I quattro corpi scultorei tornano insieme. E Circo di maggio celebra l’evento mettendoli in copertina con l’immagine che li consacrò al Festival di Monte Carlo del 2008 con il Clown d’Oro. Sono ovviamente i fratelli Pellegrini e la notizia della ritrovata unione merita di essere festeggiata perché dopo la malattia che aveva colpito Ivan Pellegrini nel 2012, e che per due anni lo ha tenuto lontano dalla sua amata attività artistica, ora è tornato ad esibirsi con i fratelli Erdeo, Natale e Andrea, impegnati in Germania nel dinner show di Phantasialand, Fantissima.
Sull’ultimo numero della rivista anche un articolo (di Stefania Ciocca) che riguarda altre avventure professionali dei Pellegrini: il tricolore firmato da Natale sventola nella città di Dusseldorf con Arrivederci Roma, uno spettacolo di fascino tutto italiano. Sul palco del varietà firmato Roncalli l’arte italiana e la dolce vita affascineranno il pubblico tedesco fino a luglio, nella speranza che possa succedere un giorno anche in Italia.
E andiamo avanti con gli altri contenuti. Francesco Mocellin si occupa di tracciare un bilancio della quinta Giornata mondiale del circo, che ha avuto un esito al di là delle aspettative in tutto il globo. Anche in Italia sono state presentate molte iniziative importanti, fra le quali segnaliamo almeno quelle di Latina, dei Rossante e dell’Accademia del Circo per il loro successo e le loro peculiarità.
Si prosegue con una lunga intervista al presidente Buccioni (realizzata da Alessandro Serena): una confessione a cielo aperto con la categoria. L’inizio dell’estate è il pretesto per fare il punto sulla situazione del circo in Italia. Il settore si districa fra epocali cambiamenti delle normative ministeriali, una delle più dure crisi economiche mondiali e l’attacco di potenti ed ostili lobby. Ma il circo può contare sulla tenacia e sulla sfida della creatività.
Per la rubrica “corpo scelto”, Alessandro Serena ha intervistato Roberta Bellucci, mentre per “l’altra metà dello chapiteau” Ahara Bischoff ha incontrato Loredana Nones, “una normale donna di circo”.
Infine, Antonio Giarola estrae dal cilindro del Cedac un’altra storia interessante: già nell’Ottocento alcuni complessi circensi utilizzavano la pubblicità ingannevole, annunciando artisti o performance che poi non erano presenti. La tradizione purtroppo non si è esaurita ai nostri giorni. Ma il caso, attingendo a rari documenti, permette di sviluppare riflessioni inedite sulla importante dinastia dei Chiarini e sui suoi esponenti di maggior talento.