
Le navi, come i bastimenti carichi di… nelle filastrocche, non sono attraccate a Genova a causa del maltempo e questa è la ragione per cui lo spettacolo Darix Togni ha spostato il debutto a ieri sera, per portare avanti lo show fino al 10 dicembre in piazzale Cuoco, zona Porta Vittoria.
Ingrandisci immagineIl circo è una scena antica come il mondo – che infatti chiamiamo «circo» per i suoi eccessi, le contraddittorie atmosfere – e obbedisce a regole passate come ai ritardi, ai pericoli e alle sorprese della vita. «Per questo non tramonta – racconta l’ex senatore Livio Togni -. Con duemila posti facciamo l’esaurito in tutto il mondo. Ora arriviamo da Instambul. Sono emozionato di riapprodare a Milano dopo vent’anni d’assenza. E’ la mia città, il luogo della mia casa e dove ho studiato da bambino, al collegio San Carlo in corso Magenta. Non a caso sul manifesto ho voluto un detto meneghino: L’era chi, l’era là, l’era l’ura son tornà!». Nell’impero di Facebook, internet, cinema e tv, la tenda con il tetto a punta sembra un sito estinto. «Perchè è un globo vero. Per un paradosso comprensibile, sono proprio questi tempi di fantasmi virtuali a rendere il circo avvincente. Quello che vi accade è reale e tangibile: il pericolo e la morte sono verità, un acrobata rischia; un pagliaccio ti può toccare come non possono fare gli eroi di internet».

Con un’omaggio all’acqua inizia il nuovo spettacolo. Una sorpresa che precede quello che poi è lo show tradizionale. A proposito di tradizione… Il Darix è noto fin dagli esordi per essere il fulcro dei numeri con animali: Darix, il capostipite, era domatore di tigri e ora Corrado Togni è famoso per domare gli elefanti. Come stanno le creature? «Bene. Non voglio entrare in polemica, ma spero che un giorno gli animalisti siano messi in discussione. Anche perchè il termine finisce con quell”“isti“ comune a tanti estremisti. E a proposito di estremismi, nessuno pensa mai che in base alla legge numero 189 del 2004 le multe inferte ai circensi finiscono nelle casse di associazioni che si dichiarano a favore degli animali. E’ come se le multe automobilistiche entrassero nelle tasche dei vigili. Domandiamoci: che interesse avrebbe un domatore a maltrattare il sostegno della sua vita?».
Giusto, ma ci sono due modi d’interagire: il comando e l’amore. Se l’animale prova l’amore dell’uomo vive in una condizione che supera quella della natura, ma se ne subisce il potere? «Un serpente, una giraffa, un cavallo liberano la loro intelligenza se il rapporto con l’uomo è giocato sul piano della comprensione. Noi cerchiamo i loro talenti, quindi non possiamo fare a meno di amarli».
Il Giornale
