di Roberto Bianchin
Il circo è da sempre un luogo di accoglienza e fiducia, nel quale tutti possono trovare il loro spazio e la loro strada. Lo sapeva bene Nando Orfei che ha sempre tenuto aperte le porte del suo circo e lo sa suo figlio Paride che, con il suo Piccolo Circo dei sogni e con il Memorial NandOrfei, porta avanti il progetto “Un circo per tutti”.
Nando Orfei una volta raccontò –in privato, non amava vantarsi delle buone azioni- che tanti anni fa un ragazzo era andato a chiedergli di potersi unire al suo circo. Nulla di strano, era capitato altre volte. Ma in questo caso non era solo per il fascino del circo. C’era qualcos’altro. Nando capì. Ma c’era un ostacolo. Il ragazzo era minorenne. Dopo un po’ di tempo il ragazzo tornò al circo con la madre. “Prendetelo con voi”, gli chiese, quasi supplicando, anche la madre. Suo figlio era un ragazzo bullizzato, che non voleva più stare nella città dove la vita gli era divenuta impossibile, e aveva visto nel circo il luogo protetto dove andarsi a rifugiare. Dove nessuno gli avrebbe fatto del male. Dove lo avrebbero accolto come una persona di famiglia. Così fu. Nando lo prese con sé, quel ragazzo partì col circo, diventò un bravo artista, fu applaudito e stimato, e restò al circo per tutta la vita. La sua vita fu felice. Sembra una favoletta. Ma al circo, qualche volta, le favole possono diventare realtà. Il circo, nella sua lunga storia, ha sempre accolto tutti. Senza distinzioni di nazionalità, di razza, di religione, di sesso. E’ stata la prima comunità multietnica e multiculturale del mondo. Una ricchezza, per chi l’ha saputa e la sa cogliere.
Come la sa cogliere Paride, il figlio primogenito di Nando. Anche lui, senza farlo sapere, senza andarlo a sbandierare in giro, accoglie alcuni ragazzi in difficoltà nella sua scuola di arti circensi del Piccolo Circo dei Sogni a Peschiera Borromeo, aperta ormai da una ventina d’anni alle porte di Milano, e diretta con mano sicura e gentile da un’acrobata di statura internazionale come Sneja Nedeva, con la collaborazione del figlio, Cristian Orfei, valente acrobata anch’egli, e del giocoliere colombiano Nicolas Veloza. Alcuni ragazzi con varie problematiche, dall’autismo alla sindrome di down, si sono avvicinati, timidamente all’inizio, a quel tendone giallo e blu, chiusi nei loro pensieri, loro come le loro famiglie. Poi, lentamente, hanno cominciato ad aprirsi. A sorridere, anche. A parlare, a giocare. Nessun miracolo, per carità, ma qualche piccolo progresso si scorge. E ogni sorriso è un regalo. Il Memorial NandOrfei, nato nel 2024 a Peschiera Borromeo per celebrare il decennale della scomparsa di questa leggenda del circo italiano, che dal 2025 diventa la “Festa Internazionale delle Scuole di Circo” (9-12 ottobre), è uno sguardo puntato dritto sui giovani, sui quali “Nandino”, come lo chiamava Federico Fellini, aveva sempre scommesso, e ai quali il Memorial mette a disposizione delle borse di studio che consentono loro di proseguire la propria formazione artistica presso strutture circensi professionali altamente qualificate (il bando per le candidature –l’iscrizione è completamente gratuita- è disponibile sul sito www.memorialnandorfei.it). Possono parteciparvi giovani artisti che si siano formati o che si stiano formando, in qualunque disciplina, nelle scuole di circo di tutto il mondo. Il Memorial, un insieme di eventi che comprendono spettacoli, mostre, convegni, conferenze e concerti, ha per madrina un’altra leggenda del circo come Liana Orfei, sorella di Nando. La direzione artistica è di Sneja Nedeva, la regia di Paride Orfei, la direzione generale di chi scrive. A un’altra stella del circo come Ambra Orfei, sorella di Paride, è affidato il coordinamento generale degli eventi, mentre le mostre storiche sono a cura di Gioia Orfei, anche lei celebre artista circense, sorella di Ambra e di Paride. Direttore di pista Cristian Orfei, direttore tecnico Marco Togni, direttore musicale Marino Sartori, assistente alla produzione Luca Colferai. Il Memorial è organizzato dall’associazione “Accademia del Piccolo Circo dei Sogni” con il sostegno del Ministero della Cultura, il patrocinio della Città di Peschiera Borromeo e della Città Metropolitana di Milano, in collaborazione con l’International Salieri Circus Award di Legnago (Verona) e l’associazione culturale Compagnia de Calza “I Antichi” (Venezia).
Il Memorial ha aderito al progetto dell’Ente Nazionale Circhi “Un circo per tutti”, sostenuto dal Ministero della Cultura per la creazione di percorsi di circo sociale destinati alle persone fragili e con disabilità. Si tratta di una serie di spettacoli, workshop pratici, incontri con gli artisti, affiancati a attività di sensibilizzazione, per un palinsesto di appuntamenti che coinvolge alcuni tra i principali chapiteau italiani, prestigiosi enti di formazione, festival di settore. Ingressi gratuiti sono riservati al Memorial ai portatori di handicap, e posti riservati e servizi speciali sono previsti per non udenti e non vedenti, con audio descrizioni dal vivo per le persone cieche e interpreti in lingua dei segni per le persone sorde, come sperimentato quest’anno, in accordo con le loro associazioni, all’International Salieri Circus Award di Legnago (Verona), “permettendo così a tutti di vivere un’esperienza artistica completa e coinvolgente”. Sono molteplici le iniziative legate al sociale che coinvolgono gli eventi progettati in collaborazione con le società di Paride Orfei, dal “Circo dei Sogni Entertainment” al “Piccolo Circo dei Sogni”. Ad esempio, uno dei nuovi progetti che abbiamo ideato, quello del “Cirque Napoleon”, un circo napoleonico dell’Ottocento, previsto nell’estate del 2025 nei luoghi napoleonici dell’Isola d’Elba, con la collaborazione prestigiosa del Cirque d’Hiver Bouglione di Parigi, del Musée du Cirque Emilien Bouglione, della compagnia della Petite Armée e delle associazioni napoleoniche, avrà una forte connotazione benefica, in accordo con il Lions Club International, per iniziativa del suo dirigente Marino Sartori dei Lions della Toscana e dell’Elba, e il suo “Servizio di cani guida per non udenti”, la cui missione –afferma il presidente, Giovanni Fossati- “è di addestrare e consegnare gratuitamente dei cani guida –veri e propri angeli a quattro zampe- alle persone non vedenti o ipovedenti di tutta Italia”.
Anche il Teatro Gerolamo di Milano, dove da tre anni siamo in scena con un bizzarro spettacolo di circo-teatro, tutti gli anni a Carnevale (28 febbraio – 8 marzo 2025) con la “Pregiata Compagnia Circo dei Sogni”, per realizzare appunto un sogno, quello di trasformare un teatro storico dell’Ottocento, un autentico gioiello dichiarato monumento nazionale, in un fantasmagorico circo dell’Ottocento, con la platea liberata dalle poltroncine che diventa una pista scintillante di meraviglie, è in prima fila in questa battaglia civile. Non solo perché è un teatro perfettamente accessibile a tutti, privo di barriere architettoniche, con bagni riservati, e con due posti per disabili sempre disponibili ad ogni spettacolo nonostante i pochi posti della piccola platea (appena 58 poltroncine), ma anche perché quest’anno è stato capace di proporre, con la regia di Alice De Andrè (nipote del leggendario Fabrizio) un corso di teatro seguito da uno spettacolo di attori disabili, con i giovani della fondazione “Un futuro per l’Asperger Onlus”, andati in scena con “Take me out, cose che succedono a Milano”. Tutte iniziative perfettamente in linea con il pensiero, l’anima e l’azione di “Nandino” Orfei, che piaceva a quel geniaccio di Federico Fellini (con cui fece tre film, Amarcord, I Clown e La Nave va) anche per la sua straordinaria umanità.
“Nel nostro mondo, quello del circo –diceva Orfei– l’impossibile e il meraviglioso sono cose di tutti i giorni. Amiamo la vita in tutte le sue espressioni, tra di noi ci vogliamo bene…e adoriamo i nostri anziani…mentre molti li abbandonano, noi li onoriamo, li portiamo sempre con noi. Quando in un circo succede qualcosa di grave, gli anziani si riuniscono a consiglio, si trattasse pure di semplici stallieri, e deliberano, e tutti ascoltiamo il loro consiglio. Per non parlare dei bambini. I bambini del circo sono molto più svegli degli altri bambini, perché girando molto imparano prima, e più facilmente, cos’è la vita”.
“Il viaggio…il viaggio è il sogno dell’uomo, un sogno continuo, un viaggio fatto di tante cose, belle e brutte, che si vedono, si conoscono e si incontrano, e questo è molto istruttivo”. Sono sue parole, riportate nel libro “Heritage, da Nando Orfei al Circo-Teatro” pubblicato dal Cedac, il Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi per i tipi delle Edizioni Equilibrando (2024), e curato dal sottoscritto. E ancora:
“La vita, in fondo, è un gioco. Solo un gioco. Ma è un gioco in cui, come in tutti i giochi, devi anche rischiare. E devi saper rischiare. Io ho rischiato la vita per sessant’anni per dare da mangiare ai miei figli…e i miei figli al circo svolgono anche i lavoro più umili. Non c’è posto per i pelandroni sotto lo chapiteau. Le star esistono solo in pista, per il pubblico. E’ una vita molto faticosa la nostra. Si sgobba dalla mattina alla sera, e pure di notte quando ci trasferiamo da una località all’altra. Ma sappiamo custodire gelosamente i valori più veri, quelli più importanti: la famiglia, l’amore, l’amicizia, la lealtà”.
“Il circo è un cerchio magico dove può succedere di tutto, avete notato come al circo è tutto rotondo? Il tendone, la pista, la gabbia, gli sgabelli degli elefanti, i cerchi degli acrobati, le palline e i cerchietti del giocoliere, persino le ciambelle…è perché il cerchio è la perfezione, e al circo, solo al circo, si può vivere in un sogno ed entrare in una fiaba. Non per caso è e sarà sempre il più grande spettacolo del mondo. Lo spettacolo per bambini dai 3 ai 90 anni, come lo definì Charlie Chaplin, il grande Charlot. Forse non tutti sanno che, prima di diventare attore, lavorò nei circhi per sette anni, e vi imparò molte delle cose che poi lo resero grande e indimenticabile”.
A dieci anni dalla scomparsa, l’eredità di “Nandino” continua a dare i suoi frutti. E la sua lezione, portata avanti dalla moglie Anita, dal figlio Paride e dalle figlie Ambra e Gioia, continua a insegnarci ogni giorno qualcosa.