Se prendiamo in esame nell’insieme il suo “Best of” (questo il filo conduttore dello spettacolo visto a Pescara con cui Sergio Bini celebra quarant’anni di palcoscenico) la prima cosa che si nota è che Bustric basa tutta la narrazione teatrale su stralunate sintesi poetiche di cui visualizza le parole, mentre le declama, con oggetti comuni che tra le sue mani magicamente acquistano vita (valigie, cappelli, un cappotto appeso all’attaccapanni..), e con surreali travestimenti o piogge di coriandoli.
Avviene infatti che quando lui ci si avvicina, le valige rimangono in equilibrio sullo schienale di una sedia per consentirgli di salirci sopra e spiccare un volo, o gli permettono di entrarci dentro per uscirne come gnomo, o sirena. E un cappotto prende vita e lo abbraccia, un cappello giallo con un buco al centro nelle sue mani cambia foggia in continuazione, consentendogli di trasformarsi in una serie di personaggi diversissimi tra loro. Bustric racconta una storia anche se realizza le ombre cinesi, o gioca con una corda bianca, le bolle di sapone e i coriandoli. E quando ritorna a essere mago da scena e manipola palline, corde, bussolotti e sacchetti non si limita a fare il Bravo Prestigiatore: anche qui trasforma il gioco nell’illustrazione di una visione poetica, in una fiaba adulta. Ieri sera il pubblico non ha esitato a lasciarsi coinvolgere nel suo mondo visionario, rispondendo alle richieste di compartecipazione con vero entusiasmo. Come si diceva sopra, successo pieno e meritatissimo.
Massimo Locuratolo