 e sei nel 1961. Dieci pellicole in due anni, davvero notevole.
Erano film di avventura, spesso i cosiddetti peplum, film storici in costume ambientati in contesti biblici o nella Grecia antica e nell’antica Roma. Con protagonisti Maciste, Ercole, Ursus, i gladiatori. Fra i protagonisti di quegli anni, da una parte c’era Moira, da un’altra Liana e da un’altra ancora Giuliano Gemma.
Moira è stata star anche di tante parodie, alcune con i grandi Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Forse non erano film d’essai, ma sicuramente molto simpatici, poi magari diventati cult negli anni a seguire. Come ha avuto modo di dire suo figlio Stefano: “Lei faceva i film soprattutto per sostenere l’attività del circo. Erano una grande pubblicità”. È verissimo. Ma nonostante gli impegni cinematografici Moira tornava sempre di corsa al circo. A suo parere il pubblico la doveva trovare ogni volta in pista. Una grandissima serietà e un grande attaccamento per il proprio mondo e il proprio mestiere.
Franco e Ciccio li ritrovò in TV nel 1990. Rai 2 ripropose il programma Serata d’onore reso celebre da Pippo Baudo su Rai 1 alcuni anni prima. Il format era semplice: ogni puntata si celebrava una grande stella del mondo dello spettacolo. A dire il vero la prima puntata era andata malino con “solo” due milioni di spettatori. Ma nella seconda, dedicata a Moira, gli spettatori raddoppiarono. Per poi attestarsi su quella media. I due comici Franco e Ciccio, ospiti in quanto erano stati suoi partner in parecchi film, erano molto affettuosi con lei.
Proprio Franco Franchi era stato protagonista di Paolo il freddo, un’ennesima parodia nella quale, curiosamente, Ciccio Ingrassia aveva solo curato la regia. La particolarità di questo film sta nel fatto che venne girato in parte proprio al Circus On Ice. Quindi per una volta Moira era proprio sé stessa, la Regina del Circo, e nel suo regno. Lì Franchi è simpaticamente maldestro ed entra a far danni in vari numeri, tra cui quello degli elefanti, con la bomboletta del deodorante, che era un classico di quegli anni per non far sentire l’odore degli animali. In realtà, per noi appassionati, era bello sentirlo. Si parla di odore, non di cattivo odore, naturalmente. Degli intralci di Franchi ne fece le spese anche il russo Wladimiro Zobonov, la “Meteora umana”, come veniva annunciato sui manifesti. Il comico gli spostò sbadatamente il materasso dove avrebbe dovuto atterrare dopo il suo salto. Quindi l’artista atterrò con le gambe diventando piccolo piccolo, infatti con un cambio di persona aveva preso il suo posto un altro personaggio molto noto agli appassionati, Ettore “Cucciolo” Panipucci, che fu il nano da Moira per decenni, un cuore grande dentro 80 centimetri di corpo.
Tanti di questi film non erano apprezzati all’epoca dalla critica cinematografica, ma poi, come accennato, sono stati rivalutati e diventati cult anche grazie a grandi personalità come Quentin Tarantino che ha dichiarato di amare in genere i B-movie. E tanta gente ha poi cambiato opinione pensando: “Ma se piacciono a lui…”.
Come del resto accaduto per i film di Totò. Lo aveva già rivalutato (con l’attore ancora in vita) il grande Pier Paolo Pasolini con Uccellacci e uccellini, in un periodo nel quale non era apprezzato a dovere.
A proposito: Moira ha partecipato a diversi film con Totò, che pare non fosse insensibile al suo fascino, ma lei lo ammansiva. “Principe, se non fossi così innamorata di mio marito Walter… ma ho occhi solo per lui”. E così lo teneva tranquillo nelle sue avance.
Ottavia in Totò e Cleopatra era proprio Moira: bellissima in un costume rosa confetto. Faceva la promessa sposa di Totò nel film e lui quando la vide esclamò: “Ah, ma questa è una moglie a due piazze”.
Bisognerebbe rivedere più spesso certi film che hanno fatto la storia del cinema italiano. Anche solo Signore e Signori vale tanta carriera. Un bellissimo film di Pietro Germi, che del resto nel titolo rievoca una presentazione classica di un numero del circo.
Con Christian De Sica e Massimo Boldi Moira è stata protagonista di Vacanze di Natale ‘90. Nel film era la moglie di Christian. Era lei senza modifiche alcune. A parte la voce. Infatti, interpretava una moglie marchigiana, venuta da Macerata e venne doppiata per rendere al meglio quell’accento così particolare. Del resto nella sua carriera i doppiaggi erano stati tanti e fatti da grandissime artiste come Rita Savagnone, Isa di Marzio, Rina Morelli.
È interessante ricordare come Moira fosse veramente appassionata di cinema e guardava tantissimi film nella sua bellissima carovana. Diceva: “Mi piace Ben Affleck, ma non come attore, come uomo, anche se amo Walter”. Sempre nell’estate citata della mia vacanza da loro a Jesolo mi svegliai all’improvviso alle cinque di mattina per dei colpi d’arma da fuoco. Saltai giù dal letto, temendo il peggio. Ma era solo Moira che stava guardando un film d’azione. Dall’entusiasmo aveva alzato il volume al massimo e ridestato mezzo circo. Poi andava a dormire e qualche ora dopo era di nuovo lei, il mito. Un personaggio schietto, genuino, naturale.
Nel 2001 due filmmaker di stanza a Milano, Carlo Bevilacqua e Francesco Di Loreto, le dedicarono un film celebrativo: Moira Orfei, Amore e Fiori. Venne presentato a Bologna, con lei in sala. Una serata molto molto bella, piena di gente. Tutti gli spettatori erano entusiasti, tra i quali una signora, figlia del grande Raoul Casadei (altra icona pop). Mi disse: “Ma che bello, che dimostrazione di affetto per questa donna, e poi da viva”. Le risposi subdolo: “Vaglielo a dire. Le farà piacere”. Ma lei capì e non ci andò temendo le conseguenze di Moira, grande anche nella scaramanzia.
È certo anche adesso da lassù, sta storcendo il naso, leggendo queste righe ed esclamando a gran voce: “Morti sarete voi!”.
Articolo apparso sul decimo numero della rivista Circo – Circo e Cinema, inverno 2022