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Mezzo secolo di Monte Carlo. Statistiche ed emozioni

di Flavio Michi

Questo articolo è parte del progetto Il circo italiano a Monte Carlo, che racconta i vincitori tricolore della più importante manifestazione circense al mondo. Scopri tutti i video, gli articoli e le interviste.

A scrutare i grafici inerenti le 46 edizioni del Festival di Monte Carlo non emergono solo cifre, ma si staglia anche il racconto vivo della manifestazione più importante nel suo genere. Tante le curiosità che si possono trarrre dai dati statistici raccolti, analizzati e raccontati da Flavio Michi. Risalta il grande apporto dell’Italia al Festival, la varietà di discipline presentate, il numero di statuette. E si accavallano ricordi, sorrisi, meraviglie.

Il Principe Alberto e la Principessa Stéphanie premiano Urs Pilz e Alain Frére con un Clown d’Oro al merito (foto di Edward Wright).

Mezzo secolo per il più importante festival di circo del mondo. Ma solo quarantasei edizioni, viste le cancellazioni del 1982, per la perdita dell’amatissima principessa Grace, del 1986 per la distruzione della nuova struttura durante le fasi di montaggio, del 1991 per la Guerra del Golfo e dei due anni legati, purtroppo, alla pandemia: 2021 e 2022. Quanta storia dal 1974 ad oggi. Il Principe Ranieri III volle l’evento per rilanciare l’immagine del circo, che amava tantissimo. Non disse ai figli “vi porto al circo” ma “vi porto il circo”. Con il prezioso aiuto del dottor Alain Frère nacque così la prima edizione che, come le due successive, si svolse dal 26 al 30 dicembre. Non era semplice, però, avere tutti quei numeri proprio nel periodo di maggior lavoro dei circhi nelle festività natalizie. Così dopo la prima edizione firmata Bouglione, per le strutture, la seconda dei fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei, la terza dell’American Circus della famiglia di Ferdinando Togni, venne scelto il periodo dell’Immacolata Concezione, nella prima metà di dicembre, molto più congeniale per gli artisti.

Premi vinti per nazione

Nei primi anni ogni spettacolo era diverso ogni sera, con oltre 40 numeri per edizione. Poi si è arrivati ai due spettacoli A e B, anche per facilitare il compito della giuria internazionale, che così aveva la possibilità di rivedere due volte ogni esibizione e di poter giudicare meglio. Nei primi anni del festival la giuria era molto diversa dalle attuali e annoverava Principi, Duchi, Conti, attori, scrittori, personalità dello spettacolo. Anche qualche circense, ma non in maggioranza. Curioso notare che il record di presenze è della giornalista e attrice francese Jaqueline Cartier: ben otto, dal 1974 al 1981. Appena a ruota troviamo John Ringling North e Cary Grant. I nostri colori hanno visto attori come Renato Rascel, Giulietta Masina, Alberto Sordi, Raf Vallone e circensi come Liana, Nando, Rinaldo Orfei, Enis e Flavio Togni, Egidio Palmiri, Mario Bellucci, Elio e Davio Casartelli, Ugo de Rocchi, Walter Nones, Paolo Pristipino, Stefano Orfei, Fabio Montico, Antonio Buccioni. Nel 1979 il simpaticissimo Alberto Sordi disse: “Io premierei tutti, ma c’è Liana che me consija”. In quell’edizione i nostri bravissimi Nicolodis, acrobati a terra, vinsero un meritato Argento. Vennero assegnati due Oro, uno alla Troupe Leonid Kostiuk e l’altro al comico George Carl, oltre a cinque Argento. Questo anche per far notare che con l’introduzione dei Clown di Bronzo nel 2002, in occasione del 26° festival, non c’è stata questa famigerata inflazione di premi. Sono stati semplicemente premiati anche altri artisti. Per esempio, nell’edizione 1984, al 10° festival, gli Oro furono tre e gli Argento cinque.

Artisti per nazione

Ripensando che stiamo scrivendo del cinquantenario ci viene in mente che proprio nel corso di quel festival c’era chi diceva “Lo faranno biennale. Non possono trovare questi numeri ogni anno”. Beh, non è andata così. Nel 1984 abbiamo avuto l’occasione di vedere il primo numero dalla Corea del Nord, la Troupe Choe Bok Nam al trapezio volante, o volteggio aereo che dir se ne voglia, e molti ne abbiamo visti in seguito. Fino a quel momento erano stati pochissimi i numeri cinesi come Li Liping, Oro nel 1983, e Lu Lixing e Shen Ning Oro nel 1984, come i coreani e gli strepitosi cavallerizzi di Tamerlan Nugzarov. Così come erano state poche le partecipazioni russe. La prima nel 1976 con la Troupe Victor Schemchour, alla sbarra russa, Argento. Poi i Beliakov, Oro nel 1978. Il citato Leonid Kostiuk, Oro nel 1979. Il grande Oleg Popov, Oro nel 1981, e Piotr Liubitchenko e Ludmilla Golovko Argento, sempre quell’anno. E ancora il giocoliere fenomeno Sergei Ignatov, Argento 1983, e Natalia Vasilieva e Yury Alexandrov, Argento 1984. C’era ancora l’Unione Sovietica ed erano rare in genere le esibizioni fuori dai confini: qualche tour del Circo di Mosca, come quelli visti in Italia nel 1969 e 1982, altri in scena a Parigi. Nel 1985 Knie presentò lo spettacolo Knie e il Circo di Mosca, ma durante la stagione dovette cambiare per ben tre volte gli artisti russi in programma, a causa dei visti di brevissima durata. E pensare che poi le loro presenze al festival sono state moltissime, a parte questi ultimi quattro anni a causa della guerra, purtroppo, ancora in corso.

Numero di artisti partecipanti divisi per macrocategoria di disciplina

Anche per questo motivo gli artisti russi sono in testa come presenze al festival, seguiti dai cinesi e a sorpresa dagli italiani. In effetti il nostro paese ha dato tanto fin dalla prima edizione con la partecipazione di Bruno Togni con la cavalleria, dei Togni Junior con l’alta scuola, dei Perris con le strappate e l’antipodismo, l’acrobatica degli Huesca e gli Aguanitos al “trapezio washington” e l’equilibrismo, il clown Bubi Ernesto e Pilade Cristiani con gli scimpanzè. Tanta Italia, quasi sempre presente e con tanti premi ben meritati. Lo dimostrano le 28 statuette conquistate che ci tengono saldamente al quarto posto nel palmarès generale. Siamo quarti in quanto ad Oro, anche se da gennaio ne abbiamo due in più grazie alle sorelle Kolev e ad Elvis Errani, che lo hanno conquistato nell’edizione del cinquantenario. Davanti a noi Russia, Cina e Corea del Nord. Un solo Oro ci separa dai coreani. Dietro di noi ha guadagnato una posizione la Francia grazie all’Oro di Alexandre e Charles Gruss, ma sia Stati Uniti, Svizzera e Francia sono a quota quattro. Possiamo essere più che soddisfatti. Le statuette sono diventate 361. 86 Oro, 184 Argento e 91 Bronzo. Ci sono poi stati cinque Clown d’Oro speciali. Il primo nel 1994 a Sergio, elegante presentatore del Festival nel periodo 1974 – 2002. Il secondo consegnato dai nipotini a SAS il Principe Ranieri III nel 2003. Poi l’omaggio alla Principessa Stephanie nel 2016, al 40° Festival. Gli ultimi due sono stati assegnati in quest’ultima edizione al dottor Alain Frère e ad Urs Pilz. Due bellissimi riconoscimenti per il cofondatore del festival e per il direttore artistico, per anni anche coordinatore della giuria. Parlavamo della predominanza degli artisti russi, ma per molti anni le presenze numerose erano altre, con altri paesi europei a prevalere. La nazione che ha tenuto alta la bandiera per oltre 20 anni è stata la Bulgaria. Con numeri molto numerosi. Si parla di forti troupe di saltatori alla bascula che hanno arricchito per anni la pista di Ringling Bros. and Barnum & Bailey: i Boitchanovi, i Silagis, i Kehaiovi, i Kovatchevi, i Balkanski, i Parvanovi. Con 13 o 14 artisti per ogni formazione. E anche Romania, Polonia, Cecoslovacchia e Germania Est, hanno dato tanto al festival.

Artisti italiani divisi per macrocategoria

Quanti aneddoti! In un festival dei primi anni Ottanta vennero annunciati i premi proprio sotto lo chapiteau. Degli artisti ne vinsero uno che stava in una busta. Chiesero cosa significasse, ma poi il figlio più grande capì e si mise a urlare: “Dinero, dinerooooo”. I nostri Amici del Circo Aldo Allegretti e Aldino Galloni preparavano sempre delle penne biro, con la scritta Club Amici del Circo, che regalavano. Ci dissero trionfanti: “Abbiamo cucinato per il Principe”. Qualcuno replicò: “Gli avete fatto le penne all’arrabbiata?”. “No, i tortellini”. Che anni indimenticabili. Erano quelli dello chapiteau dell’American Circus dove, fin dalla mattina, gli artisti provavano in pista. Grazie al grande spazio almeno tre numeri potevano provare contemporaneamente, in pista centrale e nei grandi spazi ai lati. Attorno un grande fermento. Lo scultore polacco o la pittrice romana coglievano l’attimo per una delle loro opere. Già di buon mattino il grande appassionato Cary Grant osservava gli artisti e poi arrivava il Principe Ranieri a verificare lo stato di salute degli animali e parlare con gli artisti. Non mancava Grace, a volte con una scolaresca. Ben la ricorda, lì al festival, il film “La realtà di un sogno” di Roberto Guideri. Nel 1996 arrivò il mastodontico elefante Colonel Joe, ma c’erano già gli elefanti di Davio Casartelli, allora venne sistemato nell’ampio garage appena prima della biglietteria.

Statuette assegnate per anno

Nel 2004, al 28° festival, avrebbe dovuto partecipare Sonny Frankello con i suoi pachidermi, ma ebbe un problema. Allora Florian Richter propose il suo “elefante barbiere”. “Ok, ma dov’è?”, gli chiesero gli organizzatori. “In Ungheria”. Detto fatto andarono a prenderlo e risolsero il problema. Al circo i problemi si risolvono sempre, con la collaborazione di tutti. Ci sono state edizioni con record di statuette, in ogni senso. Nel 1980 ne vennero assegnate solo tre. Oro ai Parvanovi, acrobati bulgari alla bascula e due Argento ai Flying Jimenez e al giocoliere Dick Franco. Solo quattro nel 1987, l’anno dell’Oro al nostro Giuseppe Massimiliano Nones con il magnifico numero di tigri del Circo Moira Orfei, e solo quattro nel 1995. Record assoluto per i festival del 2013, 2014 e 2015 con ben 14 statuette, che sarebbero state comunque otto senza i Bronzo. Il 2015, l’anno del 39° festival, ha registrato il numero massimo di Oro assegnati: ben quattro. Alla Troupe Acrobatica Nazionale Cinese, alla Troupe di PyongYang, ai nostri Fumagalli e Daris e alla suggestiva amazzone Anastasia Fedotova Stykan (scomparsa poco dopo, a soli trentacinque anni). Le categorie, se vogliamo chiamarle così, o comunque le grandi discipline circensi, sono tante. Abbiamo classificato tante arti circensi nella categoria “Acrobatica”, per distinguerla da numeri “Aerei”, “Numeri con Animali”, “Comicità”, “Giocoleria”, “Illusionismo” e “Varie”. Prevale l’acrobatica, la parte aerea, ma gli animali sono lì che tallonano. Ce ne sono stati tantissimi in tutte queste edizioni. Non solo numeri puri di animali, ma anche numeri in cui erano inclusi animali. Pensiamo ai Belyakov ed ai Savinne che, nelle loro acrobazie utilizzavano orsi. Ma anche clown come Popov e Lou Jacobs che avevano un cane nelle loro gag. Non dimentichiamo Willer Nicolodi e Glen Nicolodi, anche loro in pista con un piccolo cane. Mentre il clown Pierino aveva un’oca.

Animali portati in scena

E le anatre? Ci pensò Krenzola Junior nel festival del 2002. Ne aveva tantissime. Presentò il numero di piccoli animali ereditato da Wolfgang Krenzola, che aveva partecipato nel 1975. Con anche delle simpaticissime anatre di vari colori. E un grande avvoltoio. Si trattava di Kyra, che aveva già partecipato al festival del 1975. Le presenze degli avvoltoi nelle nostre statistiche sono due, ma è sempre lui. Quanti animali hanno partecipato al festival. Circa 3000. Predominano i cavalli, ma a ruota tigri, leoni e cani. Gli elefanti indiani sono tre in più grazie ad Elvis Errani: ben 180. Gli africani sono a quota 73. È sempre più difficile trovarne adesso e purtroppo questo dato non cambierà molto nei prossimi anni.

Animali portati da artisti italiani

Gli orsi hanno predominato nei primi anni della kermesse, ma non mancano animali tra i più rari come i rinoceronti (Williams Althoff, Moira Orfei, Alberto Althoff, Casartelli), cinghiali, ippopotami e giraffe. Ormai se ne vedono sempre meno. Su 3000 animali, ben 533 sono “italiani”. Predominano i cavalli, ma seguono tante altre specie che il grafico ci mostra. In tanti anni abbiamo portato al festival tante specialità e discipline, circensi. Di tutto e di più. Da citare Flavio Togni, che ha partecipato con cavalli, elefanti, cammelli, tigri. Inoltre è l’artista più premiato al festival con tre Argento ed un Oro. Un bell’aiuto a tenere alto il nome dell’Italia nella storia del più grande festival di circo del mondo.