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Il tributo della pop art al clown Grimaldi

La statua di Joe Grimaldi realizzata da Monro

Quando alla metà del XX secolo la pop art irrompe nel panorama artistico dissacrando la tradizionale iconografia e rendendo arte i quotidiani oggetti o simboli della massificazione, lo fa con veemenza, con esplosioni di colori e, naturalmente, con la serialità che la contraddistingue.
I nuovi soggetti diventano le icone del cinema, i fumetti, gli oggetti, i prodotti commerciali come la ben nota zuppa Campbell di Andy Warhol.
Collage, fotografie, pittura, disegno, video diventano i nuovi strumenti attraverso i quali celebrare artisticamente il consumismo e una cultura pop (nel senso di popolare, massificato) sempre più di rapido consumo.
Sembra che citazioni del passato e della propria cultura non abbiano posto ma in realtà, nella corrente artistica della pop art, si inserisce un artista che agisce rispettando pienamente le regole pop ma differenziandosi un poco.
Si tratta di Nicholas Monro, artista inglese nato a Londra nel 1936. Si differenzia dai suoi pop-contemporanei principalmente per il fatto che è uno dei pochi artisti di questa corrente che non lavora con la pittura bensì con la scultura.

Il prestigiatore

Studia all’Accademia di belle arti di Chelsea dalla quale esce nel 1961 e intraprende subito una carriera lavorativa tradizionale, a dispetto di quanto altri celebri artisti pop facessero (basti pensare alle sregolatezze e agli eccessi della Factory americana fondata da Warhol). Diventa infatti subito professore di disegno proprio nella scuola che lo aveva formato. Così come sin da giovanissimo ha già le idee chiare sulla futura professione, allo stesso modo ha già formato un suo linguaggio artistico e operativo interessandosi alla scultura operata con un materiale in fibre di vetro. Un materiale lucido grazie alla sua componente di vetro, che Monro poi dipinge con colori primari spesso vivaci, senza particolari sfumature. Infatti tre sono le sue caratteristiche: l’utilizzo delle già citate fibre di vetro, i colori brillanti e la stilizzazione delle figure, tanto stilizzate in uno stile così personale da diventare un nuovo prodotto industriale molto simile ai giocattoli.
E’ infatti la versione ingigantita di un giocattolo il tributo che questo scultore pop fa nei confronti della propria cultura d’appartenenza: realizza un lavoro dedicato al clown Joe Grimaldi, tanto importante nella storia del circo, nella figura del clown in particolare, e nella storia dello spettacolo britannico.

King Kong

Joe Grimaldi è raffigurato con una predominanza di colore rosso, bianco e nero. Indossa un sacco bianco decorato a pois rossi, mentre le maniche e la calzamaglia sono a righe bianche e nere. Un’espressione grottesca è dipinta sul suo volto. Il desiderio di rendere pop, di realizzare un giocattolo dei tempi moderni, va di pari passo con la conoscenza del personaggio e della storia, infatti dalle tasche del clown emergono una serie di oggetti bizzarri come salsicce, sedano, il collo di un’oca che pende. Tutte bizzarrie non attribuite da Monro a Grimaldi, poiché il clown davvero era un portento nel realizzare numeri sempre nuovi e particolari.
Purtroppo la versione british della pop art non ha conosciuto successo come la sua coeva statunitense e Nicholas Monro, pur avendo esposto in parecchie gallerie europee durante gli anni ’60 e ’70, ha finito per essere dimenticato per tutti gli anni ’80 e ’90. Nonostante ciò Nicholas Monro è tutt’ora apprezzato da collezionisti europei, ad esempio è stato un appassionato tedesco ad aver comperato la sua installazione consistente in 40 pecore a grandezza naturale in fibre di vetro. Ha realizzato anche altri grandi giocattoli pop, come una ballerina di varietà, il prestigiatore, il cow boy, o come una gigantesca statua di King Kong fuxia, commissionatagli appositamente da un ente inglese.
Recentemente, nel 2004, ha esposto alcune delle sue opere in una retrospettiva dedicata all’arte degli anni ’60 e intitolata “This was tomorrow” alla Tate Britain.
Stefania Ciocca

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