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La questione Roma

La stampa della Capitale e il mondo politico capitolino in alcune sue componenti si stanno occupando da qualche giorno della prossima tournée dello spettacolo della nota catena canadese Cirque du Soleil, Amaluna, che dovrebbe debuttare nell’area di viale Tor di Quinto il 29 aprile prossimo. Al riguardo appare quanto mai utile esplicitare, se mai ce ne fosse bisogno, la posizione dell’Ente Nazionale Circhi, che riteniamo rifletta l’opinione dominante, se non unanime, del circo italiano.

Va detto subito per il pregio della chiarezza che:
1) il circo italiano in linea di principio nulla ha a eccepire a che il Cirque du Soleil presenti i propri spettacoli in Italia, ed in particolare nelle grandi città, al di fuori dei periodi tradizionali nei quali si esibiscono i propri complessi; sconsideratamente antistorica e di deprimente carenza di sentore artistico nei confronti di una importante produzione di livello internazionale, si rivelerebbe ogni posizione diversa.
2) Il circo italiano tuttavia non tollera, né potrà mai tollerare, e ciò fino alle estreme conseguenze, la propria complessiva mortificazione da parte di una classe politica che, specie a livello comunale, si dimostra inadeguata, da un punto di vista amministrativo, maleducata e arrogante da un punto di vista della gestione del potere, inidonea ed ignorante da un punto di vista di serie competenze artistiche e, infine, arbitrariamente invadente da un punto di vista di scelte ricreative, culturali e pedagogiche.
3) Il circo italiano, infine, non è disponibile a subire passivamente condizioni vessatorie in ordine al proprio diritto alla “piazza” e, per di più, quando queste concretano un’inaudita lesione della par condicio.

buccioni-home-antonioSuo malgrado il circo italiano riscontra, viceversa, il verificarsi di tutto ciò, per limitarci agli ultimi due anni, nelle due maggiori città italiane, Milano e Roma (appalto all’Expo e concessione Tor di Quinto). Con riferimento a quest’ultimo, in assenza di bando e senza oneri finanziari in favore dell’Amministrazione comunale. Da quest’ultimo punto di vista, nulla vale acquisire l’informazione che gli oneri di messa a regime dell’area interessata graveranno alla società produttrice dello spettacolo poste di qualche centinaio di euro.
Valga il vero, il Comune di Roma è tenuto per legge, con decorrenza 10 ottobre 1968, ad avere aree attrezzate e quindi degne di questo nome, in favore del circo e dello spettacolo viaggiante. Sarebbe bastata una minima pallida attenzione nei confronti di questo settore di imprenditori e contribuenti italiani, piuttosto che indirizzare somme colossali vergognosamente sperperate a favore di campi rom e centri di accoglienza per extracomunitari, perché l’area in questione, come altre, non presentasse i connotati, alla data attuale, di una latrina a cielo aperto.

Il resto è storia più o meno recente. La legge 18 marzo 1968 n. 337 – ed in particolare il suo articolo 9 – è stata tradita con gli esiti appena sopra ricordati, l’ENC ha successivamente sensibilizzato alla problematica il Sindaco, con missiva del 27 giugno 2016, il Presidente del XV Municipio con missiva del 12 settembre 2016, il Prefetto di Roma con missiva del 23 settembre 2016, il Presidente del XV Municipio (e per conoscenza il Sindaco e il Prefetto) con atto di tutela del 23 novembre 2016, non ricevendo alla data odierna riscontro alcuno, all’insegna di quanto oggi le istituzioni non abbiano rispetto delle rappresentanze sociali.
Prendiamo atto che il Signor Vanni Zoppis, per il tramite dell’avvocato Giuseppe Cavallaro, ha investito del problema l’Anac, in linea con quanto lo scorso anno l’ENC intraprese egualmente con l’Anac e con la Procura generale di Roma, a proposito dell’appalto Expo.
Ad oggi questo. Domani continua la battaglia di civiltà, di rispetto delle regole e di autotutela, del circo italiano e dell’Ente Nazionale Circhi.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi

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