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L’appartamento affollato del Circo Starlight

CHIASSO – Dieci anni di solito sono sufficienti per tracciare un bilancio, e quello di Jonny Gasser è senza dubbio positivo. Tanto infatti è passato dal giorno in cui Joceline ed Heini Gasser hanno affidato a Jonny la direzione artistica del Circo Starlight. Un percorso di circo moderno, che quest’anno ha come titolo “apartè”, dove le idee e la fantasia si mescolano in un contenitore ben aperto.

Heinrich e Jocelyne Gasser-Christe
Il tutto si svolge in un appartamento abitato da personaggi ed oggetti singolari, che si susseguono e si alternano come in un gioco magico, interpretato da nove artisti provenienti dalla celebre École Nationale de Cirque canadese. I padroni di casa di questo curioso appartamento sono Merlin Pohse e Lukas Besuch che, nelle vesti di mimo/clown, legano le gesta dei vari inquilini che si presentano sul palcoscenico entrando e uscendo da uno degli elettrodomestici per eccellenza, il frigorifero. Gli oggetti consueti sembrano esserci tutti. Una lampada che si accende sulla testa di uno dei due strampalati amici, un televisore non certo di ultima generazione, fino ad un comunissimo tavolo che vede riuniti ad un certo punto tutti i partecipanti alla festa.
La prima parte scivola via tra i movimenti eleganti della ballerina Naranzul Ganbaatar, da un originale numero di corda volante doppia, e da una serie di simpatiche gag intervallate da preziosi volteggi. Il tutto in maniera drammaturgicamente efficace, ma con tempi decisamente blandi, che spesso sembrano smarrirsi ed allontanarsi dal concetto iniziale di circo.
La ballerina della Mongolia, Naranzul Ganbaatar
Senza dubbio più dinamica e scorrevole la seconda parte, che dà quasi l’impressione di volersi riconciliare con le arti circensi e che si apre con il suggestivo trapezio del canadese Eric Mcgill. Si prosegue con un chiaro esempio di creatività, che vede apparire una serie di gambe umane adornate di tutù, per un balletto dai risvolti poetici. I richiami alla poesia continuano con la grazia della francese Emilie Desvergne alla corda verticale e successivamente del canadese Patrick Cote alla ruota Cyr.
Merlin Pohse e Lukas Besuch
Il piatto forte di solito si serve alla fine e i giochi icariani di Batbold Andrei e Munkhbat Ganbayar non lasciano di certo a bocca asciutta. Passaggi precisi e puntuali, impreziositi da un’espressività e una presenza per niente scontata, contrariamente a ciò che avviene in questa disciplina solitamente molto rigida.
Buone le scenografie ed i costumi così come piacevoli le musiche. Non è sembrata invece azzeccata la scelta-marketing di elargire ingressi gratuiti con obbligo di acquisto del programma cartaceo.
Il risultato infatti è stato quello di avere in sala una fetta di pubblico demotivata e per di più rumorosa che non di rado ha disturbato gli artisti.
Michele Casale