“Vogliamo rivolgere un appello al “Governo del cambiamento” innanzitutto affinchè non approvi alcun provvedimento che vieti o limiti – in tutto o in parte – l’addestramento e l’esibizione degli animali negli spettacoli circensi. Il dressage contemporaneo è improntato alle più aggiornate conoscenze etologiche, sottoposto a normative severe e a controlli operativi stringenti”. E’ un passaggio della lettera (che pubblichiamo integralmente qui sotto), che il presidente del Club Amici del Circo, Francesco Mocellin, ha inviato al governo e al parlamento, nella quale chiede anche “una vera legge sul Circo”.
Preg.mo Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri,
Preg.mo Sig. Ministro per i Beni ed Attività Culturali,
Preg.mo Sig. Ministro degli Interni;
Preg.mo Sig. Ministro della Salute,
Pregmo Sig. Ministro dell’Ambiente,
Preg.mi Sigg.ri Senatori Capigruppo,
Preg.mi Sigg.ri Deputati Capigruppo,
In difesa del diritto di vivere e lavorare con gli animali. Per una vera legge sul Circo
Lo scorso anno è stato approvato il c.d. “Codice dello Spettacolo” (Legge Delega n. 175/2017) che nella sua formulazione riserva all’attività circense in Italia poco più di un rigo ove ci si limita a prevedere la “revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificatamente finalizzate al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”. Null’altro che questo.
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Tale prospettazione appare generata da una sostanziale disattenzione verso il peso specifico, le potenzialità i valori ed i bisogni del settore.
In particolare, la pretesa di occuparsi delle arti circensi nel nostro paese col solo intento di vietare l’addestramento degli animali, ovvero una delle espressioni peculiari del Circo declinato nella forma classica, è viziata sotto il profilo logico, giuridico ed etico.
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Il Circo – nella sua accezione più ampia – merita un esame complessivo di ben altro spessore, una valutazione organica del valore estetico e sociale di cui è portatore e, quindi, necessita di un progetto normativo che potenzi effettivamente l’attuale legislazione del settore senza incrostazioni di natura ideologica. Anche le discipline circensi – tutte, nessuna esclusa – rappresentano un campo sul quale va misurata la libertà di espressione e la capacità delle nostre Istituzioni di tutelarla.
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Vogliamo, perciò, rivolgere un appello al “Governo del cambiamento” innanzitutto affinchè non approvi alcun provvedimento che vieti o limiti – in tutto o in parte – l’addestramento e l’esibizione degli animali negli spettacoli circensi. Il dressage contemporaneo è improntato alle più aggiornate conoscenze etologiche, sottoposto a normative severe e a controlli operativi stringenti. Gli animali c.d. esotici si riproducono con facilità presso i circhi stessi e da molti lustri qualsiasi importazione di nuovi esemplari è vietata dall’applicazione della Convenzione di Washington (L. 150/92).
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Un divieto che colpisse il circo, quindi, assumerebbe irrimediabilmente la connotazione di una discriminazione priva di qualsiasi fondamento scientifico. Mentre scriviamo vi sono milioni di animali letteralmente “adoperati” in ogni modo, in attività di ogni genere dall’uomo. Molte di queste forme di impiego sono tali da prevedere di per sé la soppressione o lo sfruttamento industriale dell’animale-macchina, senza alcuna relazione tra specie che non sia – appunto – di mero sfruttamento. Al circo, al contrario, uomini ed animali vivono in costante e dinamico connubbio.
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Chiediamo, innanzitutto, con forza che i “decreti attuativi” della Legge Delega n. 175/2017 non vengano emanati relativamente a quanto previsto per il circo e, quindi, che Governo e Parlamento mettano mano ad una vera normativa che – depurata da ogni pregiudizio e stereotipo – sia volta a promuovere e tutelare il Circo italiano in ogni sua forma, ivi compreso l’addestramento degli animali regolato in modo di contemperare la tutela della libertà di espressione col valore supremo costituito dal benessere psicofisico degli animali che non può certo essere giudicato sulla scorta di impressioni ma in base a criteri scientifici.
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Non crediamo servirà ricordare a questa Commissione che nel 2005 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione a sostegno della cultura del circo, in tutte le sue forme espressive, dressage e training compresi.
Un nuovo approccio nel senso della valorizzazione culturale e di tutela scientifica degli animali in cattività aiuterà il Circo italiano – che è oggi ai vertici sotto il profilo artistico in tutti i campi, conquistando riconoscimenti e trofei in ogni festival, Monte-Carlo in testa – ad offrire un’immagine migliore di sé anche e soprattutto a benificio degli animali.
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Pertanto, ci pare che l’unico percorso di crescita e progresso in materia di animali nei circhi (e per tutte le altre forme di addestramento con finalità di intrattenimento) sia quello di regolamentare senza vietare, di individuare i modi adeguati per lavorare con gli animali in funzione del loro benessere rifiutando l’assioma “addestramento=maltrattamento”.
Ringraziando per l’attenzione,
Avv. Francesco Mocellin
Presidente del “Club Amici del Circo”
Componente della Consulta per lo Spettacolo dal Vivo presso il MIBAC
Board member dell’ European Circus Association