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Bello, bellissimo il Circo del Solei, ma gli manca qualcosa, e non di secondaria importanza. “Citando un loro show, direi l’allegria: gli artisti sono bravissimi, ma tutti uguali, intercambiabili. E’ una grande industria dello spettacolo”. Di ritorno dal grande successo del Festival di Monte Carlo, Flavio Togni ha concesso una intervista al quotidiano Il Tirreno, in concomitanza con la tournée del circo di famiglia (l’Americano) a Livorno. Ed ha messo da parte la diplomazia per parlare fuori dai denti e dire in modo chiaro ciò che pensa di quello che viene considerato il nuovo spettacolo di circo per eccellenza, il Soleil appunto. “Non aiuta il circo tradizionale”, dice Flavio Togni, va da sé con l’ingrediente fondamentale degli animali, “ma non ci fa neanche danno”. La holding del circo, con biglietti che costano fino a cinque volte quello che si paga per entrare in un tendone italiano, raggiunge un pubblico che in buona parte non è quello del circo come per secoli è stato fatto e proposto, argomenta la star dell’America Circus. “Il circo classico è uno spettacolo popolare, fatto per le famiglie, per il ceto medio. Il Cirque du Soleil invece è per chi ha soldi, per un pubblico più d’elite. Lo prova anche il fatto che quello del Cirque non è uno spettacolo per bambini, a loro non piace più di tanto: chiedeteglielo, vi risponderanno che preferiscono il circo classico. Sia chiaro, io ho visto tutti gli spettacoli del Cirque, e all’uscita ho sempre detto ‘ho visto uno show bellissimo, straordinario’. Ma non mi sono divertito”.
Col Tirreno in edicola oggi, Flavio Togni parla anche della sua carriera e degli animali: “Conosco le accuse, ma mi sento fuori dalle polemiche, perché ho la coscienza a posto; se qualcuno ha un figlio, o un animale a cui vuole bene, non può fargli male. Gli animali qui sono tutti nati in cattività; oggi sarei contrario a catturare animali per i circhi, ma ormai il loro habitat è questo. Per il resto non si può fare di ogni erba un fascio, ci sarà anche qualcuno che tratta gli animali meno bene di altri”. Come vanno le cose per il circo oggi? “Come per tutti gli spettacoli dal vivo è un periodo difficile. Tv, computer, effetti speciali, videogiochi hanno cambiato il mondo. Oggi lavorano uomini e donne, alla sera sono stanchi, è difficile convincerli ad uscire di casa. Poi in tante città non ci sono aree attrezzate. Fino a pochi anni fa il circo piantava il tendone in pieno centro, e quando arrivava era festa, anche solo la parata o il montaggio erano avvenimenti, e facevano pubblicità. Oggi la maggior parte delle città ci fanno montare a 10 chilometri, nelle periferie più estreme, nei luoghi più squallidi. L’impatto pubblicitario è diverso, e la logica conseguenza è un grande calo di presenze e un aumento dei costi. In Francia e Germania ad esempio non è così, il circo è molto amato e rispettato, tutte le piazze sono attrezzate”.