Camminare sul tetto, così come su una corda tesa, è ricerca su se stessi per chiedersi, senza stancarsi mai, fin dove il corpo può condurre l’uomo e fin dove l’uomo può condurre il corpo. Ecco, è così che mi piace sentir parlare del circo ed è così che mi piacerebbe ne parlasse chiunque prende posto sotto lo chapiteau dopo aver pagato il biglietto. Entrare lì con questi pensieri che possono diventare alti anche se la statura dello spettatore tale non è, è privilegio che può offrire solamente il circo a patto che l’uomo sia disponibile a nuove geometrie di se stesso. Sfida, sì, ma da vedere non soltanto come la pur necessaria esigenza dell’artista di fare qualcosa in più rispetto a un rivale in professione. Sfida come suggerimento per se stessi, come un qualcosa capace di indurre al sospetto che in noi, in ognuno di noi, qualche riserva di sorpresa è sempre possibile. Questa è la miglior lezione che il circo può dare. E ho abbracciato Bizzozero, dopo questo insolito intervento sulle geometrie, per avermi ricordato perchè un uomo a lezione di arte circense può trarne profitto in ogni momento della vita.
Ruggero Leonardi