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La danza del circo sul lettino dell’analista

Sul lettino dello psicanalista, parlando d’insonnia, amnesia, paranoia, dipendenza, ipocondria, allucinazioni, psicosi maniaco-depressiva, disturbi ossessivo-compulsivi o esplosivo-intermittenti o di personalità multipla: visioni, sogni, ricordi… i mali moderni, le nevrosi della vita quotidiana che ben presto si confondono con le acrobazie del circo (giocoleria, palo cinese, ruota tedesca, corda aerea, asse coreana…) per un viaggio ironico nella psiche umana. Personaggi fragili, tutti tormentati da una fobia, che si affidano al potere magico dell’ arte circense. Una sorta di «circoterapia» – hanno detto – per sopravvivere alle ansie con umorismo e leggerezza. Protagonisti undici formidabili giovani provenienti dall’École nationale de cirque di Montréal. È «Psy» del collettivo circense Les 7 doigts de la main che sarà presentato a Udine dal 7 al 10 marzo e a Brindisi il 14 e 15. Un modo nuovo di concepire il circo, non sotto il tendone ma su palcoscenici tradizionali, mescolandolo con cabaret, teatro, musica, danza acrobatica, la dimensione più intima con quella spettacolare. «Psy» inizia nello studio di uno strizzacervelli per poi abbattere le pareti, fra virtuosismi mozzafiato e humour surreale, il piacere di librarsi nell’aria, prendere letteralmente il volo. Le acrobazie della mente si fondono con quelle del corpo. A fianco della sede internazionale del Cirque du Soleil, lo spettacolo aveva debuttato nel 2009 alla Tohu di Montréal, la Cité des arts du cirque, il nome si ispira a tohu-tohu, espressione che evoca il ribollire di idee e di gesti, a testimoniare il nuovo tumulto che anima il mondo del circo. Les 7 doigts de la main è un collettivo fondato a Montréal nel 2002 per iniziativa di sette artisti usciti dalla Scuola Nazionale di Circo e scritturati poi dal Cirque du Soleil. Esagerando con l’espressione le cinque dita della mano, il nome nasce da un gioco di parole che illustra l’unità dei suoi membri. La regia, le scene e i costumi di «Psy» sono di Shana Carroll, californiana di Berkeley, 40 anni, che fa parte del nucleo originario: stella del trapezio in «Saltimbanco» del Cirque du Soleil (spettacolo che tornerà a Roma dal 15 al 18 marzo al Palalottomatica), dopo un infortunio alla schiena ha cambiato mestiere senza abbandonare il mondo del circo, accumulando successi come regista: da «Psy» a «The Cabaret» e «Traces» e, per il Cirque, «Iris», resident show al Kodak Theatre di Los Angeles. Les 7 doigts de la main ha appena ricevuto il premio del Conseil des arts et des lettres du Québec (CALQ) per la migliore tournée in Canada e negli Stati Uniti per lo spettacolo «Traces» che ha sedotto il pubblico americano, centomila spettatori a Chicago, Los Angeles, Denver, Filadelfia e New York (dopo l’Union Square Theatre sarà nell’ Off-Broadway fino al gennaio 2013). A Parigi, al Théâtre de la Villette, la compagnia ha da poco presentato «Psy» e «La vie», un altro spettacolo pieno di vitalità e umorismo ambientato in un purgatorio dove le anime si godono i piaceri della vita tentando di non cadere all’ inferno. La compagnia del Québec nel 2006 era venuta a Roma, al Parco della Musica, per il festival Metamorfosi: corde sospese, contorsioni, manipolazione di coltelli, trapezi. Ma purtroppo sempre più spesso bisogna andare altrove per vedere le novità; a differenza di altre capitali europee, Roma non è più (come si converrebbe) una tappa obbligata per le tournée internazionali che toccano l’Italia.
In Italia Les 7 doigts de la main saranno a Udine dal 7 al 10 marzo e a Brindisi il 14 e 15
Paolo Cervone
Corriere della Sera