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Chanel Knie
Chanel Knie
“Al primo posto mettiamo il rispetto assoluto degli spettatori. Quando arriva un reclamo (non sono molti), immediatamente rispondiamo, diamo le spiegazioni e offriamo i biglietti omaggio per la stessa piazza o per il tour seguente. E poi, altro aspetto importante, ripetiamo lo stesso giro ogni stagione”. Così ci ha raccontato Maycol Errani che, dopo il matrimonio con Geraldine, è divenuto uno dei perni della famiglia Knie. E’ forse questa la base dello straordinario successo che il circo nazionale svizzero rinnova ad ogni stagione.
La famiglia ha 212 anni di vita, a partire dal 1803, data del primo matrimonio del patriarca Friedrich Knie. Nella passata stagione, quella conclusasi in Ticino nel novembre 2014 (per intenderci quella con il nostro Clown dei Clown David Larible), il circo Knie è stata la prima azienda elvetica, come fatturato (circa 10 milioni di euro in 8 mesi), nel settore dell’intrattenimento e dello spettacolo. Altro cardine del successo, la qualità degli artisti: in pista, per la stagione 2015, tre Clown d’Oro e due Clown di Bronzo a Monte Carlo, un Latina di Bronzo e un giocoliere da Guinness dei primati. Senza dimenticare i meravigliosi cavalli della scuderia Knie, rinomata e conosciuta in ogni angolo del mondo circense.
Rob Torres
Rob Torres
A Zurigo, vigilia dell’Ascensione, festa che storicamente gli svizzeri utilizzano per andare in vacanza (quest’anno si poteva anche fare il ponte), lo show di Knie ha registrato quasi il tutto esaurito. Chapiteau, carovane e zoo sono allocati in Sechseläutenplatz, l’ampia piazza che, in pieno centro, si affaccia sullo splendido lago di Zurigo. Lo chapiteau, con i colori bianco e rosso della bandiera svizzera, è davvero bello e funzionale: sistemazione del pubblico tutta quanta in comode poltroncine (senza palchi), nessun fotografo che gira fra gli spettatori, ottimo l’accesso alla struttura e anche il deflusso. Originale ed elegantissimo anche l’ampio foyer, una tenda circolare posta nella parte frontale dello chapiteau e che, fra eleganti illuminazioni e colorate stampe, accoglie chioschi, bar con tavolini e sedie, ed un grande buffet centrale in cui si trova di tutto.
L’opening dello spettacolo è affidato al clown statunitense Rob Torres, protagonista nel 2008 al Festival di Latina e, un paio di anni dopo, anche a Monte Carlo. Sarà lui a deliziare la platea con la sua fanciullesca indole: niente naso rosso e nemmeno trucco esagerato, ma una costante interpretazione di bambinone meravigliato. Mai una sbavatura, mai una volgarità e feeling con il pubblico che si crea fin da subito. Arriva quindi il padrone di casa, Fredy Knie Junior, che saluta il pubblico con un breve discorso ma con tanta eleganza e carattere. Danza, colori, musiche forti, costumi fluorescenti, laser, giocoleria e tessuti aprono lo show grazie all’eclettismo della troupe ucraina Circo Teatro Bingo.
Il giocoliere più veloce del mondo, Mario Berousek
Il giocoliere più veloce del mondo, Mario Berousek
Spazio quindi a Mario Berousek, il giocoliere più veloce al mondo, come certificato dal Guinness dei Primati. Ha lavorato per diverso tempo al Moulin Rouge di Parigi e proviene da una delle più famose famiglie circensi della Repubblica Ceca. In ginocchio effettua un giro a 360 gradi, si alza e si riabbassa, fa una passeggiata completa sul cordolo della pista e sempre giocolando le clave a velocità astronomica. Applausi oceanici da parte del pubblico che precedono il primo ingresso in pista dei cavalli.
Mary-Josè Knie presenta due palomini, Picasso e Velazquez, e il pony Tycoon. Magia ed eleganza estrema pervadono l’intero numero dotato anche di passaggi di notevole difficoltà. Ma la performance equestre va avanti con altri palomini e con l’alta scuola di splendidi frisoni. La famiglia Knie si alterna in pista assieme ai cavalli: oltre a Mary-Josè anche Fredy jr e il tredicenne Ivan Frederic.
Eleganza, potenza e bellezza sono le caratteristiche del mano a mano portato in pista da tre ragazze della troupe Circo Teatro Bingo. La particolarità e la difficoltà del numero stanno nell’utilizzo degli appoggi che la porteur offre all’agile quasi esclusivamente con i piedi e in spaccata. Dalle innovative figure delle ucraine si passa al tradizionale numero della barra russa: in pista la troupe Stoian (Romania) vincitrice del bronzo al festival di Latina, composta da Corina Icleanu, che con impressionante precisione ed eleganza esegue i salti e le capriole, e dai fratelli e Bogdan e Valentin che danno le giuste accelerazioni e le giuste spinte alla barra. Arriva l’intervallo ma nessuno, fra gli spettatori sente la necessità di riposare e di tirare il fiato. Mai come quest’anno è stato azzeccato il nome dello show: Phenomenal.
Maycol Errani impareggiabile sulla pista di Knie
Maycol Errani impareggiabile sulla pista di Knie
Si riparte con Maycol Errani che, tolte le vesti di acrobata che gli hanno regalato l’oro a Monte Carlo, porta in pista 28 cavalli, di razze diverse, più otto ponies che corrono sul cordolo sopraelevato. Qualcosa di straordinario: fra addestratore e quadrupedi, in quel cerchio magico non rimane spazio nemmeno per uno spillo. Per capirci si tratta di un classico carosello equestre del tipo di quello portato in pista da Vinicio Canestrelli Togni a Monte Carlo, con 24 cavalli più 6 ponies. In chiusura di numero, poi, il debout di alcuni cavalli, orchestrato da Geraldine, e quello di un pony sotto gli ordini della piccolissima Chanel Marie, soli quattro anni, esponente dell’ottava generazione degli Knie.
Il piccolo Chris Rui segue le orme del papà Franco Knie Junior
Il piccolo Chris Rui segue le orme del papà Franco Knie Junior
In casa Knie, ne sono tutti convinti, non può esserci circo se non ci sono gli animali. Oltre ai cavalli la famiglia manda anche gli elefanti. Ci pensano Franco Knie Junior, la moglie Linna Sun e il figlioletto Chri Rui. Tre pachidermi che danzano in pista intrecciando continuamente il loro cammino e che riescono anche a far dondolare Linna Sun tenendo, con le proboscidi, un apposito tessuto. Disarmante poi la facilità con cui, il piccolo Chri Rui, sette anni, riesce a far passare un elefante, strisciando, sotto la pancia dell’altro pachiderma posizionato su due sgabelli. Altro numero pluri-premiato, e vincitore del Clown d’Oro, quello del duo Desire of flight, due scatenati acrobati alle cinghie aeree. Forza fisica e adrenalina travestite, però, da raffinata eleganza e da poesia. Una sorta di inno all’amore che gli acrobati Valery Sychev e Malfina Abakarova hanno costruito con grande impatto visivo: esercizi audaci, giravolte, tourbillon, prese per i piedi, sospensioni.
Il ventriloquo italiano Willer Nicolodi
Il ventriloquo italiano Willer Nicolodi
Fra un numero ad alta tensione e un altro, casca a pennello la simpatia di Willer Nicolodi, nato a Valladolid da famiglia circense italiana, e nel 1998 trasformatosi da acrobata in ventriloquo. Di lui si è scritto e detto di tutto dopo che ha ottenuto il Clown di Bronzo a Monte Carlo. Aggiungiamo soltanto che si è dimostrato capace di far ridere a crepapelle, parlando in tedesco, anche chi, come chi scrive, di tedesco non capisce neanche una sillaba.
E si va verso la fine dello show ritornando all’adrenalina allo stato puro: la troupe Sokolov, 14 artisti russi che provengono dal circo Nikulin. Il numero alle bascule, chiamato Amadeus è ovviamente ispirato a Mozart sia nelle parrucche che nei costumi d’epoca. Un lungo balletto acrobatico in cui si mescolano temerarietà, abilità tecnica, invenzione scenografica e ironia. Capriole, piroette, salti in quarta colonna, triplo salto mortale all’indietro con ricaduta su una poltrona issata ad altezza siderale, doppio salto mortale sui trampoli e un triplo salto mortale su un trampolo solo.
Pubblico in delirio e, all’ingresso degli artisti per il saluto finale, scattano la standing ovation e un lunghissimo applauso. Sette minuti sette, cronometrati, di applausi e artisti felicemente bloccati in pista ad attendere che termini l’ovazione. Forse basta soltanto la descrizione del finale, per capire cosa è il circo Knie giunto alla sua 97esima tournèe.

Piero Messana

Il servizio è pubblicato sulla rivista Circo giugno 2015