Nel primo caso il tema è quello dei collaboratori familiari che svolgono compiti di supplenza in assenza del titolare, quindi in modo occasionale e per far fronte a particolari esigenze nella gestione del circo. “Considerato che la disciplina dell’associazione in partecipazione – che la scrivente Associazione ha opportunamente verificato – comporterebbe costi ingenti e insostenibili per le singole famiglie circensi, notoriamente numerose e sulle quali si basa tradizionalmente l’attività dei circhi, con la presente si chiede che per il settore del circo possa essere percorsa una strada che trova già applicazione, seppure in un settore diverso”, scrive Buccioni al ministro Fornero. “Mi riferisco alle attività agricole di cui all’art. 74 del D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276, dove l’impiego dei parenti ed affini trova inquadramento, facendo sì che le prestazioni dei familiari, occasionali o ricorrenti, non configurino un rapporto di lavoro autonomo o subordinato”. Ci si augura che il ministero del Lavoro possa rispondere positivamente e in tempi ragionevolmente brevi.
L’iniziativa dell’Ente Nazionale Circhi è stata assunta in collaborazione con l’Anesv, che ovviamente, rappresentando lo spettacolo viaggiante, da questo punto di vista si trova nella stessa condizione delle attività circensi.