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Il ritorno al circo di Paolo Rossi

RUBIERA – La “rifondazione umoristica” di Paolo Rossi riparte da un circo colorato della Bassa emiliana. In un mondo come il nostro “dove nessuno sta più al suo posto, i politici fanno i comici, i comici fanno i politici, gli ex calciatori fanno i ballerini, i ballerini fanno i naufraghi, io se riesco, vorrei tornare al mio posto”.
Torna al circo, “chiesa dei comici”, suo amore di sempre, per sbarcare in televisione con “Confessioni di un cabarettista di m. Esericizi spirituali di rifondazione umoristica”, tre puntate di 50 minuti ciascuna in prima serata su Sky Uno (che produce lo spettacolo in esclusiva), il 24 e il 31 maggio e il 7 giugno.
Decifrare il presente è difficile, “soprattuto quando la realtà ci supera e si racconta in modo molto comico, allora l’unica strada per farlo è raccontare il passato, il futuro e me stesso”. Il rischio che si prende il comico milanese, alla soglia dei sessant’anni, è quello di tornare agli esordi con un gesto tipico dell’arte circense, “il salto nel vuoto”, compiuto però insieme a uno storico collaboratore come Giampiero Solari che con lui ha ideato e scritto il programma (la regia è di Luigi Antonini).

Le foto sono pubblicate sul sito di Repubblica Bologna

Quello che però Rossi ti racconta davanti a un piatto di tagliatelle al ragù della Clinica Gastronomica di Rubiera, tempio di bolliti e salami in questo pezzo d’Emilia, è diverso da quello che poi la sera sarà registrato nel tendone dei Togni allestito vicino alla splendida Corte Ospitale, antico complesso benedettino, ora centro di produzione teatrale che ha collaborato alla realizzazione delle “Confessioni”. Fra pezzi di repertorio riarrangiati, riflessioni clownesche, improvvisazioni, confessioni e pentimenti, “Paolo little the king Rossi”, come recita la grande scritta che accoglie il pubblico sotto la tenda, non si sottrae affatto al racconto dell’oggi, ma lo fa a modo suo: vigoroso, potente, tonico come non si era mai visto negli ultimi anni.
Niente politici, è vero, non ne cita mai nemmeno uno (“a farlo, loro diventano leggeri e pop, io divento pesante e snob”), forse nomi e cognomi li farà nell’ultima puntata, ma nel tendone rosso fra elefanti di cartone, lustrini, pop corn e “cugini esodati” che gli fanno da spalla, il comico va giù peso, anzi pesissimo.
Tranquilli niente censure, il programma non va sulla Rai, quelli di Sky (che sta per lanciare un nuovo programma di satira con Corrado Guzzanti – Aniene2?-) dicono che qui niente sarà tagliato.
Nella sua personalissima e rockettara cover della “Vecchia Fattoria”, qui “Nuova adatta ai bambini cattivi”, Rossi canta un inedito bestiario umano dove “la mucca fa IMU” e dove “il verro d’Arcore è un maiale geneticamente modificato”. Un Silvio Berlusconi mai citato, che lui ha cominciato a prendere in giro “quando era un imprenditore edile, ai tempi di ‘Su la testa’ e Rai Tre godeva di un momento magico con Angelo Guglielmi”, aveva detto poche ore prima ai cronisti. E se il cavaliere è il passato, il governo di Monti è l’oggi: “Ho visto i tecnici vendere palazzo Chigi e trasferirsi in uno sportello di Banca Intesa”. Niente nomi, no, ma è tutto chiaro. “Non ho mai visto uno che mi ha comprato casa a mia insaputa, non ho mai investito i miei risparmi in diamanti della Tanzania, non ho mai visto parlare di teatri dentro il ministero della cultura: luoghi dove ci si può divertire senza un ministro e una troia. Io ho tre figli e non mi è mai scappata questa parola, scusate se ho detto ministro”. Giù applausi. Poi c’è il papa, “un po’ rigido perché ha troppa roba addosso, dall’ermellino alle scarpe di Prada, con quell’enorme cappello che poi si sbilancia e cade”. Da Ratzinger a Formigoni il passo è breve, la risata è lunga: “Vorrei convertire un cattolico e farlo divenrtare un buon cristiano: ci sono persone che pensano che Gesù sia nato in un resort a cinque stelle”.
Chi invece c’è e si vede, seppure in video da Genova, è Don Gallo, motore nelle tre puntate delle confessioni del clown: “Mi ha confessato e assolto da tutti i peccati, passati, presenti e futuri”. C’è anche tanta musica. Nella prima puntata Ligabue, che qui gioca in casa, Stefano Bollani ed Evaristo Beccalossi, già protagonista di una gag di Rossi sui rigori sbagliati dall’interista. In quella del 31 maggio tornerà il pianista assieme a Vinicio Capossela, mentre nell’ultima ci saranno lo chansonnier Gianmaria Testa e il cantante livornese Bobo Rondelli accompagnati dall’attrice Lucia Vasini, sua ex compagna.
Nessuna tentazione di fondare un partito politico (“faccio prima a fondare una religione”), e il pensiero corre alla discesa in campo di Beppe Grillo, “era un mio mito comico, comunque padrone delle sue scelte”.
La voglia di ridere è tornata e si scioglie dopo una penitenza da brividi: l’enorme e leopardato lanciatore di coltelli non ne sbaglia una, Paolo Rossi è salvo. Roba da circo, insomma, ma la realtà, là fuori, lui la vede più o meno così.
(18 maggio 2012)
La Repubblica Bologna

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