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Il presidente Enc sui contributi ai circhi per il triennio 2015-17

La pubblicazione delle determinazioni della Commissione ministeriale in materia di erogazione dei contributi alle attività circensi e dello spettacolo viaggiante, pervenute nel pomeriggio di ieri, costituisce formidabile argomento per riaffermare, se mai ce ne fosse bisogno, l’assoluta importanza della Conferenza dei Direttori che ho indetto, com’è noto, a Roma presso la sede dell’Agis in via di Villa Patrizi 10, per il prossimo mercoledì 15 luglio, con inizio alle ore 11. In altre parole, e all’insegna della durissima chiarezza con la quale mi accingo ad esprimere concetti non mediabili dall’arte diplomatica, ribadisco innanzitutto che l’occasione sarà da parte mia un imperativo esercizio di piena avvertenza di tutto ciò che potrà succedere dopo quella data per la nostra Categoria.
Rifiuto a priori i “non sapevo”, “non credevo”, “non sono stato messo a conoscenza”: chi non ha la possibilità personale di intervenire, può in ogni caso – se non vuole manifestare cialtroneria – farsi rappresentare ad ogni effetto da chi lo sostituisca con rapporto di piena fiducia.

Il presidente Antonio Buccioni (foto Flavio Michi)
Il presidente Antonio Buccioni (foto Flavio Michi)
Premessa all’analisi a cui mi accingo, è il richiamare la sacrosanta lezione di Ettore Petrolini per la quale se il critico ha il diritto-dovere di giudicare l’attore, quest’ultimo ha altrettanto e simmetricamemnte il sacrosanto diritto-dovere di giudicare il critico. Se ciò fosse un assunto di Antonio Buccioni non avrebbe il minimo sindacale di autorevolezza, ma poiché proviene dal pensiero della più grande voce di Roma degli ultimi due secoli, a mio modestissimo avviso andrebbe preso nella più seria delle considerazioni.
Ciò posto, la valutazione di fondo e lampante che scaturisce dall’analisi di quanto deliberato dalla Commissione, in un contesto dove pure si riscontrano aspetti e novità positive, risulta inequivocabilmente la mortificazione, direi l’umiliazione, dell’impresa circense, cioè del momento assolutamente qualificante e giustificante l’intervento statale in materia.
Le avvisaglie sono a priori riscontrabili nel modesto numero di istanze inoltrate al Ministero, poco più di una ventina; ammettere 16 imprese a contribuzione significa senza mezzi termini escludere, e per quantità e per qualità, gran parte del circo italiano, quello vero, da qualsiasi sostegno pubblico, e ciò per i paradossi tutti italiani che accompagnano la nostra esistenza può avere un’unica valenza significativa in senso positivo, quella cioè di porre una pietra tombale sull’assunto animalista che il Circo continui la propria attività in quanto pubblicamente contribuito.

Nel merito più specifico, e a costo di autoprodurmi antipatie delle quali mi onorerò piuttosto che dispiacermi, al riscontro con la realtà, la costruzione – ormai possiamo definirla artificiosa – insieme/sotto-insiemi, si è dimostrata del tutto inadeguata alla realtà circense agli occhi di chiunque conosca minimamente il Circo italiano.
Il budget modestissimo messo a disposizione sul capitolo “prime istanze” (meno di 80 mila euro) ignora che in detto ambito hanno inoltrato domanda un complesso tra i più significativi, quanto ad emergenza artistica, quale il Millennium di Derek Coda Prin, accanto ad una società come la Omnia, che si propone di perpetuare la luminosa tradizione di Circo italiano apprezzato nel mondo, creata a suo tempo da Darix Togni. Dall’esclusione, a seguito di giudizio inerente carenza di qualità artistica, di un complesso quale il Circo Acquatico di Marcello Dell’Acqua, a fronte di estremamente contenuta – a voler essere eufemistici – dignità artistica di altro complesso, a favore del quale sono stati erogati oltre 50 mila euro (salvo poi verificare in sede di effettiva erogazione del contributo quanto residuerà rispetto allo stanziamento disposto), si evince brutalmente la circostanza che i signori membri della Commissione non conoscono nei fatti né il primo, né il secondo circo, o che, in caso contrario, devono essere immediatamente additati come inidonei al compito che è stato loro affidato.
Insorgono poi sulla scena nuovi soggetti che a diverso titolo acquisiscono contributi in qualche caso estremamente significativi. In linea di principio c’è da rallegrarsene non potendo non considerarli come testimoni di un mondo vitale ed in cerca di un futuro certo, dignitoso e fiero.
La verifica, tuttavia, della loro attendibilità sotto ogni aspetto, si pone quale inesorabile.
Conclusivamente – e mai omettendo il grido di sdegno e di dolore che si leva dalla gente del Circo e dello Spettacolo Viaggiante per il diniego del contributo nei confronti della Casa di Riposo di Scandicci, che non lasceremo morire – un telaio che se apprezzabile nella voluntas novitatis, necessita nei tempi più brevi di significative, anzi radicali, correzioni di rotta. Al riguardo ritengo di essere sufficientemente informato circa il giudizio, nella sostanza assolutamente non dissimile, degli operatori del Teatro, della Musica e della Danza, che nelle loro diverse articolazioni, manifestano apertamente nei confronti della normativa introdotta col Decreto 10 luglio 2014.

Uno squarcio di luce nella notte più tenebrosa.

Il circo Martin, del consigliere Eusanio Martino, aveva subito un provvedimento di revoca dei contributi FUS per una condanna penale che atteneva, però, a mere irregolarità formali nella tenuta dei registri degli animali e non per maltrattamento.
Il Ministero, interpretando gli elementi a sua disposizione, in modo poi dichiarato non corretto dai Giudici Amministrativi, aveva quindi revocato i contributi al Circo Martin.
Con l’avv. Benedetto Valerio, del Foro di Cassino, Eusanio Martino ha quindi intrapreso una difficile battaglia legale per ottenere giustizia.
Il TAR del Lazio, sezione II quater, con la sentenza pubblicata il 07/07/2015 ha accolto pienamente le ragioni del Circo ed ha annullato i provvedimenti impugnati, condannando il Ministero anche al pagamento delle spese legali.

Siam soldati di un cammino che al destino non si piega.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi