L’Arca di Noè, il programma di Canale 5, andato in onda oggi, l’ha sparata grossa. E’ accaduto nel servizio “Le belve dei boss”, dedicato al tigrotto ritrovato in un casolare abbandonato dagli agenti del commissariato di Scampia. Arrivati sul posto a seguito di una segnalazione anonima che ipotizzava un arsenale di armi, mentre si sono invece visti davanti agli occhi il tigrotto ed ora stanno indagando per capire come e perché sia arrivato in quel posto. Fin qui la notizia che già era nota. Ma nel servizio dell’Arca di Noè, dopo aver spiegato che è “possibile che il cucciolo di tigre sia di proprietà di qualche clan che controlla proprio la zona in cui l’animale è stato ritrovato”, con una leggerezza informativa da far paura, è stata pronunciata questa frase: “Intanto questo splendido felino è rinchiuso in un centro di accoglienza. A prendersene cura anche il corpo forestale dello stato che ha il compito di stabilire se il cucciolo sia nato in Italia, magari in un circo che lo ha rivenduto poi illegalmente, o se sia stato portato qui clandestinamente dal suo paese d’origine”.
Un’affermazione, quella che chiama in causa il circo – per di più associandolo ai clan mafiosi – senza alcun fondamento, gravissima e fortemente lesiva e diffamante per tutto il settore.
Al riguardo il presidente Enc, Antonio Buccioni, annuncia azioni legali: “Abbiamo già contattato i nostri legali dando loro pieno mandato ai fini della migliore tutela della onorabilità della nostra categoria”. E aggiunge un pizzico di ironia: “Colgo anche l’occasione per dichiarare che il circo è estraneo all’ultima eruzione dell’Etna e all’ondata di gelo polare che si è abbattuta sull’America”. Perché non si sa mai che un giorno o l’altro qualcuno…