di Nicola Campostori
Uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus è quello dello spettacolo dal vivo; il mondo del circo in particolare si è trovato ad affrontare una situazione davvero complicata. Tournée interrotte per mesi, senza sapere se e quando sarebbero potute ripartire, compagnie bloccate in diverse città senza possibilità di far ritorno nei propri quartier generali, animali da sfamare…
Questo stato problematico non ha colpito solo i tendoni: anche un’istituzione come l’Accademia d’Arte Circense ha dovuto fare i conti con una serie di difficoltà di difficile soluzione.
Negli ultimi mesi, il suo direttore Andrea Togni ha sostenuto l’arduo compito di far elaborare a questa istituzione il lutto per la perdita del suo fondatore Egidio Palmiri. Il quale fino alla fine si è speso per la sua creatura, lavorando affinché venisse riconosciuta come Fondazione (risultato ottenuto l’anno scorso) e progettandone il futuro per quando lui non ci sarebbe più stato: a marzo 2019 Palmiri ha nominato Togni presidente dell’Accademia. “Ha dimostrato una grande fiducia in me” dice Andrea commentando quella decisione, “non lo ringrazierò mai abbastanza”.
A complicare questa transazione è arrivato il coronavirus. Il racconto della scuola di circo veronese è simile a quello di tanti altri soggetti dello spettacolo popolare. Nei primi momenti dominava l’incertezza: la natura inedita di questa pandemia globale non permetteva di fare previsioni, nemmeno a breve termine, lasciando dubbi sulle tempistiche. L’Accademia avrebbe riaperto prima dell’estate? E in che modo? Intanto, occorreva tenere gli allievi in standby, rimandare il saggio a data da destinarsi, e cercare contemporaneamente di mantenere alto l’umore senza lasciarsi prendere dalla desolazione.
I circensi non sono abituati a stare con le mani in mano, ed anche in questa circostanza hanno dimostrato la loro capacità di andare sempre avanti, inventandosi nuovi modi per proseguire il proprio lavoro. Se da una parte anche l’Accademia ha cominciato a organizzare eventi online, come la pubblicazione in streaming degli spettacoli, dall’altra si è colta l’occasione per realizzare tutti quegli interventi che in un periodo di normale amministrazione non si ha mai il tempo di fare; armato di buona volontà e deciso a non lasciarsi sopraffare dalle contingenze, lo staff ha eseguito la manutenzione ordinaria e straordinaria delle sue strutture, per farsi trovare pronto quando l’emergenza finirà. In particolare, ad accogliere gli allievi e i docenti ora c’è un nuovo ingresso, totalmente rifatto, che emana un’affascinante aura felliniana.
L’Accademia riaprirà il 14 settembre, assieme alle scuole. Una scelta non scontata, considerato che la decisione del Ministero di confermare i contributi previsti per il 2020 a prescindere dal lavoro effettivamente svolto poteva indurre a tenere chiusi i battenti. Ma non è quello lo spirito che anima l’Accademia, il cui modello pedagogico (due anni di base più due anni di specializzazione) ha formato diverse generazioni di performer, contribuendo in maniera incalcolabile al livello qualitativo del circo italiano e internazionale.
Per far fronte alla nuova normalità imposta dal Covid, è stato stilato un protocollo, che a breve sarà messo online, che prevede una serie di misure atte a garantire la sicurezza per istruttori e allievi, i quali non solo usufruiscono degli spazi per allenarsi ma trascorrono anche buona parte del loro tempo libero assieme, trattandosi di una scuola a convitto. C’è tanta voglia di ripartire, sia tra i ragazzi che tra gli insegnanti. Sarà importante anche la risposta che daranno i ragazzi di Verona, che costituiscono una parte importante per le attività dell’istituto scaligero.
Nei momenti più duri, l’obiettivo rimane quello di migliorarsi, sempre: “Una bella novità” annuncia Andrea Togni “è l’inserimento nel corpo docenti di Micha Malachikine”. Diplomato alla prestigiosa Scuola di Circo di Mosca, Micha ha lavorato in patria in numerosi circhi, collaborando con registi del calibro di Valentin Gneushev, per poi specializzarsi anche nell’acrosport. Arrivato in Italia, ha vinto al Festival di Verona prima di essere ingaggiato dal Circo di Moira Orfei, dove ha conosciuto Lara, figlia di Moira. Assieme hanno avuto Moira Junior, Walter Junior e Alexander, ai quali hanno trasmesso la passione per l’arena di segatura seguendoli e facendo loro da insegnanti. Il suo percorso di vita ha fatto di Malachikine un perfetto mix tra la disciplina di stampo sovietico e la capacità italiana di realizzare numeri organici allo spettacolo nel quale vengono inseriti.
“Il coronavirus ha causato grossi problemi al mondo del circo” spiega Andrea Togni “non soltanto all’Accademia che è stata costretta a chiudere ma anche ai genitori dei ragazzi che mandano qui i loro figli. Il loro lavoro riprenderà forse l’anno prossimo e la nostra preoccupazione è che per motivi economici alcuni allievi non posso proseguire gli studi iniziati”. Per questo motivo ha deciso di organizzare per il 31 ottobre un evento, uno spettacolo a sostegno delle famiglie circensi in difficoltà, in particolar modo quelle che hanno più figli in Accademia e che quindi dovrebbero affrontare costi superiori. Ancora una volta, è nel momento del bisogno che emerge il grande cuore dei circensi: all’iniziativa hanno aderito ex allievi e artisti affermati, che si esibiranno gratuitamente per supportare la causa. Tra gli altri, ci saranno Sarah Togni, Michael e Dario Togni (figli di Andrea), ma anche comici di Zelig e, anticipa il direttore dell’Accademia, “un ragazzo russo bravissimo che fa le verticali sul cubo di Rubik. Sarà uno spettacolo di grande livello artistico. La partecipazione di questi artisti fa capire quanto l’Accademia sia conosciuta e il valore che le viene dato, anche all’estero”.
A fine novembre tornerà poi Il Circo dei ragazzi straordinari, un format già apprezzato negli anni precedenti, che coinvolge gli allievi in una serie di numeri spettacolari e che per questa sua terza edizione sarà abbinato a una raccolta fondi destinata all’Accademia.
Non si può certo dire che il mondo del circo subisca passivamente le avversità. Al contrario, lotta con tutte le sue forze per superare la crisi e costruire un domani migliore. In questo senso, chi meglio dei giovani ragazzi e ragazze dell’Accademia possono rappresentare una speranza per il futuro del circo italiano?