Lo va ripetendo da due settimane insieme al coro degli animalisti: “L’Inghilterra ha vietato i circhi con animali, l’Italia deve seguire l’esempio”. E’ l’onorevole Gabriella Giammanco, che insieme al ministro in servizio permanente animal friendly e a mezzo servizio titolare del dicastero del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha annunciato nei giorni scorsi di avere presentato una proposta di legge (l’ennesima) per togliere “a forza” gli animali dallo spettacolo più antico del mondo. Eccola sul Giornale e all’Ansa. Ma a riprendere la notizia farlocca, messa in giro al solo scopo di fare pressione sui “decisori” politici, è stata un po’ tutta la stampa, che ha parlato di “norma storica”. Per non parlare poi dell’entusiasmo dei vari esponenti animalisti (Lav in primis) che ci sono andati a nozze. Circo.it l’aveva subito scritto come stavano in realtà le cose. E siccome le bugie hanno le gambe corte, questa mattina a Uno Mattina l’onorevole Giammanco è stata sbugiardata in diretta (ore 7.10).
Visto che il risveglio del battage pubblicitario animalista si basa tutto su questa presunta notizia, da studio ad un certo punto è stato mandato in onda il servizio del corrispondente Rai a Londra, un volto più che noto al pubblico televisivo: Antonio Caprarica. Il quale ha raccontato quanto segue. Riferendosi a ciò che è successo di recente nel Regno Unito, ha detto che “la decisione dei comuni non vincola il governo. Cameron pare favorevole più a un codice severo sul trattamento degli animali, che non a un divieto totale. Poche del resto ormai le creature della savana africana usate negli spettacoli dei domatori: appena 46 calcola la società protezione animali”. Sul fatto che un interesse di alcuni settori politici e non, diventi una legge, “c’è un se grosso come una casa”, ha aggiunto Caprarica, “anzi come un tendone da circo”.
Chissà cosa accadrà in Inghilterra, insomma, ma per ora non quello che si augurano gli animalisti e chi li rappresenta nei Parlamenti. Soprassediamo invece sul resto della conversazione che è andata in onda da studio, sempre a Uno Mattina, fondata su un filmato che mostrava il solito orso dimenarsi in pista come una Carrà dei tempi d’oro. Peccato che nei circhi italiani numeri di quel genere non se ne vedano dagli anni ’80, da quando cioè l’Ente Nazionale Circhi, associazione di categoria dei circhi italiani, decise che era meglio non utilizzare più orsi e scimpanzé. Oppure le solite cifre sparate a caso: “Negli ultimi 5 anni ben 32 milioni di euro sono stati spesi a favore dei circhi”, ha detto la Giammanco. Niente di più falso (i dati sono pubblici sul sito del ministero per i Beni e le attività culturali). L’onorevole Giammanco e tutti quelli della sua lobby, si ostinano a fornire un dato che comprende tutti i contributi che in Italia vengono elargiti ad attività circensi, compresi festival, scuole di circo ed eventi vari. I circhi in quanto tali, e tutti insieme, nel periodo in questione non hanno ottenuto più di 10 milioni di euro circa. Invece, dalla suddetta onorevole, ci aspetteremmo che si cimentasse con i numeri, una buona volta, per dirci quanti soldi pubblici finiscono (quelli si segreti, non pubblicati da nessuno) alle associazioni ambiental-animaliste. Lo ha chiesto anche un senatore della Repubblica, Valerio Carrara, ma ci risulta senza successo.