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La lotta continua, le tre verità emergenti

Con la mente più fresca e riposata dell’alba del lunedì mattina, nella piena consapevolezza delle responsabilità della gente del circo, prima di ogni altra la illimitata tolleranza o, meglio, capacità di sopportazione, in ordine alla situazione negli anni determinatasi, torno sinteticamente sul tema del Ddl 2287-bis riaffermando l’evidenza di alcune verità.

1. Il tradimento della legge 337/68
Costituisce la principale causa dei mali del circo in Italia. Mancanza di aree decenti con conseguenze ovvie anche con riferimento alle condizioni di stabulazione degli animali; impossibilità di pubblicizzare le diverse tappe di una tournée, costi dei plateatici insostenibili e, riassuntivamente, abrogazione delle disposizioni di miglior favore, rappresentano la causa di gran lunga principale di una comunque modesta flessione del pubblico pagante da considerare, viceversa, proprio nelle percentuali individuate, indice di un pressoché inscalfibile abbraccio popolare, anche attesa l’esplosione inarrestabile dell’intrattenimento fra le mura di casa, che – tra l’altro – ha privato il cinema del 90% dei propri frequentatori.

2. Circo e teatro, generi diversi dello spettacolo
Desta sorpresa, scorrendo il rapporto Censis, la classificazione del circo sostanzialmente come un settore del più vasto mondo del teatro. Valga il vero e ad effetti concreti: il circo ha una propria specificità etnica e comunque socio-culturale; una propria fisicità in strutture storicamente e inequivocabilmente individuabili: chapiteau, gradinate, motrici e rimorchi, carovane abitazione; canoni di spettacolo sempre nuovi nella veste, immutabili nelle architetture. Una definizione di circo contemporaneo, ad oggi mai esplicitata, tenga conto di quanto precede. Altrimenti spettacoli interessanti, molto interessanti, sul piano delle nuove proposte, dei nuovi contenuti, vadano correttamente riferite all’ambito naturale di appartenenza: il teatro di avanguardia o di innovazione, ad ogni conseguenza. L’ormai mitico deus ex machina di norme in materia della quarta legislatura repubblicana, ben avvertì, accanto alla legge 1213 sul cinema ed alla legge 800 sulla musica, l’esigenza di un provvedimento ad hoc, la 337, per il circo e lo spettacolo viaggiante, distinto e distante dall’ambito del teatro di prosa.

3. Gli animali del circo
Repetita iuvant, anche perché non si dica che intervengano posizioni equivoche. Il circo italiano è indisponibile a privarsi di alcunché, avendo già provveduto motu proprio, attraverso un cinquantennale percorso di razionalizzazione, a limitare all’indispensabile la presenza nel circo degli animali. Mai, e in ogni caso, potrà tollerare che i propri compagni di vita e di lavoro muoiano tra stenti e violenze nelle mani di inetti o profittatori a caccia di pubblico denaro.

Antonio Buccioni