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Nel giorno in cui i paladini della “coscienza degli animali” celebrano il loro rito propiziatorio, tentano di riscrivere la Genesi, e ci fanno sapere che “tutti siamo uguali davanti alla vita”, che “mucca, maiale, coniglio, devono avere le stesse tutele del cane o del gatto” (di cosa si nutrirà la specie umana non vegetariana, cioè il 99 per cento della popolazione?), a Verona il primo cittadino Flavio Tosi ha tenuto a lungo in braccio ed ha accarezzato un tigrotto rosa nato da pochi giorni (quattro bellissimi esemplari in tutto) al circo Americano della famiglia Togni. E’ una coincidenza che fa riflettere. Da una parte ci sono coloro che si autodefiniscono i garanti della coscienza degli animali, ma lo fanno in contrapposizione alla specie umana, in una sorta di conventio ad excludendum che raduna alcuni di quelli contano (politici, scrittori, scienziati…) ma lascia fuori gli altri: chissà se per costoro anche i circensi e gli allevatori, ad esempio, hanno una coscienza e sono uguali davanti alla vita, oppure se sono un po’ meno uguali e dunque meriterebbero di finire in mezzo alla strada o puniti in qualche modo.
Dall’altra c’è un sindaco che non teme di sfidare il vento che soffia alla moda e che sceglie di ergersi a garante degli animali ma allo stesso tempo anche di chi se ne prende cura e con gli animali vive e lavora da generazioni. Senza idolatrarli e senza maltrattarli. La gente del circo, insomma, ormai additata – grazie a campagne ossessive e aggressive come quelle capitanate dal ministro Brambilla – come torturatrice degli animali e che per il fatto di non poter contare su lobby e potentati vari, non riceve le attenzioni che la stampa dedica all’animalismo salottiero, e rischia di fare la fine delle minoranze etniche.
Flavio Tosi è un sindaco che sta in mezzo alla gente e forse anche per questo si trova a suo agio fra i caravan della gente del viaggio. Tredici anni fa, insieme a Umberto Bossi, tenne a battesimo il Circo della Padania, un circo vero. Oggi, da primo cittadino, non ha cambiato atteggiamento. “Si vede che questi animali sono tenuti con tutte le cure, che sono trattati come animali domestici, perché se non vivessero in ottime condizioni non potrebbero nascere esemplari in cattività”, ha commentato. Poi è entrato nella gabbia con una tigre, mentre Flavio Togni serviva il pasto a questi eleganti felini. E l’ammaestratore che ha conquistato il Clown d’Oro all’ultimo festival di Monte Carlo, ha commentato: “Si vede che ha coraggio. Le tigri lo sentono e per questo sono tranquille”. Coraggioso sì, il sindaco, visto che si è lanciato anche dal trapezio insieme agli artisti del circo Americano impegnati nelle prove e che ha dato da mangiare agli elefanti mettendogli praticamente le mani in bocca. Che voto dà al sindaco come ammaestratore, chiede un giornalista a Flavio Togni? “Da 1 a 10? Undici”, è la risposta.
Attorniato dai giornalisti, a Flavio Tosi è stato anche chiesto: “E’ vero che la Lega ama il leon perché magna il teron? “Balle”, ha risposto l’ammaestratore per un giorno, Flavio Tosi, “solo stupidaggini che la Lega non solo non dice ma nemmeno pensa”. Il sindaco di Verona pensa invece che “il circo tradizionale è una ricchezza per l’arte, la cultura e la tradizione italiana, e merita assolutamente di continuare a vivere e di portare in giro questo genere di spettacolo, che permette anche ai bambini di vedere da vicino specie che altrimenti potrebbero ammirare solo sui libri o attraverso i documentari”. Concetti che ha ribadito anche qualche giorno fa incontrando il presidente dell’Accademia del Circo, Egidio Palmiri. Ma è più difficile domare una tigre o un congresso della Lega? “Forse un congresso della Lega”, ammette candidamente Flavio Tosi. Ad accompagnare nella visita al circo il sindaco di Verona, c’erano il vicepresidente dell’Ente Nazionale Circhi, Enis Togni (proprietario del circo Americano), Flavio Togni, il fratello Daniele e il segretario generale Enc, Luciano Giarola.