I nuovi soggetti diventano le icone del cinema, i fumetti, gli oggetti, i prodotti commerciali come la ben nota zuppa Campbell di Andy Warhol.
Collage, fotografie, pittura, disegno, video diventano i nuovi strumenti attraverso i quali celebrare artisticamente il consumismo e una cultura pop (nel senso di popolare, massificato) sempre più di rapido consumo.
Sembra che citazioni del passato e della propria cultura non abbiano posto ma in realtà, nella corrente artistica della pop art, si inserisce un artista che agisce rispettando pienamente le regole pop ma differenziandosi un poco.
Si tratta di Nicholas Monro, artista inglese nato a Londra nel 1936. Si differenzia dai suoi pop-contemporanei principalmente per il fatto che è uno dei pochi artisti di questa corrente che non lavora con la pittura bensì con la scultura.
E’ infatti la versione ingigantita di un giocattolo il tributo che questo scultore pop fa nei confronti della propria cultura d’appartenenza: realizza un lavoro dedicato al clown Joe Grimaldi, tanto importante nella storia del circo, nella figura del clown in particolare, e nella storia dello spettacolo britannico.
Purtroppo la versione british della pop art non ha conosciuto successo come la sua coeva statunitense e Nicholas Monro, pur avendo esposto in parecchie gallerie europee durante gli anni ’60 e ’70, ha finito per essere dimenticato per tutti gli anni ’80 e ’90. Nonostante ciò Nicholas Monro è tutt’ora apprezzato da collezionisti europei, ad esempio è stato un appassionato tedesco ad aver comperato la sua installazione consistente in 40 pecore a grandezza naturale in fibre di vetro. Ha realizzato anche altri grandi giocattoli pop, come una ballerina di varietà, il prestigiatore, il cow boy, o come una gigantesca statua di King Kong fuxia, commissionatagli appositamente da un ente inglese.
Recentemente, nel 2004, ha esposto alcune delle sue opere in una retrospettiva dedicata all’arte degli anni ’60 e intitolata “This was tomorrow” alla Tate Britain.
Stefania Ciocca