Per la gioia degli amanti del circo non ci sarà solo il magnifico ritorno di Totò in 3D al Festival del Film di Roma. Evento speciale della sesta edizione, che si preannuncia col botto, è un’altra pellicola di assoluto valore dedicata ad un grande pioniere del circo: Antonio Franconi. Ma è solo la prima delle belle notizie legate a questo evento. La seconda è che il soggetto e la regia sono di Luca Verdone (con la collaborazione di Massimo Biliorsi), che col circo ha una lunga frequentazione. Fratello di Carlo e figlio di Mario, indimenticato professore di “Storia e critica del film”, profondo conoscitore e studioso di tutte le forme di spettacolo, critico d’arte, saggista, scrittore e poeta, ma anche il nome di riferimento, ben oltre i confini italiani, per quanto riguarda la storiografia del circo.
Sembra un segno premonitore la presentazione che Mario Verdone vergò sul volume di Giancarlo Pretini, Antonio Franconi e la nascita del Circo, nel 1988: “E’ edificante che a Udine, dove Antonio Franconi nacque, vi sia chi abbia pensato a ricostruire, con grande puntiglio e pazienza, la biografia del famoso cavallerizzo e direttore di circo, uno di quei personaggi che hanno cooperato, nel massimo contributo offerto dagli italiani, a far conoscere nel mondo gli spettacoli moderni di arena”. Ma Mario Verdone fece di più: nel 1955 scrisse un soggetto cinematografico dal titolo “Il conte Franconi, Re del circo”. Ambientato ai tempi della Rivoluzione francese fra Venezia e Lione. Scrisse Verdone a margine dell’inedito: “Questo soggetto potrebbe essere particolarmente adatto per una co-produzione italo-francese. Protagonista potrebbe essere Vittorio Gassmann”.
Ma non è tutto. La terza è che La meravigliosa avventura di Antonio Franconi (91’), questo il titolo del film, ha un cast superlativo: Massimo Ranieri (Antonio Franconi), Orso Maria Guerrini (Phillip Astley), Elisabetta Rocchetti (l’equilibrista Delphine) e Sonia Aquino (la moglie di Franconi). E per Massimo Ranieri si può parlare di ritorno al circo, anche solo riferendosi al “Rinaldo in campo”, lo spettacolo di piazza che tanti tanti anni fa portò l’attore e cantante a stretto contatto con l’arte circense, quando aveva 35 anni e familiarizzò con un tendone e una dura scuola di circo. Per seguire con numerose altre esperienze come il musical Barnum.
Franconi è stato un genio creativo, uno che il circo ha iniziato a contaminarlo con le diverse forme rappresentative note fra 700 e 800. Ed è su questo che il lavoro di Luca Verdone apre uno squarcio di impressionante suggestione, partendo dal sogno di un bambino che, prima di andare a letto, scopre nella soffitta un baule con vecchi giocattoli: comincia ad animarsi un circo popolato da cavallerizzi di piombo, artisti e personaggi che raccontano la vita del leggendario Franconi.
Leggendario non è aggettivo esagerato per descrivere questo incredibile personaggio nato a Udine il 5 agosto 1737 (ma c’è chi sostiene che l’anno sia il 1738) e morto a Parigi nel 1836. Di solito lo si cita insieme ad altre figure di riferimento che sono all’origine del circo in Italia e nel mondo: Alessandro Guerra, i Chiarini, Ciniselli, che fra l’altro furono nomi ricorrenti nei teatri italiani fra i primi dell’800 e la nascita del Regno d’Italia, nel 1861.
Franconi si rifugia Oltralpe, narrano le cronache dell’epoca, in seguito all’uccisione in un duello di un rivale in amore. Arriva in Francia nel 1756 con la moglie Elisabetta Mazzucati, e nel suo curriculum c’è anche il funambolismo. Comincia con spettacoli di piazza, poi diventa un addestratore di uccelli, soprattutto falconi. Ha lo spirito imprenditoriale nelle vene e si cimenta anche con l’organizzazione delle corse dei tori, che però non gli fa ottenere nessun successo.
E’ il circo la sua fortuna. Ottiene una sala coperta nella quale allestisce una pista di tredici metri e comincia a presentare programmi di pantomime equestri, acrobati, saltatori e funamboli. Fra i suoi partner ci fu anche il figlio di Philip Astley, colui cioè che è considerato il fondatore del circo moderno. A Lione Franconi costruisce un maneggio e si concentra su ciò che gli riesce meglio. E’ col “Cirque Olympique”, nel 1807, che raggiunge l’apice della fama. Il luogo, rue Neuve Saint Augustin, passa alla storia.
Nel 1809 lascia la direzione ai figli Laurent ed Henri, che continuano per quasi un secolo l’attività del padre. Franconi muore il 6 dicembre 1836.
La meravigliosa avventura di Antonio Franconi è il primo film italiano del dopoguerra dedicato interamente alla figura di un celebre artista del Circo, inventore dei giochi equestri che ancor oggi sono rappresentati nei circhi di tutto il mondo. Gli storici del circo attribuiscono a Franconi e al sergente Phillip Astley il rinnovamento degli spettacoli circensi con l’inserimento combinato dei clowns nei “numeri” equestri. La preziosa consulenza di Antonio Giarola e del CEDAC, insieme al contributo di Livio, Davio e Corrado Togni, che appaiono nel film, ha permesso di ricostruire il circo dell’epoca settecentesca.
La meravigliosa avventura di Antonio Franconi viene proiettato il 28 ottobre al Festival del Film di Roma, alle ore 15, all’Auditorium Teatro Studio.
Claudio Monti