Questa indicazione inserita nella legge favorisce la scelta di campo di abbandono del ‘circo equestre’ e di ogni forma di attività di spettacolo con gli animali: un cedimento alla demagogia, mentre attraverso l’ECA – Ente Internazionale che rappresenta oltre 130 tra circhi, festival, addestratori e presentatori di animali in 29 paesi – diversi stati del mondo stanno sostenendo la proposta di considerare ‘patrimonio dell’umanità’, in senso immateriale, proprio il circo equestre. Anziché giustamente provocare a regole più attente e condivise sulla custodia degli animali, in senso generale, la legge produce solo un cambio di destinazione delle risorse per le attività culturali dello spettacolo viaggiante verso attività e attrazioni senza gli animali.
La Migrantes è preoccupata che “i graduali incentivi verso attività circensi e spettacoli viaggianti senza animali” determinino una scelta culturale precisa, che non corrisponde alla storia del circo italiano e non favorisce certamente un corretto rapporto tra uomo e animali.
I maltrattamenti degli animali, che purtroppo caratterizzano altri luoghi e altre forme di spettacolo clandestino, da perseguire pesantemente, sono identificati in un luogo, il circo, e in uno spettacolo, quello viaggiante, che da sempre ha guardato agli animali come alla risorsa più importante del proprio lavoro e dello spettacolo. “Spiace che, ancora una volta un tassello importante e riconosciuto della storia e della cultura italiana – spiega Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Migrantes – venga offeso e sacrificato alla luce di scelte ideologiche. La valorizzazione di un mondo animale ‘amico dell’uomo’, compagno di strada per tante persone e famiglie dello spettacolo viaggiante, con l’attenzione educativa al mondo dei bambini e ragazzi, paradossalmente viene sacrificata, impedendo di fatto di investire in spettacoli e attrazioni in cui possano essere protagonisti gli animali stessi”.