Una doverosa precisazione su comportamenti scorretti e “furbetti” messi in atto da amministratori comunali e da qualche circense, in spregio di regole morali della Categoria ancor prima che giuridiche
Roma, 2 Settembre 2013 – Dall’anno della sua fondazione, 1948, l’Ente Nazionale Circhi ha annoverato tra le proprie fila complessi che nella stragrande maggioranza dei casi presentano spettacoli con animali (e non bisogna dimenticare che gli ammaestratori italiani sono fra i più quotati e premiati al mondo: Flavio Togni, Braian Casartelli, Stefano Orfei Nones, Davio Togni, Redy e Denny Montico, Giordano Caveagna, Rony Vassallo, Roberto e ora il giovanissimo Tairo Caroli, Manuel Farina ed altri, comprese giovani ed emergenti ammaestratrici, per citare solo quelli oggi sulla scena) ma anche alcuni qualificati complessi che – per scelta artistica – non presentano animali. Tutto ciò nel più rigoroso rispetto della libertà di espressione e segnatamente di quella artistica – anche dalla Carta Costituzionale riconosciuta – che l’Ente Nazionale Circhi ha inteso e intende tutelare anche nella convinzione che il circo costituisca un linguaggio che si presta ai più diversi utilizzi e sensibilità, in grado di dialogare con ogni forma di arte, come dimostrano la storia dello spettacolo e della cultura su scala universale.
Da qualche tempo in alcuni Comuni (e va detto però che i casi si contano sulle dita delle mani) si cerca invece di affermare un criterio per nulla rispettoso della libertà di espressione artistica, cercando di creare strumentali corsie preferenziali per quei pochi circhi che non presentano gli animali nei loro spettacoli. Si tratta, ovviamente, di “furbizie” che si pongono in contrasto col quadro normativo vigente e con la giurisprudenza consolidata e costante in materia, come attestano anche le due recenti sentenze dei T.A.R. di Marche e Piemonte.
C’è però chi, all’interno del settore, peraltro dimostrando di tenere in scarsissima considerazione non solo la professione che esercita, i colleghi e dunque la Categoria nel suo insieme, ma anche la propria dignità, pur di lavorare cede alle misere lusinghe e ai ricatti. Ciò accade anche da parte di quei complessi che usualmente fanno uso degli animali, con l’evidente fine di sfruttare a proprio vantaggio clausole regolamentari introdotte in modo illegittimo da certi Comuni.
In relazione a tali circostanze, in maniera inequivocabile l’Ente Nazionale Circhi vuole rendere noto che:
1)la nostra Associazione di Categoria si batterà in ogni sede, anche giudiziale, per la rimozione di tali illegittimi criteri di preferenza introdotti da qualche Comune;
2)la nostra Associazione di Categoria segnalerà pubblicamente – circostanziando i nomi dei Comuni e dei complessi circensi – ogni adozione di questo mezzo, a nostro avviso scorretto, anche perché in ultima istanza funzionale al solo scopo di prevaricare interessi e diritti dei colleghi.
Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi