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L’orologio di Houdini va all’asta

Leggo su un inserto di giornale dedicato agli orologi che il giorno 12 giugno, a New York, sarà battuto all’asta un esemplare di alto valore storico. L’oggetto infatti, un orologio in doppia cassa d’oro a 18 carati, teneva compagnia, e forse molto di più, a Harry Houdini, divenuto famoso in tutto il mondo nella prima metà del Novecento per un emozionante esercizio che tutti i frequentatori di cinema hanno potuto vedere, un po’ di anni fa, nella ricostruzione di cui erano protagonisti Tony Curtis e Janet Leigh. L’artista si immergeva in pubblico dentro una cassa di vetro e acciaio colma d’acqua e chiusa a chiave, munito di una bardatura di catene di cui pareva impossibile liberarsi, uscendone poi vivo e trionfante fra gli applausi di chi si chiedeva quali arti magiche possedesse per comportarsi così. Noi oggi sappiamo che non di stregoneria si trattava ma di una straordinaria attitudine dell’artista a disarticolare il collo e le spalle che avrebbe poi trovato imitatori anche in tempi recenti. Chi scrive, ricorda esibizioni vagamente (molto vagamente) simili a quelle di Houdini su piste di circo italiane.
Ma in questa sede, ben più interessa parlare non dell’uomo ma dell’orologio dal cui funzionamento l’uomo dipendeva. Jacques Attali, che è stato per anni consigliere economico di François Mitterrand, ha dedicato al tema un libro molto interessante (“Storie del tempo”, Spirali Edizioni 1983) spiegando come l’impiego dell’orologio sia una svolta fondamentale nella storia del lavoro dell’uomo. Ma io mi sento di affermare che, fra le tante categorie del lavoro umano, una ce n’è che di quello strumento chiamato Tempo faceva uso quotidiano ben prima dell’invenzione dell’orologio. Che salti verso l’alto o si butti verso il basso, che torca il proprio corpo sul serio oppure per ridere, l’artista di circo agisce non in compagnia bensì sotto l’imperio dettato dall’orologio invisibile che è dentro di lui. Macchè calendario di 365 giorni, macchè rintocchi imposti da un campanile. Ogni artista è tale perchè è “tempo” a se stante. Ogni artista è tale perchè non subisce l’orologio ma perchè, con l’ausilio di questo strumento, ricrea se stesso finalizzando il corpo a strumento d’arte.
Il tempo ha rintocchi sempre uguali, l’uomo avverte quei rintocchi ma poi disobbedisce, come sempre. E’ questa la sua grandezza. Ce lo ricorda l’orologio di Houdini posto all’asta, ce lo ricorda l’arte circense con le sue obbedienze e le sue trasgressioni.
Ruggero Leonardi

Short URL: https://www.circo.it/?p=20303

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