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“Le amministrazioni pubbliche non devono marginalizzare il circo”

“Le Amministrazioni pubbliche e le Autorità locali riconoscano il valore socio-culturale del circo e dello spettacolo viaggiante e contrastino ogni eventuale forma di marginalità e di pregiudizio”. Lo chiede la chiesa nel Documento finale del Pontificio Consiglio dei Migranti che si è svolto a Roma dal 12 al 16 dicembre scorso.
Circo.it aveva seguito le varie fasi del congresso, pubblicando anche la preziosa lezione tenuta dal card. Gianfranco Ravasi. La Chiesa chiede anche alle autorità “una qualche forma di riconoscimento di professionalità da parte delle Istituzioni pubbliche per i giovani artisti e le persone del circo e dello spettacolo viaggiante”.
Il tema dell’ottavo congresso è stato “Circhi e Luna park: ‘cattedrali’ di fede e tradizione, segni di speranza in un mondo globalizzato”, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ed ha riunito 70 delegati provenienti da 22 Paesi, in rappresentanza di Americhe, Asia ed Europa.
Tra gli obiettivi del Congresso, ricorda il documento finale, prioritario è stato quello di “far meglio conoscere alle Chiese locali la pastorale per i circensi e i fieranti, allo scopo di favorire maggiore attenzione nei confronti delle odierne problematiche che riguardano le persone che si dedicano allo spettacolo itinerante. Si è cercato, inoltre, di considerare tale sollecitudine nell’ampio contesto della pastorale ordinaria della Chiesa, con la convinzione che in essa nessuno è straniero perché essa non è straniera a nessun uomo”.
Ancora, si sottolinea che il mondo dei circhi e dei luna park “riflette una società e una cultura molto vasta” ed “è soggetto a costante mobilità. L’opera evangelizzatrice richiede un forte impegno spirituale e il segreto del suo successo, nel mondo circense e fierante, sta in parte nella qualificata formazione degli operatori pastorali, nella loro generosità e dedizione al servizio, ma anche nell’apertura, nella disponibilità e nel pieno coinvolgimento dei circensi e dei fieranti stessi, come protagonisti e non soltanto come destinatari dell’azione pastorale”. 
Per la gente del luna park e soprattutto per quella del circo, si sottolinea, “è praticamente impossibile appartenere ad una comunità ecclesiale tradizionale” quale è la parrocchia. “A ciò bisogna aggiungere il fatto che tutto il nucleo familiare è assorbito dalla fatica dei preparativi e dell’esecuzione degli spettacoli, in particolare nei giorni festivi e in quelli che immediatamente li precedono”. Ma “anche se con difficoltà, nel mondo del luna park e dei circhi si mantengono ancora il valore della famiglia, l’amore per gli anziani e la solidarietà. Vi è ancora un forte senso di religiosità”. E’ marcata la valorizzazione del mondo del circo che viene fatta dalla Chiesa, che parla di un’arte che può
”diventare canale di trasmissione del Vangelo e di testimonianza della bellezza e della bontà di Dio”. 
Il documento raccomanda infine “la sinergia tra gli Stati, gli Organismi internazionali e le Chiese locali, per offrire il necessario aiuto a preservare l’identità circense e lunaparchista”, e la realizzazione di “iniziative per l’educazione scolastica dei viaggianti”

. Ma il richiamo più forte è quello al riconoscimento di una valenza pubblica del circo, che è poi lo spirito della legge (n.337/68) che negli anni ’60 il parlamento licenziò con grande lungimiranza. Oggi, invece, dietro le pressioni di alcune lobby animaliste e nonostante l’impianto normativo non sia mutato, alcuni Comuni tendono a marginalizzare il circo e lo spettacolo viaggiante. La Chiesa invita invece a non disperdere il patrimonio sociale, culturale, storico e artistico dell’arte della pista. Ed anzi chiede al potere pubblico di rapportarsi al circo senza pregiudizi.

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