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Lettera aperta a Egidio Palmiri

Egidio Palmiri con Giulio Andreotti

Caro Egidio,
ho appreso la notizia con qualche ritardo, perché avevo il computer fuori uso. Non mi ha colto di sorpresa perché tu stesso me l’avevi anticipata. Non ti nascondo, però, che mi ha fatto un certo effetto. Quell’arco di tempo che contrassegna la nascita e l’evoluzione dell’Ente Circhi – di cui sei protagonista fin dai primi battiti – non è un capitolo importante solo negli spazi del nostro libro Sospeso nel vuoto: lo è, e pretende l’attenzione, in quel grande libro, ancora pieno di parole non scritte, che è la storia del Circo italiano.

Insieme a Pier Ferdinando Casini

Tu di questa storia sei un protagonista che ha lasciato tracce non cancellabili. Polemiche, pettegolezzi, battaglie non sempre vinte, delusioni, fanno parte del bagaglio che ogni uomo d’azione, quale tu sei, deve incamerare fra i ricordi. Non per cancellarli, al contrario: per dare il giusto peso a quanto di valido si è costruito “malgrado” le negatività. E credo, davvero credo, che guardando in retrospettiva al film di te stesso tu possa considerarlo meritevole di un applauso. Parsimonioso, certo, come è nella tua indole di figlio di circo, mondo senza confini, ma anche figlio di una terra in cui se cade un centesimo ci si danna l’anima finchè non lo si è recuperato.

Nel 25esimo di presidenza Enc

Non saluto in te il nuovo presidente onorario perché, francamente, l’espressione mi fa un po’ sorridere. Onorario l’Egidio Palmiri, cui mai è mancato e mai mancherà il fiato in gola per guastare la festa a chi troppo facilmente nel torpore della festa si adagia? Tu mi dirai: “Beh, potrebbe provvedere il buon Dio”. Mi tolgo il cappello, di fronte alla Suprema Volontà. Ma credo che anche l’Onnipossente tenderà a rinviare la scomoda “Pratica Palmiri” fin quando proprio non potrà farne a meno.
Ma ora voglio sgomberare il terreno da ogni equivoco. So benissimo che non sto parlando a un pensionato. Se mai accadrà che tu ti distragga dall’incombenza di sgridare l’ottimo Buccioni, impiegherai la voce in maniera più sistematica perché le vicende dell’Accademia
proseguano come prima e, se possibile, meglio di prima.

Al Quirinale con gli allievi dell'Accademia del Circo

Tu dentro il circo hai fatto di tutto e di più. Ma con l’Accademia hai dato una svolta alla tua esistenza – che già poteva considerarsi in sé compiuta – proponendo una seconda esistenza che è, sì, figlia della precedente però arricchita di ben altre sensazioni. Ora che hai più tempo da dedicarle, potrai finalmente arrabbiarti in giusta dose ma anche con nuovi motivi di gratitudine verso te stesso e verso quel dono del cielo che è tua nipote Ivana.
Buona pensione a te? Dio me ne guardi. Buon proseguimento su quel sentiero lastricato di tante difficoltà che solo un Egidio Palmiri come te poteva andare a cercarsi.
Un abbraccio

Ruggero Leonardi

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