La Lega Nord difende le “tradizioni millenarie”
Il palio di Siena, si sa, è una istituzione nazionale. Il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha avuto l’idea di salire sull’onda spagnola fresca fresca di abolizione della Corrida, e si è lanciata in una dichiarazione molto animalista, quale in realtà la Brambilla è (si veda solo il manifesto della coscienza animale che ha firmato e sponsorizzato insieme a Veronesi, Feltri ed altri): “Certi palii sono come le corride!”, ha tuonato. Il ministro si è scagliato contro le manifestazioni che usano animali ed ha chiesto uno screening per individuare quelle che generano incidenti e morte.
“Se la Catalogna ha rinunciato alla corrida anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio». Parole della Brambilla, talmente convinta da annunciare la firma di un decreto per stabilire i contributi agli enti pubblici per le iniziative e le manifestazioni turistiche che “non dovranno comportare lo sfruttamento degli animali”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, a partire da quella del sindaco di Siena, davvero imbufalito. “Chi segue il turismo si dovrebbe preoccupare di conoscere il Palio e di capire quanto questa manifestazione sia davvero veicolo di promozione del nostro paese. È davvero incredibile che invece un ministro italiano rilasci dichiarazioni come questa, del tutto priva di fondamenti, mai era accaduto in precedenza. Questa sì che è una vergogna per il nostro paese e un attacco a tutta nostra città”, ha scritto in una nota ufficiale il primo cittadino Maurizio Cenni (Pd) commentando le prime dichiarazioni del ministro. “Il Comune di Siena – ha aggiunto – adirà alle vie legali se risulteranno confermate le affermazioni del ministro Brambilla relative al maltrattamento e sfruttamento degli animali collegate al Palio di Siena. Inoltre, il Palio è di tutta la città, la politica ha un altro ruolo. Per quanto riguarda il nostro Palio, noi abbiamo applicato l’ordinanza del sottosegretario Francesca Martini per la tutela degli animali. Sottosegretario che fa ancora parte del governo di cui è Ministro la stessa Brambilla. Dall’applicazione della stessa ordinanza Martini il Palio di Siena risulta promosso a pieni voti”.
Al che il ministro è stato costretto a rettificare, o quanto meno a raddrizzare il tiro: “Non ho proposto l’abolizione di alcuna manifestazione, nè tantomeno del palio di Siena, tradizione molto celebrata e sulla quale non ho espresso alcun giudizio. Mi riferivo a tutte le manifestazioni che utilizzano animali allo scopo di valutare se esse sono produttive di effetti positivi e quindi si rende opportuno promuoverle e sostenerle con maggiore vigore in quanto patrimonio della nostra tradizione, o se in taluni casi non sia meglio rivederne la forma o addirittura farne a meno”. Ma ieri era stata proprio la Brambilla, rispondendo alla domanda di un giornalista in conferenza stampa, a pronunciare parole molto chiare: “Il Palio di Siena – spiega il ministro – è la manifestazione più famosa, ma ci sono altre iniziative che prevedono l’uso di cavalli, asini e anche oche che spesso sono crudeli con questi animali e ormai non hanno certamente più senso. L’Italia deve promuovere all’estero l’immagine di un paese animal friendly e per questo se la Spagna è arrivata ad abolire la corrida credo che sia il momento di rivedere le feste e le manifestazioni dove gli animali vengono maltrattati”. E su questo tema, ha concluso, “è stato attivato presso il Ministero del Turismo un comitato con il compito di realizzare uno screening per individuare quelle manifestazioni che possono creare disagi agli animali, palii compresi”.
“La nuova sensibilità di amore e rispetto nei confronti degli animali e dei loro diritti che si è diffuso in tutta Europa – ragiona la Brambilla – ha evidentemente portato ad una rivalutazione del bilancio tra effetti positivi e negativi che la tradizione della corrida arrecava all’immagine della Catalogna. Per ragioni simili, seppure con le dovute distinzioni ritengo sia doveroso dare luogo ad un’
approfondita analisi di quelle che sono oggi in Italia le manifestazioni e le feste popolari che coinvolgono gli animali, allo scopo di valutare se esse sono produttive di effetti positivi e quindi si rende opportuno promuoverle e sostenerle con maggiore vigore in quanto patrimonio della nostra tradizione, o se in taluni casi non sia meglio rivederne la forma o addirittura farne a meno. Mi riferisco a tutte le manifestazioni e le feste che coinvolgono cavalli, asini, maiali, buoi, oche e perfino struzzi che hanno luogo in Italia”.
A difesa della titolare del dicastero del Turismo che vorrebbe abolire la manifestazione che richiama una marea di turisti a Siena, solo gli animalisti: “Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha perfettamente ragione”, dice il responsabile dell’osservatorio nazionale zoomafia della Lav Ciro Troiano: “Il Palio di Siena non è necessario, ne possiamo fare volentieri a meno”. Ma a Siena e nelle altre città dove si svolgono palii storici – e molto probabilmente la stragrande maggioranza degli italiani – la pensano all’opposto.
5 agosto 2010