Tutti ricorderanno il caso della giraffa uccisa a Imola dopo che mani ignote l’avevano fatta fuggire quando era appena arrivata al circo di Aldo Martini. Ne era seguita una protesta montata da qualche decina di animalisti e un’ordinanza del primo cittadino di Imola, Daniele Manca, dal sapore punitivo verso il circo, motivata con ragioni di “gravi pericoli per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana” e per questo al centro di numerose polemiche. Il senatore Giovanardi, ad esempio, aveva commentato con queste parole nel corso della conferenza stampa che si è svolta alla Camera: “Siamo davanti a manifestazioni che servono da alibi ad alcuni sindaci per proibire l’uso degli animali nei circhi. Il circo purtroppo si deve oggi confrontare con questo tipo di estremismo animalista che chiama in causa la democrazia e la libertà nel nostro paese. E’ come se una banda di criminali taglieggiasse i negozi e per tutelare l’ordine pubblico il sindaco facesse una ordinanza di chiusura dei negozi”.
Tale ordinanza “contingibile e urgente” era stata emessa il 24 settembre 2012 e secondo l’Amministrazione comunale di Imola avrebbe dovuto rimanere in vigore “fino al 31.12.2012”, data entro la quale osservare il “divieto assoluto sul territorio comunale di far sostare, utilizzare ed esporre animali in attività di spettacolo ed intrattenimento pubblico”. Subito l’Ente Nazionale Circhi si era rivolto al prefetto di Bologna per segnalare una supposta violazione alle leggi vigenti in materia di attività circense. Ebbene, con una lettera del 30 ottobre scorso, il prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, ha risposto alla missiva del presidente Enc, Antonio Buccioni, comunicando di essere intervenuto sull’Amministrazione comunale: il sindaco, “interessato da questo Ufficio – scrive il prefetto – ha revocato in data 29 ottobre u.s. l’Ordinanza”. A Imola torna dunque il pieno rispetto della legge 337, “sospesa” da un provvedimento che è rimasto in vigore per circa un mese (e non per tre, come il sindaco aveva disposto).