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Il presidente Buccioni replica all’onorevole Paolo Bernini

L'onorevole Bernini e il presidente Enc Antonio Buccioni
L’onorevole Bernini e il presidente Enc Antonio Buccioni
Superando con qualche disagio psicologico l’indifferenza, figlia del disprezzo, che le avvilenti esternazioni dell’on. Paolo Bernini suscitano in me, replico sinteticamente significando quanto segue.
Un parlamentare della Repubblica, nei confronti della tematica concernente l’attività dei circhi e degli spettacoli viaggianti nell’ambito del territorio nazionale, dovrebbe naturalmente indignarsi di fronte al vergognoso tradimento del patto d’onore e legislativo che la Repubblica nelle proprie diverse articolazioni stipulò con la gente del viaggio il 18 marzo 1968 con la legge 337. Non avere, in particolare, rispettato l’impegno a dotare ogni comune di un’area degna di tale sostantivo, a prescindere dai colossali stanziamenti disposti nei decenni in favore dell’installazione di campi nomadi, centri d’accoglienza et similia, anche dal profilo delle migliori condizioni di benessere degli animali, ha influito rovinosamente sulla possibilità di esercitare in maniera dignitosa la propria attività professionale.
Piuttosto poi che interessarsi dello stato di poco meno di duemila esemplari, in genere ben governati, pur nei limiti del contesto sopra richiamato, l’on. Paolo Bernini farebbe meglio ad impiegare le proprie giornate e ad indirizzare i propri sforzi per dotare un’Italia terribilmente arretrata in tal senso, di rudimenti di diritto in materia di educazione sociale alla stabulazione domestica di animali da compagnia e non. Il 2016, annus horribilis, si chiude catastroficamente con un centinaio di gravi incidenti, di cui oltre una decina mortali, avvenuti dentro le mura di casa, vittime fondamentalmente neonati e anziani, senza che né lui né alcun altro collega abbiano avvertito la benché minima sensibilità dell’attualità e della gravità del problema.
Da ultimo, recuperi l’onorevole Bernini un minimo sentimento di rispetto nei confronti delle migliaia e migliaia di mamme e papà che, ancora non si sa per quanto, in regime di parziale libertà di scelta, si recano coi loro figli ad ammirare gli spettacoli dei circhi, e si sottragga alla tentazione sua e di altri di imporre, anche da questo punto di vista, una dittatura del pensiero unico in una disastrata Italia che di tutto necessita tranne che di artificiali pontefici, di ispiratori di nuovi costumi, di illuminati o auto-illuminati tra i tenebrosi.
Quando il popolo non amerà più il circo classico e lo diserterà, non ci sarà impresario tanto stolto da voler perseverare su una strada, allora, superata.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi