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Servizio e fotografie di Stefania Ciocca
Il Milano Clown Festival sta crescendo: giunto alla sua sesta edizione, può contare oggi quattro giornate ricche e intense di spettacoli dislocati in disparati punti della zona Isola di Milano.
Quattro giornate anziché tre, come negli anni passati, perché per l’edizione 2011 grandi sforzi organizzativi si sono finalmente tradotti nella presenza di Patch Adams a inaugurare la prima giornata di Festival, rinominato per l’occasione Patch Day: il medico clown ha presenziato dapprima alla Casa della carità di Crescenzago di Don Colmegna, spostandosi poi al teatro Dal Verme per la visione del documentario Clown in Kabul e all’Istituto Tumori. Infine ha incontrato il pubblico presso lo chapiteau del Circo Pic.
Il festival
Ci sono voluti sei festival e quattro anni per riuscire a ottenere il risultato di avere ospite questa grande figura e, forse, proprio la sua grandezza ha rischiato di distogliere l’attenzione dei più dal significato fondamentale della manifestazione, che sicuramente non persegue solo da oggi ma già dagli esordi.
Il grande pubblico, e soprattutto i media, sono rimasti attratti e affascinati dalla figura del medico clown, considerandolo quasi un episodio a se stante nell’intero panorama della manifestazione. Dice Moriss (nome d’arte di Maurizio Accattato, il clown di strada, direttore della scuola di Arti Circensi, che ha ideato il Milano Clown Festival insieme alla cooperativa Sassetti): “Ho inventato questo festival nel 2003. In realtà era mia intenzione comprarmi un’auto, poi mi sono guardato in giro e vedevo solo persone tristi, ragazze anoressiche, gente vestita sempre e comunque di nero….così decisi di creare qualcosa che potesse portare allegria nelle città, soprattutto in un luogo com’è Milano”. E fa un appello accorato: “Non consumate anche questo avvenimento così come si consuma tutto il resto. Oggi Patch Adams è qui, ci abbiamo messo molte forze perché questo potesse succedere, perché i cittadini potessero avere la possibilità di incontrarlo e capire che Patch Adams non è solo quell’uomo che tutti hanno visto in un famoso film. Ma lui domani se ne va, e noi staremo ancora qui. Io e Pic, quei ragazzi che non dormono da giorni perché tutto funzioni”.
L’inizio
Ufficialmente il festival inizia il 10 marzo con l’ingresso dei clown in piazza Duomo, ma in realtà già il 9 marzo alle 14 comincia “l’assalto” a via Padova (zona passata diverse volte ai rigori della cronaca): il famoso Pic Bus attraversa la via, blocca il celebre traffico milanese che risponde all’unisono con strombazzate di clacson, e i Pic (i clown volontari, infaticabili animatori del festival) corrono in mezzo e ai lati della strada, fermano macchine, giocolano con le arance dei fruttivendoli, distribuiscono abbracci, volantini e pronunciano quello che è il leitmotiv della rassegna: “Te vöri ben” (dal milanese “Ti voglio bene”; spesso si dice che il dialetto meglio esprime i concetti). Dialetto milanese per meglio parlare al cuore, un po’ ingrigito, di una città che il milanese ormai lo parla a stento.
La soddisfazione più grande è quella di vedere il traffico di una delle vie principali piegarsi alla parata clownesca, e interessante è poter vedere le reazioni della gente, assai diverse tra loro: da persone, italiane o straniere, che rimangono interdette (non sempre piacevolmente) davanti ad una manifestazione gratuita di contatto umano, ad altri che si dimostrano felici (“che bello! Meno male! Che bravi!”), passando anche per il ritratto del tipico e scorbutico milanese che alla frase “Te Vöri ben” risponde con un colorito “Ma va a laurà”. Della serie: ormai il tempo è meglio impiegarlo in cose più utili, come il lavoro. Utile alla sopravvivenza nella città, non certo della stessa.
Un episodio divertente: giunti ad una rotonda si fa avanti una vigilessa che, ligia al dovere, chiede chi sia l’organizzatore della manifestazione. Dapprima viene circondata da Pic e clown che la abbracciano. Trattenendo un sorriso e ritraendosi dietro l’obbligo dettato dalla divisa pone nuovamente la domanda. Un Pic risponde “Lui!” e indica Moriss che in quel momento, abbigliato con il suo solito abito ricavato da sacchi di plastica gialla, incurante del freddo, balla in cima ad un bus attorniato dalla banda civica. Provate a prenderlo…
I luoghi
Le location che vedono svolgersi i numerosi spettacoli offrono l’imbarazzo della scelta (forse anche troppo!) si trovano dislocati sulla linea verde della metropolitana, compresi tra le fermate di Porta Garibaldi e, neanche a farlo apposta (ma l’intenzione c’era eccome!) Gioia. A Gioia svetta il Circo Pic, mentre poco distante sul Cavalcavia Bussa, si erge un altro piccolo chapiteau. Luoghi toccati dai vari artisti di strada provenienti da tutto il mondo sono il Teatro Sala Fontana e il vicino Sagrato, il Frida Cafè (locale milanese molto attivo sul fronte delle offerte culturali), il Teatro Sassetti, l’Isola Casa Teatro, l’Osteria al 9, Piazza Minniti, Corso Garibaldi. Tutti questi luoghi, anche i teatri, hanno accesso libero poiché la manifestazione non ha scopo di lucro. Gli artisti, provenendo tutti dal teatro di strada, al termine delle esibizioni “fanno cappello”, affidandosi alla generosità degli astanti venuti a divertirsi.
Gli artisti
Gli artisti di strada che nel corso degli anni si sono avvicendati sono più di 300. Quest’anno le compagnie che si contendono i premi “pubblico” e “giuria” sono undici, e come tutti gli artisti di strada non sono ben definibili in quanto non si occupano di un’unica disciplina ma sono molto poliedrici: ci sono i King Size, le Sgirlies con il loro Varieté-Chantant, i Sabado Noche, Le Takiti, I 4 Elementi (vincitori del Premio Cantieri di Strada 2010), Hoo-Liang, il Circo 238 e i vincitori del Premio Giuria 2011 I Circondati. In aggiunta a questi le due band, Aidoru Associazione e la Always Drinking Marching Band, i veri favoriti poiché proprio a loro è stato assegnato il premio Pubblico 2011.
Nella categoria Big, in prima italiana: Leo Kondakov e le sue marionette, il comico Michael Trautman, Hilton Hiltoff (vincitore dell’edizione 2010), e il Cirque Ilya.
Altri eventi speciali che hanno animato le serate sono stati la già citata Night of Joy dedicata a Patch Adams, il “Te Vöri ben” Cabaret, la serata dedicata alla magia (che è il filo conduttore un po’ di tutto, dal momento che la gioia è considerata una magia) e il concerto della band ska Vallanzaska.
La città
Milano, la città della fretta, dell’apparenza, della moda, per quattro giorni ha ospitato una serie di spettacoli e di iniziative volte a fare ridere le persone, a farle stare bene, e a far scoprire che scavando un po’ (o forse essendo soltanto più attenti?) è ancora possibile ritrovare un po’ di autentica allegria e semplicità. Ha rivelato, forse non a tutti, che anch’essa può essere il luogo ideale per ospitare artisti e un po’ di poesia di strada, non solo eventi mondani. Forse non si è del tutto senza speranza, e la spontaneità di un sorriso non più congelato dal dover a tutti i costi essere felici per apparire può di nuovo essere alla portata di tutti.
Come in fondo, sin dall’inizio, ha augurato il clown Moriss. E’ il caso di applicarsi sin da subito, così da arrivare preparati (e numerosi!) alla prossima edizione 2012.