Il gigante e la bambina sono il circo Aïtal. Uno spettacolo loro stessi per come concepiscono la vita di tutti i giorni intrecciata con l’avventura artistica. Ultimamente la stampa francese non fa che pubblicare articoli di stupita ammirazione nei loro confronti, dopo averli visti esibirsi all’Espace Cirque D’Antony (oggi per l’ultimo giorno). “Da Charlot in poi, e in particolare dal film Il Circo, si è troppo spesso dimenticato che la pista che porta alle stelle non è affare da giganti ma di sguardi amorosi, di un dialogo fra amanti. Il circo Aïtal ce lo ricorda”, ha scritto Le Parisien. “Il circo degli amanti acrobati” per Le Monde. Sono Victor Cathala, il gigante appunto, et Kati Pikkarainen, ribattezzata “piccola pulce”. Lui originario del sud della Francia, bruno, 1.87 per 105 chili, lei una biondina finlandese, 1,53 per 47 di peso, visino dolce e fisico scattante come una molla.
Hanno deciso di essere una coppia e di unirsi in un unico chapiteau. Ci scherzano i francesi su questo aspetto, anche grazie agli spunti offerti dai due. Il loro nuovo spettacolo, che segue La Piste Là, presentato nel 2008 (con la quale hanno girato anche gli Stati Uniti e il Brasile per un totale di 360 date in Europa e fuori), si chiama Pour le meilleur e pour la pire. Cioè nella buona e nella cattiva sorte. Nel bene e nel male. E si spera davvero che questo duo, nel bene e nel balle, resti indissolubile finché morte non li separi (speriamo mai). Anche loro ci scherzano su e parlano del circo come una sorta di matrimonio. Un circo al quale ogni giorno stanno dicendo il loro sì.
Lei ha iniziato molto presto in una piccola scuola finlandese, Suvelan Sirkus, con le discipline aeree (trapezio e tessuti), lavorando poi in Francia, Germania e Russia. Lui più tardi, perché avrebbe voluto fare l’agricoltore. Sono stati i cavalli ad attirarlo verso il circo dove ha iniziato con l’equitazione. Si sono incontrati al Cnac, il Centro nazionale delle arti del circo di Châlonsen- Champagne (che fra l’altro dal 23 al 25 febbraio a Reims presenta il suo spettacolo di fine corso “This is the end”), dove si sono formati. Nel loro passato c’è anche qualche apparizione italiana con Öper Öpis, performance che coniuga circo, danza, arti visive e musica, senza l’uso delle parole, una creazione di Martin Zimmerman e Dimitri De Perrot. Insieme hanno lavorato con lo spettacolo LeCirqle (fra 2003 e 2004), Metri, show di danza che ha circolato a Helsinki, una collaborazione con Circo Aereo (importante compagnia finlandese), fino ad una tournée con il circo Monti in Svizzera.
Col numero di mano a mano, una vera novità portata in pista con freschezza e genialità, hanno vinto la medaglia d’argento al festival del circo del Domani nel 2005 e poi hanno fondato il loro circo Aïtal, era il 2004 ed avevano solo 21 (lei) e 23 anni.
Sembra il quotidiano di due giovani che si sfiorano e si amano, quello che portano in pista con Pour le meilleur e pour la pire, fra avventure, ironia, romanticismo e virtuosismi espressi coi loro corpi, più una carretta rossa, chiamarla automobile è troppo, e due cani. Sei persone compongono questa compagnia, che si muove con quattro caravan.
Stupisce come al disaccordo fisico fra i due corrisponda un’intesa perfetta nel loro mano a mano che sovverte regole e lascia sbalorditi. Kati diventa una sciarpa attorno al corpo di Victor, poi vola in aria, si molleggia sui suoi piedi quasi ad improvvisare una vibrazione insostenibile che invece controlla alla perfesione, passa fra le sua gambe per tornare in posizione verticale, finisce dietro alla schiena del gigante che la porta come uno zainetto leggero e poco ingombrante. La tecnica è superlativa ma lascia che ad emergere sia la poesia che prende forma nel circo domestico di Kati e Victor, a volte clownesco, che non ha bisogno di accessori per colpire perché è il quotidiano che diventa acrobatico. Il loro tour continua in Francia e in Svizzera, tutti dovrebbero vederlo, almeno una volta.
Aïtal è nome finlandese, lui direbbe “c’est comme ça”. E’ così. E’ il circo di Kati e Victor.