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Il sindaco di Imola cede alle pressioni animaliste

Il sindaco di Imola, Daniele Manca
Basta leggere l’ordinanza, emessa nella giornata di ieri, dal sindaco di Imola Daniele Manca, per capire cosa ci sia all’origine della sua decisione di vietare gli animali nei circhi: la paura per gli animalisti e per le loro mini-proteste da 150 persone, che però potrebbero diventare di più in vista della annunciata mobilitazione del 4 ottobre. Sembra incredibile che il rappresentante di una istituzione pubblica ragioni in questo modo, ma così stanno le cose. Qui si può leggere il testo dell’ordinanza per rendersene conto. La domanda è: se i circensi dovessero manifestare in 5 mila a Imola per chiedere la permanenza del circo e gli spettacoli con animali, a chi darebbe retta il sindaco? A chi grida più forte? A chi schiera più “truppe”?
Ma andiamo con ordine.
Nella sua ordinanza Daniele Manca parte dalla fuga della giraffa, riconosce che “sono ancora da chiarire le cause della fuga dell’animale che, come asserito dal titolare del circo Martini in denuncia sporta contro ignoti, potrebbero essere dovute alla forzatura da parte di terzi delle misure di protezione dell’animale”. Dunque il circo, allo stato attuale dei fatti, è vittima di ciò che è accaduto, ma il sindaco decide di cacciarlo.
Andiamo avanti. Quali sarebbero secondo il primo cittadino le ragioni che “minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”? (questa è infatti la ragione che sta alla base dell’ordinanza di divieto). “Che tale episodio (la fuga della giraffa provocata da altri e la morte della giraffa provocata da altri, ndr) ha risvegliato le proteste di cittadini e animalisti contro l’utilizzo di animali negli spettacoli circensi, proteste che hanno visto nella giornata 23/9 u.s. circa 150 persone manifestare di fronte al circo”. E capirai che folle! Ma andiamo avanti.
Altro motivo di allarme che ha fatto decidere il sindaco a cacciare il circo, è la minaccia di un’altra mobilitazione: “Che, come possibile constatare sui social network, sono previste nuove e più ampie proteste, in particolare per la giornata del 4 ottobre nella quale è previsto l’inizio degli spettacoli; che anche recentemente sul territorio nazionale si sono verificati episodi di protesta che hanno portato alla liberazione di animali ritenuti vittime di maltrattamenti, con conseguente pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubbliche”. Ma in quel caso il sindaco ha fatto chiudere le strutture nelle quali erano presenti gli animali? No! E comunque dove sta la ratio del provvedimento? D’ora in poi sarà sufficiente che uno sparuto gruppetto di animalisti in qualunque città italiana protesti o minacci raduni oceanici contro i circhi per far si che i sindaci ne vietino l’attività? Dov’è finita la legge e l’obbligo per tutti di osservarla rispettando diritti riconosciuti?
Sta di fatto che il primo cittadino di Imola si basa soprattutto sullo spauracchio animalista per mettere alla porta il circo e tutti i suoi dipendenti.
“A far tempo dalla data della presente ordinanza e fino al 31.12.2012 è fatto assoluto divieto sul territorio comunale di far sostare, utilizzare ed esporre animali in attività di spettacolo ed intrattenimento pubblico”, ordina il sindaco.
Al quale va ricordato che una recente sentenza del TAR dell’Emilia Romagna, datata 4 luglio 2012, precisa che “secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza amministrativa, l’ordinanza sindacale ex art. 50 D. Lgs. n. 263 del 2000 deve contenere specifica motivazione circa la sussistenza, in concreto, degli elementi giustificativi dell’esercizio del potere, con indicazione dell’istruttoria compiuta e dei presupposti di fatto considerati, posto che il relativo potere presuppone la necessità di provvedere, con immediatezza, riguardo a situazioni di natura eccezionale ed imprevedibile, alle quali sia impossibile fare fronte con gli strumenti ordinari apprestati dall’ordinamento (v. T.A.R. Liguria Genova, Sez. I, 22/9/2011 n. 1409)”.
Come scrive giustamente Federfauna: “A Imola la giustizia Manca”.